Massoneria agitata. “Non c’è pace nel Grande Oriente d’Italia”: la lettera del professore Giuliano Di Bernardo

Massoneria – Lettera prof. Giuliano Di Bernardo

Dopo la proclamazione di Antonio Seminario come Gran Maestro del GOI, scrissi sarcasticamente che Machiavelli sarebbe stato fiero del modo in cui egli ha conquistato il potere. Ancora una volta, oggi, paradossalmente, devo fare il suo elogio. Dico paradossalmente perché, come è ben noto, tra me e lui è in corso una causa civile per diffamazione. Se volessi dire quel che penso, non farei certamente il suo elogio. Ma prima di essere massone, io sono uomo e filosofo.

Leo Taroni si ostina caparbiamente a non leggere la “Nozione” di Gran Loggia, la quale, nonostante le modifiche alla Costituzione e al Regolamento dell’Ordine, è rimasto invariato dal 1994 ai nostri giorni: “La Gran Loggia è la suprema autorità della Comunione Massonica italiana e rappresenta l’espressione della sovranità di tutte le Logge”. Tale “Nozione”, per chi sa intenderla, è evidente in sé e non abbisogna di un mio ulteriore commento. La Gran Loggia non è, come viene spesso definita, un’assemblea di Maestri Venerabili che s’incontrano a titolo personale, incapaci di rappresentare la volontà delle loro Logge. Se si continua fare lo “struzzo”, il rischio dell’auto-distruzione è molto alto.

Il Gran Maestro Antonio Seminario, dopo la certificazione del Magistrato civile, si prepara per debellare, in maniera definitiva, l’opposizione. Se abbiamo la capacità di vederlo sulla scena senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, non si può non ammirarlo. Si muove con eleganza e sicurezza. Dopo la sua proclamazione avvenuta all’unanimità (tranne due), marcia trionfalmente verso il suo futuro massonico. L’unica azione che Leo Taroni poteva fare contro di lui mettendolo in difficoltà non è stata fatta. Adesso ci sono tutte le condizioni per chiudere la partita e dare al GOI un assetto definitivo e stabile.

Dopo la sua proclamazione, doveva dare un esempio che fosse di ammonimento per tutti: mettere in stato di accusa Silverio Magno, ritenuto il capo dei suoi oppositori, almeno sul piano legale. Così è stato e lo spettro della Tavola d’Accusa ha cominciato a turbare il sonno dei taroniani. Ma non ha “toccato” Leo Taroni. Ha messo sulla sua testa una spada di Damocle aspettando il momento opportuno per farla cadere. Quel momento è arrivato. La storia dell’uomo ci insegna che la fine di un movimento di opposizione deve avvenire su pubblica piazza con la decapitazione del capo dei ribelli, ma con una motivazione grave e inoppugnabile. Per un allievo di Machiavelli sarebbe stato un errore eliminare Taroni con argomentazioni futili. Era necessario che lui facesse quel passo falso atteso. Ci sono voluti mesi ma, alla fine, è arrivato. È la richiesta di nomina di un amministratore giudiziario per la gestione del patrimonio del GOI. Il fatto in sé è di una gravità inaudita, ma servirà al GM Seminario per demonizzare Leo Taroni e i suoi accoliti. In ogni caso, è un argomento che giustifica l’espulsione per la difesa della dignità del GOI. Così il 20 settembre, in occasione della celebrazione di Porta Pia, sul prato del Vascello, alla presenza di centinaia di testimoni, Leo Taroni sarà decapitato con l’applauso degli astanti. Fine della storia.

In tal modo, il Gran Maestro Antonio Seminario avrà consolidato il suo potere che eserciterà secondo la sua visione della Massoneria. Sono finiti i problemi del Grande Oriente d’Italia? Certamente no. Le sorti del Rito Scozzese sono traballanti e tormentano i suoi adepti. Alla ripresa dei lavori in autunno, in forza del Decreto Seminario che annulla il Protocollo d’Intesa tra GOI e RSAA, i 4-5000 massoni scozzesi dovranno fare una scelta tra i due Corpi massonici. Se sceglieranno il GOI dovranno dimettersi dal RSAA. Se sceglieranno il RSAA dovranno dimettersi dal GOI. Nel primo caso, Seminario potrebbe avere il vantaggio di sfoltire il piedilista liberandosi di eventuali futuri oppositori, ma resterebbe senza Rito Scozzese. Nel secondo caso, gli scozzesi dovranno, per esistere, cercare una base in un Ordine dei tre gradi. Non possono restare sospesi in aria. È giunto il tempo delle decisioni importanti e della loro realizzazione, ma corre voce che il Sovrano Nigro intenda dimettersi. E allora? Vedo, con tristezza, che non c’è pace nel Grande Oriente d’Italia.