“Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli”. Così Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio nello Jonio. “La scena – racconta – era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano”.
Oltre 60 migranti risultano dispersi dopo il ribaltamento della barca a vela sulla quale viaggiavano a circa cento miglia dalla costa della Calabria. In soccorso dell’imbarcazione é giunto un mercantile che ha trasferito successivamente 12 migranti superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. In porto è arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, al momento, non ne é stata recuperata nessuna. I migranti che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Tra le 12 persone giunte a Roccella Ionica c’é anche una donna in stato di gravidanza e altri due bambini. Secondo la ricostruzione dei sopravvissuti, il motore dell’imbarcazione, partita otto giorni prima dalla Turchia, si sarebbe incendiato, facendo rovesciare lo scafo a 110 miglia nautiche dalle coste italiane. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli”, ha raccontato Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella che stamattina era al porto e ha assistito i superstiti. Questi e parte dei dispersi in mare provengono da Iran, Siria e Iraq. Di quanto é accaduto è stata informata la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando l’attività investigativa.
Il comunicato della Guardia costiera
Da questa notte la Guardia costiera è impegnata nelle ricerche di eventuali dispersi, a seguito del naufragio di una barca a vela con migranti a bordo, partita presumibilmente dalla Turchia. L’attività è stata avviata a seguito di un “may-day” lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 mg dalle coste italiane, al limite delle aree SAR di competenza della Grecia e dell’ Italia che, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, recuperava a bordo 12 migranti. Raccolto il mayday il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano (IMRCC) della Guardia Costiera di Roma, dirottava immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo ATR42 della Guardia costiera e le motovedette CP305 e CP326 di stanza in Calabria. Sul posto intervenivano anche assetti Frontex. I 12 naufraghi, prima trasbordati dall’unità francese su un mercantile, venivano recuperati a bordo della CP305 che dirigeva verso il porto di Roccella Jonica. Qui i migranti sono stati sbarcati e affidati alle cure dei sanitari del 118. Uno dei migranti è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. Le ricerche in zona sono attualmente in corso con assetti della Guardia costiera e di Frontex.