Sembrava di assistere ad una scena del “Gattopardo” e, con tutta sincerità, non è stato per niente bello.
Esattamente tre anni fa, il 29 giugno 2016, mentre nell’aula 1 della Corte d’Assise di Cosenza era in corso di svolgimento la drammatica testimonianza del padre del piccolo Giancarlo, il bambino di 4 anni morto annegato nella piscina comunale di Campagnano, ad un certo punto si è materializzata una visione celestiale.
Il neoprocuratore capo della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo (che si sarebbe insediato ufficialmente il giorno dopo) ha fatto capolino nell’aula accompagnato dal procuratore aggiunto Marisa Manzini in versione boccolosa. Se non fosse stato per il bianco insistente nei capelli del dottore Spagnuolo (la dottoressa Manzini aveva già consigliato una tintura ad hoc ma non è stata ascoltata), la scena sarebbe potuta corrispondere ad un giorno come tanti di vent’anni fa.
Tutto fermo, tutto tale e quale a prima. Il Tribunale sempre più porto delle nebbie nonostante eventi di cronaca sempre più drammatici, come un bambino ucciso dalla negligenza di quattro signorotti borghesi della città. Due anni per incardinare un processo e poteri forti sempre in azione per tutelare i potenti. E all’improvviso, spunta Spagnuolo.
Ecco perché abbiamo pensato istintivamente al “Gattopardo” ed ecco perché abbiamo collegato le dichiarazioni del procuratore della DDA di Catanzaro, Nicola Gratteri, a questo episodio. Gratteri, parlando ad uno dei tanti convegni ai quali viene invitato, ha detto, ripetendolo anche ai microfoni della RAI, che “questi gattopardi che hanno provato ad ostacolare il mio arrivo a Catanzaro sono dei poveretti e mi divertono più che farmi arrabbiare”. Ora, noi non sappiamo chi siano i gattopardi che indica Gratteri ma stamattina ne abbiamo visti un paio.
Voi dite che sono gli stessi? Quien sabe!