Dopo aver saccheggiato e distrutto la storica Azienda municipalizzata dei trasporti cosentina, l’Amaco, il tandem delle meraviglie formato da Posteraro e Ferraro, sta ormai saccheggiando e distruggendo da tempo anche le Ferrovie della Calabria.
Ma facciamo un piccolo riassunto del fallimento Amaco. Tutto ha inizio quando Mario Occhiuto alias il cazzaro, oggi senatore, diventa sindaco di Cosenza. Spinto da alcuni sindacalisti e consiglieri comunali sostituisce Francesco Cribari con l’architetto Mario Capalbo, tanto caro a Piercarlo Chiappetta, storico cognato del cazzaro. parassita di lungo corso del sottobosco della politica calabrese. Un pessimo soggetto.
Iniziano le promozioni di capi e capetti, fra questi i fratelli di un altro noto faccendiere, compa’ Michelangelo Spataro (all’epoca assessore ai Trasporti) e di Luca Gervasi, fedelissimo di Occhiuto. Le nomine agli amici degli amici non si contano e gli acquisti sono illimitati (vedi bus dalla Germania!), nel frattempo viene a mancare il direttore generale Gianfranco Marcelli e il suo posto è presto preso da Francesco Lavalle da Mendicino, anche lui voluto da Chiappetta ma del tutto incompetente e senza attributi.
Ma il vero declino ha inizio quando Roberto Occhiuto porta da Roma un altro straordinario parassita ovvero Paolo Posteraro, spocchioso figlio di papà (il genitore è un potentissimo boiardo di stato) come lo definì persino Franz Caruso, e noi aggiungiamo bambinone e incompetente. Con lui va via Lavalle e viene nominato direttore Ernesto Ferraro, parente diretto dei boss Di Puppo di Rende per i quali gestiva una… autoscuola e poi catapultato in Aci, arrivato in azienda con una Opel Astra e uscito con una Maserati…
Il duo Posteraro-Ferraro fa razzia di tutto e allestisce un gruppo di fedelissimi formato da Gervasi, Spataro, Meliadò, Schiumerini e qualche altro lecchino di corte, che accontentano per sostenere le loro malefatte fra i quali spicca Luigi Morrone, segretario aziendale Cgil, che in un colpo solo passa da Par 140 a Par 230. Nel frattempo nasce ASMC, società satellitare di Amaco e Spataro ne diventa dirigente… dirigente di un solo dipendente. Pensate un po’ come sono geniali… Mentre nel frattempo Gervasi, Meliadò e Schiumerini iniziano contenziosi a suon di migliaia di euro per riconoscimenti di qualifiche e arretrati.
E mentre il resto dei dipendenti sono in cassa integrazione loro ottengono transazioni di decine di migliaia di euro vedi Spataro – 17.851,43 euro – di cui prima rata Luglio 2019, Schiumerini – 28.000,00 euro – con prima rata nella busta paga Luglio 2019 e Meliadò – 28.000,00 euro – sempre con prima rata nella busta paga Luglio 2019.
Sulla first lady Eugenia Meliadò andrebbe aperto un capitolo a parte: da povera magazziniera è arrivata a fare la dirigente amministrativa, e nonostante fosse circondata da diversi consulenti abbiamo ancora buste paga sbagliate, Cud sbagliati e documentazione fondo bilaterale sbagliata… Inoltre pare avrebbe consigliato all’allora Amministratore unico Posteraro di non assumere a tempo indeterminato i signori Spina Roberto e Martino, ma di prorogare il tempo determinato per un altro anno (il 4°)… Così alla fine, dopo il fallimento i due sono stati messi fuori dall’Azienda… complimenti.
Ma ritorniamo a noi. Con la scusa della pandemia si inizia a non pagare né fornitori né dipendenti costringendo l’Azienda a chiudere il proprio impianto di metano per debiti verso il fornitore, per poi pagare il metano a peso d’oro (5 euro al kg), mentre con l’impianto si pagava circa 1,00 euro al kg,.. tutto studiato per favorire qualcuno?. Non pagavano finanziarie, sindacati, fondo Priamo… e nonostante gli importi, tutti questi soldi venivano trattenuti in busta paga ai dipendenti: che fine hanno fatto i soldi dei lavoratori?
L’obiettivo di Ferraro e Posteraro era quello di far fallire l’Amaco e farla transitare in Ferrovie della Calabria, la nuova azienda “giocattolo” a gestione Posteraro-Ferraro e senza che nessuno pagasse per questo fallimento, tanto a pagare sono solo una gran parte dei lavoratori. Ma questo progetto fallisce peché alle elezioni di Cosenza vince Franz Caruso, e così Posteraro abbandona la nave e viene nominato in Ferrovie della Calabria (altro carrozzone da saccheggiare).
Intanto anche Ferraro viene nominato numero uno in Ferrovie della Calabria, e a prendere il suo posto in Amaco viene nominato indovinate chi? Ma di nuovo Francesco Lavalle, questa volta in quota Adamo Capu i liuni, sempre più incompetente e gestito ad oggi da Gervasi e Schiumerini, che nel frattempo hanno scalato le gerarchie, arrivando al par. 230. Sono loro che decidono quello che deve e non deve fare, lui deve prendere solo… 5.000 euro al mese.
Nel frattempo l’Amaco va in concordato preventivo e il tentativo di salvarla è affidato al commercialista Mastrolorenzo, che insieme ad un pool di avvocati (tra i quali Celestino, quello di Nicola Adamo) e commercialisti ci è costato circa 600.000 euro ovvero gli ultimi spiccioli nelle casse dell’Azienda. Senza alcun risultato positivo come da scontato copione l’Amaco a metà novembre 2023 è stata dichiarata fallita. Ma nonostante ciò niente ha fatto il presidente della Regione Occhiuto, il fratello parassita e furbo del cazzaro, sapendo che a portare l’azienda al fallimento sono stati i suoi fedelissimi… Anzi boicotta l’immissione in servizio di circa 20 autobus nuovi assegnati ad Amaco e pronti ad essere immessi in servizio nella città di Cosenza, la sua città .
Ultima chicca la presentazione di una manifestazione di interesse da parte di Cometra (il presidente è sempre… Ferraro) per il distacco di un dipendente, visto che la vendita dell’azienda o il fitto di un rame dell’azienda potrebbe portarlo in un’azienda privata. Stiamo parlando di Luigi Morrone (scagnozzo di Ernesto Ferraro), ex segretario aziendale Cgil. Questo – molto in breve – è quanto successo in Amaco ma presto succederà anche in Ferrovie della Calabria con l’aiuto dei soliti sindacalisti venduti, in primis Cgil, Uil e Cisl, freschi di promozione… E naturalmente non finisce qui…








