(Dott. Paolo Caruso) – Il Potere si ribella contro i tre giornalisti di inchiesta della carta stampata “DOMANI”, abituato com’è a un certo tipo di giornalismo mainstream. Infatti i giornalisti di “Domani” vengono indagati in seguito ad uno esposto del Ministro della difesa Guido Crosetto con l’accusa di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto nell’ambito dell’inchiesta che ha messo in luce il conflitto di interessi del Ministro Crosetto che prima della nomina ministeriale avrebbe fatto da consulente per la società “Leonardo”, società leader nella vendita delle armi.
Le leggi dovrebbero proteggere il lavoro svolto dai giornalisti non mettendo a rischio chi indaga per far conoscere notizie suffragate dai fatti e di pubblico interesse; in tal senso si scivolerebbe verso un sistema di potere che porterebbe inesorabilmente ad un soffocamento delle libertà di stampa e di opinione.
La legge Frattini del 2004 è per molti aspetti inadeguata a contrastare i conflitti di interessi sempre più presenti tra i parlamentari e cosa più riprovevole tra i rappresentanti di governo. E’ sempre più urgente a tal uopo aggiornare le normative vigenti introducendone altre nuove che possano scardinare la legge Frattini così da mettere fine a questo indecoroso modo di proteggere gli interessi privati dei rappresentanti del popolo a scapito di quelli della comunità.
Senza norme chiare e efficaci, oggi è impossibile definire il confine tra ruoli e funzioni compatibili e non con gli interessi pregressi ed in atto. I parlamentari al di là di eventuali responsabilità penali dovrebbero attenersi rigidamente a comportamenti etici e di opporunità confacenti alla propria carica pubblica. Purtroppo ancora oggi la squadra dei parlamentari in conflitto di interessi rappresenta un numero ragguardevole che attraversa tutte le forze politiche, superando l’ordine di un centinaio.
Si va dalle consulenze di Matteo Renzi all’Arabia Saudita ai conflitti di interessi di Maurizio Gasparri, dai conflitti di interessi del Ministro Crosetto con la società Leonardo alle zone d’ombra di Salvini nei confronti dei Verdini padre e figlio implicati in una vicenda di mazzette Anas e nomine collegate al Ministero dei Trasporti di cui il “Cazzaro Verde” è il Responsabile. Insomma è tempo ormai che la storia eterna della legge sul conflitto di interessi che da molti decenni infiamma la dialettica politica italiana faccia il suo corso e senza annacquamenti vari veda finalmente la luce così da mettere fine a questi scandali.