Il calcio italiano ma quello cosentino in particolare piange per la scomparsa di Sergio Codognato, milanese di Limbiate, classe di ferro 1944, che ha legato il suo nome alla vecchia gloriosa As Cosenza per 7 lunghi anni, dal 1970 al 1976. Giovane promessa dell’Inter in serie A, nella stagione 62-63 e 63-64, poi sempre nella massima serie con il Catania, ha giocato con le maglie di Alessandria, Salernitana e Modena, in Serie B, con la Torres in C e poi con il Cosenza. La squadra rossoblù cercava di tornare in Serie B dopo la retrocessione del 1964 ma non ebbe fortuna. Codognato si impose ben presto e fu capitano a furor di popolo disputando 217 gare e diventando una bandiera prestigiosa della squadra. 
Con il Cosenza, Sergio ha giocato sette campionati: sei di Serie C e uno di Serie D, nel 1974-75, quello di una leggendaria promozione conquistata vincendo tutte e 17 le gare giocate nel “fortino” dello stadio San Vito. Codognato era un libero elegante e dalle indiscusse qualità tecniche e agonistiche ma ancora oggi viene ricordato in maniera particolare dalla tifoseria cosentina non solo per i suoi trascorsi ma anche per i suoi leggendari calci piazzati. Calciava delle vere e proprie punizioni-bomba che molto spesso gonfiavano le reti avversarie. E naturalmente era il rigorista della squadra: Segnò 27 gol con la maglia rossoblù (15° nella classifica marcatori di tutti i tempi del club) e proprio a Cosenza iniziò la sua carriera di allenatore-giocatore nel 1976. Ciao capitan Codognato, bandiera indiscussa del Cosenza degli anni Settanta.
La morte di Sergio Codognato mi addolora in modo particolare.
Il primo gol che vidi segnato dal Cosenza fu un suo calcio di punizione.
Libero, Capitano, leader indiscusso, un’eleganza calcistica pazzesca.
Con Codognato vola via un altro pezzo della mia infanzia.
La tribuna B che urlava “Sergio Sergio” quando dalla difesa accorreva a calciare le punizioni, io chiudo gli occhi e ancora la sento.
Ciao Grande Campione.. (Sergio Crocco)
LA CARRIERA DI SERGIO CODOGNATO
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