A Cetraro tutti a casa. Cennamo è senza maggioranza

A Cetraro tutti a casa. Cennamo è senza maggioranza

Si è chiusa definitivamente la stagione politico-amministrativa di Cambiamo Cetraro, alleanza che aveva portato alla vittoria di Ermanno Cennamo nel 2020. Nonostante il tentativo di trovare qualche consigliere comunale che approvasse l’ipotesi di bilancio riequilibrato conseguente alla dichiarazione di dissesto, niente da fare, tutti a casa. Ricordiamo che di fatto chi aveva consentito a Cennamo e al Partito Democratico di vincere nel 2020, cioè Tommaso Cesareo (per i nostri lettori Don Masino), questa sera lo ha mandato a casa con l’ausilio della signora Gabriella Luciani (la signora del Flag, pedina prima del Cinghiale, poi di Gallo Cedrone).

La crisi politica nasce quando con un’operazione trasformistica il sindaco Cennamo, ha revocato la nomina di Giovanni Rossi al Flag per conferirla alla signora Luciani, consigliera di minoranza molto vicina all’ex sindaco Angelo Aita, la quale, con un atto spregiudicato passa dalla minoranza alla maggioranza. A Cetraro questa squallida operazione fu vista come un atto di arroganza in quanto Giovanni Rossi, stimato professionista, ad un certo punto si dimise da presidente del consiglio aprendo di fatto una crepa di credibilità nella compagine amministrativa.

Poi è arrivato il dissesto. Una pratica tutta avvolta dal mistero con consulenze profumatamente pagate a chi avrebbe dovuto evitare il dissesto attraverso la pratica di un piano di rientro bocciato dal ministero e con polemiche violente da parte della minoranza che annovera tra le sue fila ex sindaci come Aita e Aieta. E il dissesto apre le porte alla crisi politica a causa di una giunta poco credibile in termini di competenze per gestire una fase delicata come quella del dissesto.

La tensione tra gli alleati della maggioranza diventa alta e la goccia che fa traboccare il vaso diventa la nomina a presidente del consiglio di Alberto Aita. Un’operazione questa condotta da Peppino Aieta “Il Guiscardo” (il furbacchione) che, abituato ai giochi del suo mentore Palla Palla, con la proposta di Aita a presidente del Consiglio sa di poter scardinare l’unità della maggioranza in quanto può contare sulla stima verso l’ex sindaco di molti consiglieri. La proposta passa perché sostenuta da Forza Italia (Don Masino e Il Guiscardo si lassanu e si piglianu cumu dua piccioncini) e da molti indipendenti nonostante il no di Bencivinni, segretario del Pd e dello stesso Cennamo che alla fine si sono dovuti adeguare.

Questo atto, tanto più perché proveniente da Peppino Aieta, provoca un terremoto tra le file della maggioranza con un Pd furibondo, tanto da costringere Tommaso Cesareo-Don Masino a prendere le contromisure e a lanciare la proposta di una larga convergenza proprio sulla scia dell’elezione di Aita a presidente del consiglio. E apriti cielo! Iniziano trattative estenuanti dalle quali non emerge nulla di buono anche se le intenzioni (a chiacchiere) erano tutte buone. Cennamo, costretto a prendere una decisione, vara una giunta debole e spacca addirittura Forza Italia nominando due consiglieri del gruppo azzurro nonostante il partito avesse dichiarato l’appoggio esterno. Una dichiarazione di guerra contro Don Masino e la signora del Flag – schiaffeggiati dal segretario del Pd – che annunciano l’uscita dalla maggioranza. Nonostante non vi fossero più i numeri, la giunta va avanti per due mesi e quindi due stipendi in più per gli assessori incollati alle poltrone, anzi saldati. Non si vogliono schiodare.

Ma non è finita. In previsione del bilancio si riaprono le trattative: Cennamo prova a riportare alla ragionevolezza Don Masino e la signora del Flag con la mediazione di Gallo-Cedrone che vorrebbe suoi uomini in posti di potere. Ma i due pongono una condizione: Cesareo vicesindaco e la Luciani assessore. E qui si mette di traverso ancora il segretario del PD Bencivinni nonostante la contrarietà dell’emissario redivivo Carmine Quercia che vuole l’accordo con Cesareo e la Luciani per non darla vinta al suo ex datore di lavoro Peppino Il Guiscardo (Quercia è stato per anni nella struttura del consigliere regionale). Si arriva all’ultimo atto. L’appello disperato di Cennamo alla minoranza. Una sorta di mercato del pesce: costa troppo acquistare spigole e ripiego verso i cefali. Ma le minoranze rifiutano l’offerta e vanno avanti. Come nella trasmissione I Pacchi. E si arriva, così, al consiglio comunale di stasera, nonostante trattative fino all’ultimo minuto per far rientrare i forzisti. Ma Forza Italia (Cesareo Don Masino-Luciani signora del Flag) non presentandosi ha, di fatto, posto fine ad una legislatura che i cetraresi dimenticheranno velocemente.
E da oggi la giunta di incompetenti attaccata alla “fine del mese” dovrà andare “a coglia riganu ara scisa i Paola”, per la felicità dei cetraresi.