San Giovanni in Fiore. La cacciata di don Rodolfo e l’ira funesta della famiglia Audia-Bitonti

A San Giovanni in Fiore in questi giorni sta tenendo banco la polemica sul trasferimento del parroco della Chiesa Madre, don Rodolfo. Post sui social, lettere aperte dei fedeli, articoli sui quotidiani locali e regionali, una vera e proprio levata di scudi.

Alla testa della protesta la famiglia Audia-Bitonti che da quanto emerge, da quando don Rodolfo guida la parrocchia, ha fatto dell’asilo Benincasa il suo personale ufficio di collocamento e bacino elettorale. Pare inoltre che Angela Audia e il cognato Bitonti, presidente del consiglio comunale, siano membri del Consiglio dello stesso asilo. La moglie del presidente Bitonti funge da “perpetua” e gestisce tutti gli affari propri della parrocchia. Insomma se la cantano e se la suonano con il benestare di don Rodolfo e con il trasferimento di quest’ultimo potrebbero perdere questa posizione di privilegio.

La cosa assurda è che ora gli Audia-Bitonti grazie al codazzo di giornalisti e aspiranti ai privilegi del loro sistema clientelare chiedono addirittura chiarimenti, o per meglio dire chiedono conto al vescovo… veramente alla faccia tosta non c’è mai limite. Sono risentiti per la lesa maestà. Intanto oltre al trasferimento di don Rodolfo è stato disposto il trasferimento anche del parroco di un’altra parrocchia di San Giovanni in Fiore ma del trasferimento di don Antonio Acri nessuno parla, nessuno si lamenta, nessuna levata di scudi. Come mai tutto ciò? Non sarà forse che la parrocchia guidata da don Antonio Acri non sia appetibile quanto quella guidata da don Rodolfo?