Il castello d’argilla messo su da Antonio e Mario Molinari, padre e figlio, e dal maresciallo dei carabinieri Luca Pagliara, per dimostrare che alla guida della Volkswagen Up a Lorica ci fosse Ilaria Mirabelli e che sarebbe stata lei a perdere il controllo dell’auto, finita nelle sterpaglie di contrada Baracchelle, è definitivamente crollato. La spallata finale è arrivata dalle rivelazioni di un testimone coraggioso che non ha avuto problemi a dire ai carabinieri (onesti) e alla procura che a guidare era Mario Molinari.
Ma la svolta di ieri pomeriggio era stata anticipata da un altro fatto clamoroso e ai limiti del grottesco. Tra le ultime novità che hanno preceduto l’annuncio del supertestimone a “La vita in diretta” c’è il fatto che l’auto di Molinari non avrebbe avuto la copertura assicurativa. La notizia, che ieri avevamo diffuso in termini dubitativi, oggi non solo è confermata ma si aggrava di un altro particolare paradossale. E tutto questo – già dalla prima mattinata di ieri – aveva aggiunto un nuovo interrogativo all’operato del maresciallo Luca Pagliara. Soprattutto in caso di incidente, il vicecomandante della stazione di San Giovanni in Fiore avrebbe dovuto controllare per prima cosa la regolarità dei documenti e – rilevata la mancanza dell’assicurazione – avrebbe dovuto procedere con il sequestro amministrativo del mezzo e la verbalizzazione del proprietario del mezzo (obbligato in solido con il conducente del mezzo se diverso dal proprietario) con una sanzione che va da oltre 800 euro a quasi 3500 euro.
E così ieri, dopo aver diffuso la notizia sussurrataci da molti lettori con una semplice app, dalla quale si evinceva che il mezzo non risultava assicurato, abbiamo verificato la targa sul “Portale dell’automobilista” ovvero su un organo ufficiale del Ministero dei Trasporti e la Volkswagen Up di proprietà di Antonio Molinari risulta effettivamente senza copertura assicurativa e senza indicazione di eventuali sospensioni operate successivamente all’incidente. Anzi… l’esatto contrario.
Abbiamo fatto altre ricerche e abbiamo scoperto che l’assicurazione dell’auto era stata sospesa il 15 maggio scorso ed è per questo che risulta “scoperta”. Antonio Molinari ha deciso di sospenderla e di conseguenza, anche se non fosse scaduta (la scadenza comunque sarebbe intervenuta nel mese di agosto e quindi prima del presunto incidente), il risultato ai fini degli accertamenti è lo stesso: l’auto NON è assicurata e quest’auto è rimasta coinvolta in un incidente. Sembrerebbe l’uovo di Colombo ma in realtà è una grandissima mazzata che va a finire sulla testa di Pagliara.
E non è finita qui. Il 30 agosto scorso, quando sono già passati 5 giorni dal presunto incidente e la situazione inizia a precipitare perché qualcuno lo informa che c’è un supertestimone, Antonio Molinari prova disperatamente e anche in modo grossolano a riattivare l’assicurazione. La spiegazione del gesto può essere una sola. Molinari padre, informato della presenza di un testimone e consapevole che la posizione del figlio ma anche quella del maresciallo Pagliara sta diventando preoccupante, ha pensato di poter ovviare alla mancata copertura e risolvere con una riattivazione, ma purtroppo per lui non si possono retrodatare gli eventi .. quindi gli è andata malissimo. Le sta provando tutte ma carta canta e su questo non ha scampo e la carta che canta è quella che vedete qui sotto…
Siamo davanti a un documento disarmante che inchioda tutti gli squallidi protagonisti di questa vicenda. Qualcuno ha persino provato a sostenere che il 30 agosto Molinari avrebbe… sospeso l’assicurazione ma non sarebbe stato possibile perché era già… sospesa e dunque non ci ha creduto nessuno. In realtà, era un altro sciocco tentativo messo in moto dai soliti noti per capire cosa avessimo in mano noi rispetto al clamoroso passo falso del Molinari di riattivare l’assicurazione. Ma è del tutto evidente che la sua manovra disperata non è riuscita, è stata intercettata e “sgamata” dalla Motorizzazione ed è rimasta là come preziosissimo documento per chi cerca la verità per Ilaria Mirabelli.
Ma non solo. Se è vero – com’è vero – che un testimone ha riferito all’autorità giudiziaria che alla guida del mezzo c’era Mario Molinari e non Ilaria, sulla base di cosa Pagliara ha riportato nella sua relazione che invece il conducente era la ragazza? E se il sedile del lato guidatore fosse stato spostato in avanti di proposito e se le impronte fossero state “strusciate”?
Lo scriviamo ormai da giorni. Pagliara ne ha combinate di tutti i colori. E se dagli accertamenti irripetibili del prossimo 20 settembre e dall’autopsia dovesse essere confermato che a guidare era Molinari e che la ragazza è stata investita o addirittura colpita a morte, il passo successivo per la famiglia e anche per la procura sarebbe l’iscrizione nel registro degli indagati proprio di Pagliara. E i segnali che la procura ha dato ieri, con la diffusione della notizia del supertestimone, vanno tutti in questa direzione. Ma ci sono anche altre persone che rischiano concretamente di passare da testimoni a indagati. Un po’ di pazienza e arriveremo anche a questo.