Padre Fedele assessore è la prova del disagio sociale in città

A proposito della nomina di Padre Fedele ad assessore 

Un post di Andrea De Bonis, deus ex machina del “Filo Rosso” all’Università della Calabria ormai da 20 anni ha scatenato una bella discussione su FB.

Riportiamo il pensiero di De Bonis e altri commenti.

La nomina del monaco (padre Fedele) ad assessore del comune di Cosenza con delega al disagio e all’emarginazione è una bella notizia per tutta la Cosenza, libera, solidale e ribelle. Un riconoscimento di fatto ad una persona che dal nulla è riuscito a dare risposte concrete ai bisogni degli “ultimi” e degli “emarginati” (mensa dei poveri, oasi francescana, raccolta fondi x l’Africa) ed è stato fondamentale nell’aver trasformato gli Ultrà Cosenza in persone impegnate nel sociale con diverse iniziative di solidarietà (ricordate il primo raduno nazionale?). Il monaco è stato il primo a scendere in piazza nel 2002 in difesa dei no global arrestati. Per il suo essere “contro” ha sofferto e pagato in prima persona. Criticarlo oggi solo per avere accettato la nomina, significa rinnegare la storia recente della città e mancare di rispetto alla “meglio gioventù” degli ultimi 30 anni a Cosenza. Aspettiamo e giudichiamo gli atti.

Andrea De Bonis 

Occhiuto non è nuovo a questi colpi di teatro, costruiti ad hoc per disinnescare ogni dissenso. Fumo negli occhi.

Nel primo mandato fu l’acqua al campo rom pochi giorni dopo l’elezione a sindaco; tutte le associazioni ad applaudire, gesto di umanità, buoni propositi e ricordiamoci di come andò a finire.

L’assessorato a Padre Fedele è la prova che del disagio sociale, del welfare, degli “ultimi” ad Occhiuto non frega nulla. Ed ha trovato un simbolo della “sinistra” a cui passare la patata bollente.

Chi andrà sotto il palazzo a rivendicare diritti, casa e reddito, da domani al posto di un politicante da strapazzo o un dirigente spocchioso si troverà a parlare col monaco compagno di mille avventure ed ecco sedato il conflitto.

Spero solo che possa essere una scheggia impazzita e rovinare questa brillante operazione di marketing. Quanto alla Cosenza libera, solidale e ribelle, farebbe bene a resuscitare e organizzarsi invece che attendere altre buone notizie o elemosine da Occhiuto. Dignità.

Dario Della Rossa

Beh…quanto meno, dal momento che questa mi pare sia la prima nomina (scusate se sbaglio, sono un poco avulso dalla politica di regime e queste quisquilie mi appassionano come una sera d’estate sul Krati Boulevard), si riconosce che in città l’emarginazione, il disagio sociale e la povertà sono problemi concreti e scottanti. No, perché solo poche settimane addietro sembrava Alice nel paese delle meraviglie.

Manolo Muoio 

Nessuno disconosce ciò che Fedele ha fatto o quell’ingiustizia assurda che ha dovuto subire. Mi lascia perplesso che uno come lui, che ha fatto sempre le cose “dal basso”, scontrandosi in maniera anche violenta con le istituzioni, abbia fatto questa scelta che secondo me è un’operazione vetrina. Poi, ovviamente, va giudicato il lavoro, ma l’analisi e le possibili soluzioni dei temi della povertà e del disagio non necessitano solo di un pur autorevole portavoce, ma di interventi seri. Avrà questa potestà il monaco? Aspettiamo e vediamo.

Alessandro Iantorno 

È una di quelle notizie che lasciano interdetti. Da una parte e’ sicuramente una cosa positiva: nessuno meglio di lui può fare l’assessore alla povertà ed al disagio. Dall’altra parte c’è l’evidente metodo democristiano di mettere dentro i potenziali oppositori ed allo stesso tempo fare nomine che danno visibilità nazionale, utili per un futuro politico oltre cosenza per il sindaco. Dobbiamo aspettare i fatti. Solo quelli ci diranno se ne è valsa la pena o no. Sicuramente però non sono tra quelli che condannano a prescindere la sua scelta di accettare. Sporcarsi le mani in politica può essere anche un gesto nobile e coraggioso, se si fanno le cose utili.

Vincenzo Carrieri