Giuseppe Bitonti, detto Peppino, presidente del consiglio comunale di San Giovanni in Fiore rigorosamente in quota Succurro-Ambrogio è sulla graticola. L’atteggiamento da sceriffo de noantri sfoderato in occasione dell’ultimo Consiglio lo ha riportato alla ribalta delle cronache per quanto è “fedele” alla coppia reale ma anche per quanto è pacchianamente di parte in un ruolo che invece richiederebbe se non l’imparzialità quantomeno un po’ di contegno. E invece niente…
BITONI INTIMIDISCE LA MINORANZA (https://www.iacchite.blog/san-giovanni-in-fiore-il-centrosinistra-si-ribella-bitonti-intimidisce-la-minoranza-e-utilizza-anche-le-forze-dellordine/)
La minoranza, nella nota, si lamenta a giusta ragione che il signor Bitonti non è certo nuovo a queste sue manifestazioni di “affetto” nei confronti dei suoi padroni ed in effetti poco più di un anno fa si erano ripetute le stesse scene. Al punto che una «comunicazione importante ed urgente del Comune di San Giovanni» era stata trasmessa al prefetto di Cosenza e per conoscenza al ministro degli Interni, a firma dei consiglieri di opposizione Antonio Barile, Domenico Lacava, e Antonio Nicoletti. Il terzetto non faceva sconti già allora al presidente del Consiglio comunale “reo” di avere raggruppato 5 punti all’esame dell’Assise in un’unica discussione. Nonostante, in riunione propedeutica dei capigruppo, il trio avesse manifestato divergenza, la proposta di raggruppare i 5 punti, messa ai voti, è passata a maggioranza, «violando», scrivevano Nicoletti, Lacava, e Barile, «il diritto fondamentale di intervenire singolarmente per i vari argomenti posti all’ordine del giorno, tra i quali il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, l’approvazione del Conto consuntivo 2022, nonché l’approvazione di alcune tariffe».
E non terminava qua il ricorso dei tre consiglieri, poiché facevano rilevare come «gli interventi dei sottoscritti siano stati interrotti da persone esterne al civico consesso che il presidente del Consiglio non ha avversato ma che, invece, ha tollerato». I firmatari della lettera questa volta vogliono andare in fondo ed in ultimo evidenziano come la situazione a San Giovanni in Fiore sia divenuta intollerabile perciò (avendoci pure allegato copia della convocazione della seduta consiliare in questione: ndc) termina la comunicazione – «si chiede al prefetto di convocare gli scriventi in contraddittorio al presidente del Consiglio comunale, al fine di cessare questo stato di cose».
Prim’ancora che al Dicastero dell’Interno, sarebbe spettato alla massima autorità del Governo nella provincia, la prefetta Vittoria Ciaramella, valutare e/o intervenire per fare chiarezza nel Municipio silano. Ma tutti sanno che la ormai ex prefetta Ciaramella è stata una grande amica della “regina”: un’amicizia pacchiana e grottesca esibita peraltro in ogni occasione possibile e di conseguenza nessun provvedimento era stato preso contro il sempre più imbarazzante “sceriffo” della regina. Si spera adesso che la nuova prefetta non ripeta le stesse “prodezze” di colei che l’ha preceduta…
E per chiudere il cerchio dei rapporti tra sceriffo e regina, ci piace ricordare quanto avveniva nell’anno di grazie 2022 quando la Succurro, in compagnia del marito imbroglione Marco Ambrogio se n’era andata in Kosovo portandosi dietro un codazzo di personaggi davvero esilaranti.
La regina delle caprette aveva imbarcato al suo seguito anche il tragicomico presidente del consiglio comunale di San Giovanni in Fiore, il dirigente medico dell’Asp Peppino Bitonti. Ci chiedevamo: che c’entra lui visto che la Succurro è andata in qualità di presidente della Provincia? Nella “città” dicono che dove ci sono viaggi c’è sempre Peppino e naturalmente anche la moglie.
Si dice anche che nelle foto furbescamente non appariva, e si dice anche che la coppia reale si sia portata appresso anche Franco Oliverio, detto “paperella”, fino a poco tempo fa con la tessera del Pd, autista del capo di gabinetto di Robertino, Luciano Vigna. Che fa rima con… parassita.