Ogni cittadino catanzarese consuma al giorno circa 660 metri cubi di acqua, una cifra monstre basti considerare che secondo uno studio che compara le medie delle città europee il consumo quotidiano pro capite in una città come Catanzaro non dovrebbe superare i 220 litri. Per alcuni il sintomo che quasi due terzi dell’acqua si perde lungo le tubature. Dietro questo dato si nasconderebbero infatti i veri motivi della grande “sete” che in queste settimane ha colpito la città e in particolare i quartieri della periferia sud dove sono dovute intervenire le autobotti per garantire l’acqua ai cittadini. Per capire cosa sta accadendo occorre ricostruire l’intera catena della distribuzione idrica nel capoluogo calabrese. A fornire l’acqua ai catanzaresi è il lago del Passante. Da lì il prezioso liquido finisce nelle Vasche di Magisano, poi nell’impianto di potabilizzazione di Santa Domenica, ancora nei pozzi di Alli e del Corace e infine nei serbatoi distribuiti per la città attraverso le cosiddette “dirette”. Fino a questo punto l’intera filiera è gestita dalla Sorical, dai serbatoi alle case invece la competenza è del Comune.
Lo schema è semplice l’acqua del Passante dopo i vari passaggi va nei serbatoi e da qui nelle case dei catanzaresi. O almeno così dovrebbe essere. Infatti per funzionare senza intoppi i serbatoi dovrebbero essere pieni e quindi con una pressione che consente al prezioso liquido di sgorgare anche dal rubinetto dell’ultimo piano degli edifici sulle colline. E invece è accaduto nel corso degli anni che in alcune zone della città venisse consentito l’allaccio alle condotte dirette della Sorical. In questo modo l’acqua viene prelevata prima di arrivare al serbatoio. Quest’ultimo quindi non si riempie e perde pressione non riuscendo a garantire la spinta per portare l’acqua fino alle case in collina. E’ quello che accade per esempio in via Izzi de Falenta o nel quartiere Santa Maria proprio per i collegamenti alle due condotte Giovino e Savuco. Proprio per tentare di riempire i serbatoi recando meno disagio possibile ai cittadini, il Comune in queste settimane ha più volte chiuso l’erogazione dell’acqua in alcune zone.
Da parte sua Palazzo De Nobili ha iniziato la sua battaglia agli sprechi. Innanzitutto i controlli agli usi impropri del prezioso liquido. Già dall’anno scorso, dopo l’ordinanza del sindaco Fiorita, i vigili urbani hanno iniziato una serie di controlli ed elevato decine di sanzioni a cittadini che utilizzavano l’acqua per irrigare orto o giardini o peggio si erano collegati abusivamente alla rete idrica.
Altro buco nero dove sparisce l’acqua destinata alle case dei catanzaresi sono le perdite. Per quelle cosiddette evidenti, il Comune ha firmato una convenzione con una ditta che assicura di intervenire per riparare il guasto in poche ore. Più complessa la vicenda per le perdite occulte, la dispersione di acqua lungo le tubature interrate. Per scoprire e ripararle, l’amministrazione ha iniziato una lunga opera di monitoraggio nelle aree più a rischio. Si parla di tubature lunghe chilometri, per individuare la rottura si parte dal serbatoio che registra i volumi di entrata e di uscita Se emergono dati anomali, si inizia la ricerca dividendo la condotta in segmenti, chiudendo tratto dopo tratto e controllando la pressione fino a trovare il punto esatto. E’ quanto accaduto per esempio in questi giorni a Santa Maria dove alla fine è stata trovata una perdita che impediva la normale erogazione dell’acqua in alcuni condomini.
Ad aggravare l’emergenza ci sono poi i guasti dovuti a impianti vetusti. Negli ultimi giorni a Catanzaro Sorical ha avuto due rotture che hanno determinato pesanti ripercussioni sulla distribuzione dell’acqua. La prima ha riguardato una pompa dei pozzi Corace. Per intervenire e far ripartire la normale erogazione ci sono volute circa tre ore… tradotto vogliono dire circa 108mila litri d’acqua.
In un altro caso è saltato un quadro elettrico, che ha comportato meno 25 litri al secondo per un intero giorno ossia 2milioni 160mila litri, in una situazione già difficile anche due banali guasti possono mettere in ginocchio una città. Fonte: Gazzetta del Sud









