Mentre il nostro presidente della regione gioca a fare l’investigatore privato per scovare infermieri imboscati, il sistema 118 resta in affanno nonostante i suoi spot pubblicitari. Dopo “soli” cinque mesi dalla pubblicazione della graduatoria degli autisti vincitori e idonei si è riusciti a chiamare i soli vincitori che hanno preso servizio giorno primo luglio e già vengono contattati dalla Centrale per essere spostati dalla postazione assegnata a dove ci sono carenze di personale per malattia o ferie facendo fare loro straordinari ancora prima di iniziare.
Questo per capire che si è sempre sotto organico, quindi se adesso per lo scorrimento della graduatoria degli idonei dobbiamo aspettare Natale o la Befana o peggio ancora le prossime elezioni… sarebbe il caso di dircelo, caro Robertino.
Nel frattempo i privati continueranno a fare utili in tutte le province calabresi grazie alla complicità di qualche dirigente, come sta avvenendo all’interno dell’Asp di Vibo Valentia che ha autorizzato con delibera n.806/cs del 2/5/2024 e su proposta del direttore dell’area sud del 118 l’affido ad associazioni del terzo settore per la copertura delle postazioni h24 di Mongiana, Vibo Valentia, Nicotera, Filadelfia e Pizzo per il trasporto di infermi con mezzi di soccorso di base a 60€ l’ora senza rendicontazione per come previsto dalla stazione unica appaltante ASP Cosenza.
Dopo l’articolo del mese scorso che è servito a revocare immediatamente l’attivazione delle suddette postazioni con a bordo autista e due OSS dove il servizio di emergenza-urgenza si trasforma in servizio taxi di pazienti verso l’ospedale intasando il pronto soccorso magari senza averne realmente bisogno… quanto deliberato dall’Asp di Vibo Valentia ha scatenato non pochi malumori tra le associazioni del terzo settore cosentino pronte a determinarsi con il direttore generale dell’Asp di Cosenza per avere un trattamento equo.
C’è chi ci tiene a vendere fumo alla popolazione facendo credere di dare un servizio efficiente, in realtà cosa potranno mai fare un autista soccorritore e due operatori socio sanitari a bordo di un’ambulanza di emergenza e urgenza se non caricare il paziente qualsiasi cosa abbia senza poter prendere un accesso venoso, senza poter fare un tracciato o un minimo di diagnosi poiché non è nelle loro competenze. Questi operatori hanno esperienza nel settore o si stanno avventurando sottovalutando le responsabilità che verranno a loro scaricate qualora succeda qualcosa? Sono a conoscenza della responsabilità penale a loro carico in caso di denuncia e alle spese legali che dovranno sostenere per provare a dimostrare che hanno fatto il possibile nel limite delle loro funzioni? I cittadini calabresi meritano di essere tutelati a livello sanitario come i cittadini del Nord!
Lettera firmata