Alfredo Serrao è morto da qualche ora e a Catanzaro non mancano le persone che hanno pianto la sua scomparsa. Serrao faceva politica anche se non era un politico e di conseguenza aveva molti avversari, ai quali spesso e volentieri non le mandava a dire. Ha fatto diversi errori di valutazione e non l’ha mai negato, anche poco tempo prima di lasciare questa vita terrena. Ha sbagliato a legarsi a determinate persone, delle quali ormai è persino inutile fare il nome, ne ha pagato le conseguenze politiche e ha sperato – alle ultime elezioni comunali di Catanzaro – di legarsi al carro giusto. Ma ha sbagliato ancora una volta.
Chi vi scrive aveva conosciuto Alfredo Serrao qualche anno prima dell’ultima campagna elettorale catanzarese, quella del 2022 che ha incoronato Nicola Fiorita sindaco. Mi aveva colpito la sua profondità nell’analisi del fenomeno politico catanzarese e di riflesso anche calabrese ma soprattutto la sua preparazione e la sua cultura. Non posso nascondere di essermi rivolto molte volte a lui per capire cosa accadesse nella realtà del capoluogo di regione e non posso negare che le sue informazioni molte volte si sono rivelate preziose e importanti. Alfredo, poi, era insuperabile quando si occupava di sanità e quando spiegava gli intrecci alla base di vicende purtroppo ancora molto attuali come quelle della clinica Sant’Anna e della Fondazione Betania. Non posso nascondere che Alfredo nel corso degli ultimi anni della sua vita mi ha aiutato molto nel codificare queste vertenze e oggi che non c’è più non posso non ringraziarlo per quello che ha fatto non tanto per me ma per l’amore di verità che comunque l’ha sempre animato.
Gli avevo anticipato che Fiorita sarebbe diventato sindaco di Catanzaro con le stesse modalità con le quali Franz Caruso aveva “vinto” le elezioni comunali di Cosenza. Gli spiegavo che anche a Catanzaro, così come a Cosenza, il partito unico del potere aveva pianificato a tavolino chi avrebbe vinto. Alfredo non voleva credermi, fino all’ultimo ha sperato che vincesse Donato ma alla fine ha capito che avevo ragione, ha riconosciuto la mia lungimiranza e ha capito di avere sbagliato ancora. Non è mai stato fortunato in politica il povero Alfredo e anche il destino si è accanito contro di lui.
Oggi, prima dell’ultimo saluto, mi piace ricordare la sua memoria con il suo testamento virtuale che ha lasciato ad amici, avversari, ex amici e conoscenti vari. E’ un’amara riflessione sul perdono, che mi aveva già colpito molto. Prima o poi renderò pubblico anche il suo ultimo desiderio, che però è subordinato al realizzarsi di alcuni eventi, che al momento non è possibile prevedere che accadano. Intelligenti pauca… Ma ecco il testamento di Alfredo, tra l’altro ancora visibile sulla sua pagina FB. (g. c.)
Perdonare qualcuno non significa
condonare il suo comportamento.
Non significa nemmeno dimenticare il modo in cui ti ha ferito
e neppure concedergli di farti ancora del male.
Perdonare significa fare pace con ciò che è successo.
Significa riconoscere la tua ferita,
dandoti il permesso di sentire dolore,
e di comprendere che quel dolore non ti serve più.
Significa lasciar andare il dolore ed il risentimento
per poter guarire ed andare avanti.
Il perdono è un dono a te stesso.
Ti libera dal passato e ti consente di vivere nel tempo presente.
Quando perdoni te stesso e perdoni gli altri, sei veramente libero.
Perdonare significa liberare un prigioniero
e scoprire che quel prigioniero eri tu.
Santo Giorno a Tutti☀️