(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Ieri Giorgia Meloni prima di volare a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario è stata ad Aosta per firmare l’accordo per i Fondi di Coesione e Sviluppo 2021-2027. Soldi europei già stanziati che vengono ripartiti con i patti firmati tra governo e Regioni. Fino a oggi la premier ne ha già sottoscritti sei e nelle prossime settimane andrà anche in Toscana e Abruzzo. Su questi patti ha intenzione di costruire la campagna elettorale per le elezioni europee. A cui aggiungerà presto qualche comizio – in tutto non ne farà più di 4 o 5 – nelle Regioni in cui si vota e in alcune grandi città e diverse ospitate televisive per far sentire la propria presenza.
Negli ultimi giorni la leader di Fratelli d’Italia ha studiato con i suoi collaboratori più stretti la campagna elettorale per le elezioni europee. Si dovrebbe candidare in prima persona escludendo la sorella Arianna e i ministri e l’obiettivo è chiaro: dopo le polemiche da parte di Giuseppe Conte sulle “candidature finte” (cioè chi corre per Bruxelles ma non occupa lo scranno), Meloni non vuole dare l’idea di togliere tempo al suo incarico istituzionale per candidarsi alle europee. Per questo cercherà di unire impegni istituzionali ai pochi comizi elettorali.
I patti nelle Regioni sui Fondi di Coesione e Sviluppo sono uno dei modi per uscire da Palazzo Chigi, anche perché Meloni in queste occasioni aggiunge sempre altri eventi che coinvolgono cittadini ed elettori (ieri la piazza di Aosta con selfie inclusi). Nei mesi scorsi la premier è stata in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e Marche e nelle prossime settimane aggiungerà Toscana e Abruzzo (dove si vota il 10 marzo) e le altre Regioni, soprattutto quelle del Sud. Alla firma di questi patti, Meloni sommerà la partecipazione a eventi sul territorio in cui possa stare a contatto con imprese ed elettori, come la Fashion Week di Milano a fine febbraio.
Inoltre, la presidente del Consiglio non rinuncerà del tutto a fare comizi ma li concentrerà solo nelle Regioni in cui si vota – probabile a Cagliari prima di fine febbraio per sostenere il meloniano Paolo Truzzu (ma si stanno studiando le date che potrebbero combaciare con un viaggio a Kiev), sicuramente a L’Aquila a marzo per Marco Marsilio – mentre li farà per le europee solo a maggio: dovrebbe scegliere una città per circoscrizione e provare a trainare la lista di Fratelli d’Italia con comizi di partito solo nella fase finale della campagna elettorale, dicono due esponenti di FdI a conoscenza della questione.
Per evitare l’effetto “leader di partito” in piazza, Meloni nelle prossime settimane aumenterà la sua presenza in televisione, dove dovrebbe annunciare anche la sua candidatura prima della formazione delle liste. È già stata a Quarta Repubblica da Nicola Porro, tornerà da Bruno Vespa su Rai1 e vuole concedere interviste anche ad altri conduttori con cui ha più feeling come Paolo Del Debbio su Rete 4.
Sulle ospitate televisive è passata quasi inosservata la caduta del veto sui ministri di Fratelli d’Italia nei talk show Mediaset, ordinato dopo i fuorionda di Andrea Giambruno che avevano portato alla rottura tra il conduttore e la premier. La campagna elettorale, d’altronde, si avvicina e serve la presenza di tutti i dirigenti ed esponenti più conosciuti del partito sul piccolo schermo. Lunedì proprio a Quarta Repubblica è tornato il ministro della Difesa Guido Crosetto mentre questa sera da Del Debbio a Diritto e Rovescio tornerà il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, titolare del verbo meloniano. Nelle ultime settimane, invece, sono stati spinti dirigenti e parlamentari che “bucano” maggiormente lo schermo e sono più vicini al pensiero di Meloni e del suo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari: Augusta Montaruli, Sara Kelany, Francesco Filini e Carlo Fidanza.