Siccità e reti colabrodo “prosciugano” le sorgenti. Al via i piani di razionamento dell’acqua
La Calabria fa i conti con la “sete”
La diga del Menta ha un volume d’invaso del 40%, quella dell’Alaco invece del 72% Sorical ha allertato Prefetture e Prociv. Crotonese e Reggino i territori più esposti
Fonte: Gazzetta del Sud
CATANZARO – La crisi idrica avanza e fa paura. Le fonti sono a secco e in Calabria il quadro è da allarme rosso. La siccità e le reti colabrodo rappresentano un mix letale sulla tenuta del sistema, tanto da rendere ormai inevitabile il razionamento dell’acqua.
Gli ultimi dati disponibili, riferibili alla giornata di ieri, descrivono una situazione drammatica. Sorical, società regionale di gestione delle acque, calcola che la diga sull’Alaco (bacino di ri- ferimento del Vibonese) ha un volume di invaso del 7 percento, rispetto alla sua massima capacità, mentre quella sul Menta (che rifornisce la città di Reggio Calabria) si ferma addirittura al 40 per cento. Per capire ancora meglio la portata della situazione, è utile ricordare che la diga del Menta, lo scorso anno, sempre ln questo periodo, si trovava a circa l’85 per cento e due anni fa il volume d’invaso era al 92 per cento della massima capacità. SoricaI ha già allertato Prefetture e Protezione civile sui rischi cui si andrà incontro nelle prossime settimane, soprattutto con l’arrivo dei vacanzieri.
Razionamento dell’acqua
Di fronte a una situazione del genere, si è reso inevitabile ridurre i prelievi per garantire la produzione di acqua potabile fino al prossimo autunno. A Reggio Calabria già diversi quartieri stanno sperimentando da giorni il razionamento del prezioso liquido che sgorga dai rubinetti. Situazioni ormai ai limiti della sostenibilità anche su tutto il versante della Locride, dove le precipitazioni piovose sono state scarse negli ultimi mesi.
Nel Vibonese, in particolare nei centri marinari di Tropea, Zambrone e Parghelia, la sorgente Conture è in vistoso calo e si sta sopperendo con pozzi e bypass insieme ad altri scherni acquedottistici.
La grave siccità che interessa la Presila crotonese sta mettendo in crisi pure lo schema acquedottistico gravitante attorno al fiume Lese, da cui dipendono le sorti di decine di comuni divisi tra le province di Cosenza e Crotone. Qui le sorgenti hanno avuto un vertiginoso caso di produzione: da 130 litri al secondo a 70. Un “down’, secondo Sorical, mai registrato negli ultimi anni, tale da rendere inevitabile la turnazione dell’erogazione dell’acqua per zone omogenee.
ln provincia di Catanzaro piena emergenza a Staletti, dove i pozzi comunali e regionali hanno subito un forte calo di produzione.
Infine, in provincia di Cosenza, anche quest’anno è in carenza idrica il fiume Trionto dal quale Sorical preleva risorsa idrica per il potabilizzatore.
A salvarsi, per le precipitazioni nevose registrate lo scorso inverno, per il momento, sono soltanto gli acquedotti dell’Alto Tirreno Cosentino e della zona del Pollino. In questa porzione di Calabria non dovrebbero essere attuati piani straordinari.
L’appello dei vertici Sorical
Sorical suggerisce al tecnici comunali la chiusura notturna degli impianti e una adeguata informazione alle popolazioni coinvolte per contenere i consumi. «Siamo in piena emergenza – sottolinea Cataldo Calabretta, amministratore unico della società – , per mettere in atto ogni sforzo finalizzato ad una corretta conduzione delle reti di distribuzione interna, contrastando (anche con durezza) i prelievi e gli utilizzi impropri della risorsa idropotabile. In alcune zone sarà necessario predisporre fin d’ora opportuni piani d’emergenza ai fini di una uniforme ripartizione del deficit anche all’interno delle reti di distribuzione. L’acqua potabile c’è ma gli usi impropri impediscono una corretta distribuzione nelle reti idriche che spesso sono state costruite male e pertanto funzionano male».
Sulla necessità di ridurre le perdite si concentra anche l’ingegnere Roberto Coscarelli, ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologlca -Cnr della sede di Cosenza. «La siccità – spiega – è un fenomeno sempre esistito, ciò che è cambiato sono i tempi di “ritorno” degli dimezzati rispetto al passato. Per talc motivo diventa fondamentale ridurre al minimo gli sprechi e attuare interventi per limitare le perdite nelle reti».