Jole e Roberto, i furbetti dell’interrogazione

Jole e Roberto corrono ai ripari.

Anzi, come vedrete, mettono le mani avanti. Segno di una evidente preoccupazione. Zitti zitti, e senza fare strusciu, a differenza delle altre volte, presentano in sordina, senza neanche produrre un comunicato stampa, una bella interrogazione parlamentare, indovinate su che cosa? Non ci crederete mai: sugli affidamenti diretti.

Chiedono alla seduta di annuncio, 638 del 15/06/2016, al ministro degli Interni Alfano e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di spiegare se “all’indomani” dell’entrata in vigore  del nuovo e recentissimo codice che regola i contratti pubblici, varato lo scorso aprile del 2016, ci siano stati dei significativi risultati.

Cioè, i deputati chiedono: il nuovo codice evita l’abuso delle urgenze e gli appalti spezzatino?

Anche alla luce del fatto, sottolineano i due deputati, che la stessa Autorità nazionale anticorruzione, a seguito di un’analisi svolta sugli appalti di servizi e forniture in un periodo che va dal primo gennaio 2010 al 10 marzo di quest’anno in 116 comuni capoluogo, ha denunciato, in particolare, una sistematica disapplicazione delle norme in materia di calcolo del valore dell’appalto e di affidamenti diretti o in economia del codice dei contratti pubblici.

Come a dire: siccome succede in tutta Italia, come dice Cantone, che i sindaci fanno un abuso di questo strumento, non è che adesso ce la prendiamo solo con Mario Occhiuto?

Una interrogazione fatta per creare un alibi al sindaco Occhiuto che si fonda sul concetto tutto mafioso del così fan tutti. E poiché tutti i sindaci lo fanno, ergo, Occhiuto è innocente. Hai capito come passano il tempo i due deputati?

Il finale di questa interrogazione è bellissimo, e mette in evidenza ciò che dico: “ulteriore elemento informativo sarebbe l’analisi sulle dinamiche di aumento o diminuzione di tali fenomeni (di imbroglio) a seguito dell’elezione di una nuova amministrazione – quali siano i dati relativi alle procedure di affidamento dei lavori per servizi e forniture nei comuni di Milano, Torino, Firenze e Reggio Calabria, confrontando i valori percentuali sul totale degli affidamenti negli anni 2010 e 2014”.

Guarda caso gli anni che interessano la prima amministrazione Occhiuto, quella che è finita sotto la lente di ingrandimento dei magistrati, senza contare poi il “paragone” del dato a seguito dell’elezione di una nuova amministrazione.

Cioè, Occhiuto è stato eletto il 2011, quindi se ha fatto meno affidamenti del cardinale Ambrogio è da considerarsi onesto. E’ questo il senso di questa interrogazione.

Roba da pazzi. In sostanza, per fare un paragone giudiziario, questa interrogazione mira a creare un “precedente giuridico”, ovvero un documento ufficiale dove è scritto che il metodo Occhiuto di fatto è prassi in tutta Italia, e in quanto tale non si può considerare reato. Dunque, Occhiuto, caso mai qualcuno abbia qualcosa da dire sulla sua gestione degli affidamenti, in base a questi precedenti, va assolto.

Comunque valutate voi il senso di questa interrogazione, di seguito il testo integrale.

occhiuto e jole OCCHIUTO e SANTELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

il codice dei contratti pubblici, servizi e forniture di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, abrogato dal nuovo codice di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recava specifiche previsioni per le procedure di affidamento diretto, nonché specifiche misure per il calcolo del valore di appalti di servizi e forniture che presentano carattere di regolarità o sono destinati ad essere rinnovati entro un determinato periodo;

lo stesso codice prevedeva, inoltre, che nessuna prestazione di beni, servizi potesse essere artificiosamente frazionata allo scopo di sottoporla alla disciplina delle acquisizioni in economia (divieto di artificioso frazionamento);

nel nuovo e recentissimo codice entrato in vigore lo scorso aprile 2016, rimane confermato l’affidamento diretto, adeguatamente motivato, per lavori, servizi e forniture di importo inferiore a 40.000 euro, rispetto al quale deve comunque rispettarsi il principio del divieto di frazionamento artificioso (reso ancora più pregnante dall’obbligo di programmazione per gli acquisti di beni e servizi per importi unitari pari o superiore a 40.000 euro).

Si devono peraltro richiamare sul punto le raccomandazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione, dettate nella propria determinazione n. 12/2015 («Aggiornamento 2015 al piano nazionale anticorruzione»), ove, «con specifico riguardo alle procedure negoziate, affidamenti diretti, in economia o comunque sotto soglia comunitaria», si è suggerita l’adozione di «Direttive/linee guida interne che introducano come criterio tendenziale modalità di aggiudicazione competitive ad evidenza pubblica ovvero affidamenti mediante cottimo fiduciario, con consultazione di almeno 5 operatori economici, anche per procedure di importo inferiore a 40.000 euro»;

in attesa delle linee guida dell’ANAC, che stabiliranno le modalità di dettaglio per supportare le stazioni appaltanti e migliorare la qualità delle procedure sotto-soglia, è comunque necessario rilevare, alla luce dei presupposti normativi citati, un fenomeno comune che riguarda in generale tutte le autonomie locali nel ricorso a procedure di affidamento diretto, divenute di fatto procedure ordinarie; anziché di carattere eccezionale come prevista dal Codice;

la stessa Autorità nazionale anticorruzione, a seguito di un’analisi svolta sugli appalti di servizi e forniture in un periodo che va dal primo gennaio 2010 al 10 marzo di quest’anno in 116 comuni capoluogo, ha denunciato, in particolare, una sistematica disapplicazione delle norme in materia di calcolo del valore dell’appalto e di affidamenti diretti o in economia del codice dei contratti pubblici;

oltre ai dati in merito agli affidamenti diretti nei principali comuni capoluogo del nostro Paese, sarebbe interessante analizzare se, ai fini dell’attenuazione di tale fenomeno, gli strumenti di indirizzo e controllo in capo agli amministratori abbiano ottenuto dei risultati significativi;

ulteriore elemento informativo sarebbe l’analisi sulle dinamiche di aumento o diminuzione i tali fenomeni a seguito dell’elezione di una nuova amministrazione –:

quali siano i dati relativi alle procedure di affidamento dei lavori per servizi e forniture nei comuni di Milano, Torino, Firenze e Reggio Calabria, confrontando i valori percentuali sul totale degli affidamenti negli anni 2010 e 2014. (4-13507).