Unical, assemblea di ateneo: “La nostra lotta in solidarietà al popolo palestinese non si ferma”

Ieri l’assemblea di ateneo si è trasformata in corteo durante il quale è stato sanzionato il rettorato con palloncini di vernice

La nostra lotta in solidarietà al popolo palestinese non si ferma!

Ieri si è svolta con successo l’assemblea di ateneo che avevamo lanciato dopo una settimana di Acampada e dopo aver esposto le nostre rivendicazioni in Senato Accademico. L’assemblea, momento per noi di discussione fondamentale, ci è stata concessa senza il patrocinio dell’università e la sospensione della didattica, come da noi richiesto.

Nonostante ciò, l’assemblea, molto partecipata, ci ha permesso di confrontarci anche con studentə di altre università del mondo e di sentire le voci della nostra università e del mondo sindacale che si levano contro il genocidio e la complicità del mondo della ricerca. Questi dati positivi sono controbilanciati dalla mancata presenza e dalla fredda indifferenza a questo processo di lotta della Governance dell’Ateneo e della rappresentanza studentesca, che nel mentre si vantava sui giornali di aver prodotto una “storica mozione per la pace”, in linea con la posizione espressa dalla CRUI.

Come abbiamo detto più volte ieri, quella del Senato è una mozione totalmente retorica e priva di qualsiasi presa di posizione concreta. L’atteggiamento della Governance risulta ancora più grave alla luce dei ripetuti massacri di civili e profughi innocenti che stanno avvenendo a Rafah in questi giorni. Pretendiamo una presa di posizione netta contro il genocidio, con parole chiare e senza ambiguità di fondo. Pretendiamo, inoltre, l’inserimento nello statuto d’ateneo di un punto che esprima chiaramente il rifiuto di accordi con aziende belliche e una presa di posizione da parte della CRUI, oltre che contro gli accordi di collaborazione con aziende belliche, per il ritiro del bando Maeci e degli accordi di ricerca con università israeliane.

Per questo, dopo ore di assemblea, abbiamo deciso di muoverci in corteo verso il rettorato, per ribadire ancora una volta la complicità che le istituzioni hanno nel genocidio. Qui abbiamo sanzionato il rettorato con il sangue del popolo Palestine e attaccato uno striscione per mantenere viva l’attenzione su Rafah.

La lotta in solidarietà al popolo palestinese e la lotta contro le collaborazioni del nostro paese e delle nostre università con Israele e con tutte le aziende che rendono possibile il genocidio non si fermerà!
Non è più possibile restare inerti e in silenzio davanti a tutto ciò che sta accadendo, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo!
Free palestine