Ponte sullo Stretto, Salvini è tornato ma lo scandalo Anas pesa come un macigno

IL GRANDE SILENZIO SUL PONTE SULLO STRETTO E’ FINITO. MA QUELLO DEI MEDIA DI REGIME NO

Il grande silenzio sul Ponte dello Stretto di Messina è terminato. Grande passerella ieri a Villa San Giovanni per discutere del Ponte. Al convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Reggio Calabria e dall’Università Mediterranea c’erano proprio tutti. In video collegamento  il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini ha iniziato a sparare le solite minchiate sul ponte senza alcun cenno all’arresto del potenziale cognato Tommaso Verdini e del potenziale suocero Denis Verdini. Ma lui già ieri ha dichiarato che Tommaso Verdini è un ragazzo in gamba. Il  convegno era tutto un programma, già dal nome ambizioso: “Palermo-Helsinki. Il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”. Sembra proprio che si vogliono buttare le basi per altri e lucrosi affari nel futuro, sempre in nome e negli interessi del popolo italiano e calabrese.

In un’epoca di voli internazionali che coprono tutte le latitudini del globo terracqueo vi immaginate voi una famiglia che parte in auto per andare in Sicilia. E poi che vantaggio avremmo noi come calabresi da un simile presunto corridoio?  Nessuno, diventeremmo sempre più terra di passaggio e transito verso la Sicilia.

Comunque parafrasando il grande Fabrizio De Andrè, potremmo dire che “.. al Convegno c’erano tutti, dal sindaco all’amministratore, al convegno c’erano tutti  con gli occhi rossi e il cappello in mano…”.  Il grande Cazzaro d’Italia, Matteo Salvini, ha ripreso le sue minchiate d’autore. Impavido ha tuonato:” Il Ponte un acceleratore di sviluppo. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2024” . E come no, piglialo che è arrivato. E in un crescendo rossiniano: “grande opportunità di sviluppo, lavoro e di riqualificazione ambientale, ci sono migliaia di pendolari che ogni giorno fanno avanti e indietro, pensiamo all’impatto economico che ci sarà e alla riqualificazione di Villa San Giovanni, Messina e Reggio. Tutta l’Italia si avvantaggerà economicamente, professionalmente, industrialmente”.

Ha la faccia tosta di dire che tutta l’Italia si avvantaggerà di tale opera e però solo noi calabresi e siciliani siamo chiamati a contribuire alle spese di costruzione. E nessun cristiano presente al convegno che abbia detto nulla. Anzi, l’altro Cazzaro che fa il presidente di regione, Roberto Occhiuto, dichiara di essere orgoglioso che la Calabria ha fatto tutto.

Ma torniamo al Cazzaro d’Italia. E alle sue minchiate. Nessun altro che abbia avuto il coraggio di dirgli che a un pendolare di Reggio Calabria o di Villa San Giovanni non converrà mai prendere il ponte sia per i costi che per il tempo perso e continuerà a prendere l’aliscafo o il traghetto. Naturalmente i sindaci di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria non hanno proferito parola, intenti com’erano a parlare solo di espropri. E anche qui non si capisce il loro silenzio, visto che dovrebbero rappresentare le loro collettività sanno bene che l’opposizione tra i loro cittadini a quest’opera che taglierà fuori interi territori è alta e forte.

Poi il ministro del bla bla bla ha dichiarato che “bisogna recuperare il tempo perduto”. Ma di quale tempo perduto stia parlando il ministro, considerato che fino a qualche settimana fa tutto era in ordine e si procedeva secondo i tempi prefissati? Forse qualcuno gli avrà detto che se lo scorda che i lavori possano partire nella primavera prossima? E lui da grande ciarlatano inizia a preparare il terreno per annunciare il rinvio a fine anno…. E poi all’anno prossimo… e così via.

Non poteva non parlare della statale 106 dopo la tragedia di Montauro: “Mi occuperò anche della statale 106, le immagini dell’incidente che c’è stato qualche giorno fa sono ancora impresse nella mia mente”. Ma come? Ha sempre detto che si stava già occupando della statale 106 dal suo insediamento e adesso ci comunica che se ne occuperà nel futuro? E  finora che ha fatto?  Alla  processione c’era anche l’Amministratore della società Stretto di Messina Spa Pietro Ciucci, che ha assicurato che “stiamo partendo anche sul discorso degli espropri. Faremo un accordo preliminare. In cinque mesi  sarà tutto pronto per partire”. Tutta la stampa e i media di regime in pompa magna erano presenti al convegno, ma nessuno che abbia avuto il coraggio di chiedere a Salvini e Ciucci dello scandalo Anas. Eppure vi erano domande facili facili da fare.

PONTE SULLO STRETTO E SALVINI (https://www.iacchite.blog/ponte-sullo-stretto-ecco-perche-salvini-non-parla-piu-benvenuti-nel-fantastico-mondo-dei-lavori-pubblici/)

A Salvini potevano chiedere se ritiene eticamente giusto mantenere Massimo Simonini nel suo ruolo di Commissario della statale 106  dal momento che è coinvolto nell’indagine  su Tommaso Verdini con l’accusa di essersi messo a disposizione della lobby  fornendo alcune informazioni riservate. A Pietro Ciucci avrebbero potuto chiedere della nomina di Omar Mandosi, funzionario dell’Anas, come direttore  delle risorse umane della società Stretto di Messina, visto che il suo nominativo viene tirato in ballo più volte in intercettazioni tra i protagonisti della lobby Verdini. Come scrive Marco Lillo su Il Fatto Quotidiano: “… in una  intercettazione, stavolta del 30 ottobre 2021, Pileri dice a Mandosi: “Sei tornato, stai facendo una grossa cosa per la famiglia che Denis ogni volta che ne parla gli brillano l’occhi. Deve ave sta cosa de la figlia”.

E’ imbarazzante il silenzio scelto su questi episodi. Salvini e Ciucci possono scegliere la via del silenzio. Sappiano che questa vicenda peserà come un macigno su tutti i lavori pubblici che verranno programmati in  Calabria. Dispiace infine che un’Università prestigiosa come la Mediterranea di Reggio Calabria si presti a queste campagne pubblicitarie. E dispiace constatare che tra tutto il corpo docente di alto livello e nel mondo studentesco nessuno abbia posto domande. E’ proprio vero: siamo un popolo di imbalsamati