Sarà per colpa di qualche antica maledizione. Sarà per colpa di una classe politica inetta e inadeguata. Sarà per colpa dei calabresi che votano sempre farabutti e incapaci. Sarà quel che sarà, ma sta di fatto che ogni qualvolta qualcuno decide di stilare una classifica, su qualsivoglia argomento, la Calabria si posiziona sempre nei bassifondi. Siamo ultimi su tutto. Non primeggiamo in niente. Nonostante, come dicono tutti, l’enorme potenziale umano e naturale della nostra regione.
Che non siamo una regione in via di sviluppo lo abbiamo capito tutti, condizione che persiste da tanto tempo, ma francamente non ci aspettavamo di finire anche nei bassifondi della classifica delle 100 regioni, nel mondo, dove si mangia meglio. La nostra tradizione culinaria merita di più. E non ha niente da invidiare a quella delle altre regioni. Ma non riscuote il meritato riconoscimento. E non solo nelle classifiche, anche sui principali food network la cucina calabrese non è mai presente, oppure occupa degli spazi in tv ridottissimi e non prevalenti. Diciamolo: è raro sentire qualcuno in giro per l’Italia o nel mondo dire, “oggi andiamo a mangiare calabrese”.
A stilare la classifica delle 100 regioni dove si mangia meglio, la famosa guida di viaggio specializzata nel settore food, TasteAtlas, fondata nel 2015 dalla giornalista e imprenditrice Matija Babic. TasteAtlas è considerata, nel mondo del food, una guida esperienziale: un lungo lavoro di ricerca di ricette storiche e popolari, in giro per il mondo, ha permesso alla TasteAtlas di stilare un vero e proprio “atlante mondiale di piatti tradizionali, ingredienti locali e piatti autentici”. Piatti della tradizione che premia ogni anno con il TasteAtlas Award, assegnato per l’anno 2023-2024 ad una regione italiana: la Campania. Su cento regioni nel mondo, la Campania si piazza al primo posto, senza se e senza ma. Seguita dall’Emilia Romagna, quinta la Sicilia e dal settimo al decimo posto sono finite rispettivamente: Lazio, Toscana, Lombardia e Liguria. La Puglia è 12esima. Al 15esimo posto il Piemonte. Al 27esimo posto il Veneto. Al 48esimo posto la Sardegna. Al 54esimo posto il Trentino Alto Adige. Al 57esimo posto la Valtellina. Al 63esimo posto la Valle d’Aosta. E all’ 81esimo posto la Calabria.https://www.tasteatlas.com/best/cities
La TasteAtlas inserisce nella classifica mondiale quasi tutte le regioni d’Italia (18), segno evidente della predominanza nel mondo della cucina italiana, e la Calabria si piazza all’ultimo posto delle regioni italiane esaminate. Si potrebbe dire che in fin dei conti ci siamo piazzati 81esimi a livello mondiale, e altre regioni italiane non sono proprio pervenute. Ma resta una magra consolazione, a maggior ragione se si guarda anche la classifica delle cento città nel mondo dove si mangia meglio, sempre stilata da TasteAtlas – con un podio tutto italiano: Roma, Bologna, Napoli – dove non compare nessuna città calabrese.
Si può fare di più: le competenze e le materia prime genuine in Calabria non mancano, ma non riusciamo a dare ai nostri piatti quel “gusto mondiale” tipico della cucina italiana. La Calabria gastronomica non è solo ‘nduja, cipolla rossa, peperoncino, e pesce stocco. I piatti della tradizione calabrese sono tantissimi, e tutti degni di stare in cima alle classifiche mondiali. Ma non riusciamo mai a scalare nessuna classifica. Per risolvere il problema bisognerebbe capire il perché, ad esempio, gli ziti al ragù napoletano, e le lasagne con il ragù alla bolognese sono piatti conosciuti in tutto il mondo, mentre il nostro altrettanto buon piatto “maccarruni a ferretto al ragù di capra”, fuori dalla Calabria non lo conosce nessuno. Oppure il perché il “lampredotto” conquista il palato dei turisti di tutto il mondo, e le nostre mazzacorde, no. E potremmo continuare… ai cuochi l’ardua sentenza.












