Il deus ex machina di Legambiente della Sila, Antonio Nicoletti, marito della dirigente del Comune di San Giovanni in Fiore Filomena Bafaro, braccio destro di Marco a ‘mbroglia (al secolo Marco Ambrogio, segni particolari: comunista col culo degli altri) parla di ambiente, dei massimi sistemi mondiali e non si e’ accorto (o ha fatto finta di non accorgersene) che nella sua città hanno tagliato alberi centenari su via Roma (Ztl) per mettere una distesa di cemento e mattonelle.
Per 7 lunghi mesi il depuratore di ponte Olivaro ha sversato i liquami nel fiume Neto senza che lui, l’amico dell’ambiente, spendesse una sola parola. Evidentemente la presenza del cognato, Antonello Martino, tragicomico assessore-benzinaio ha impedito al Nicoletti di proferire parola. Una vergogna sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi vent’anni ha avuto sempre da ridire. Oggi muto come un pesce.
Il dirigente (?) di Legambiente Sila però rilascia una lunga intervista all’ex deputato Franco Laratta, oggi giornalista alla corte del nano di Limbadi che tutto è tranne che… limpido. Per essere più chiari, è sempre in odor di ‘ndrangheta anche se ha cambiato profumo. L’ex deputato, un parassita della peggiore specie e della peggiore malapolitica, che nessuno ricorda per un qualcosa fatto per il territorio (niente di niente, solo per le sue tasche…) scrive di tutto e di più ma del taglio degli alberi, del depuratore che sversa direttamente nel fiume, di una ciclovia disegnata sull’asfalto non ha detto e scritto una parola. Eppure è stato deputato, ha campato e probabilmente campa ancora con i soldi dei cittadini, e avrebbe il dovere di dire qualcosa, anche perché è ancora un dirigente del Pd locale. Dicono che vive a San Giovanni in Fiore ma non se ne accorge nessuno. Silenzio assoluto. Meglio tenersi buoni i reali e la pappatoia. Non si sa mai! Povera San Giovanni…