Omicidio Bergamini. Onore, ritorno e morte: Internò porta a termine il suo progetto. I nomi dei suoi familiari denunciati per falsa testimonianza

Nella seconda parte della requisitoria, che ha portato alla richiesta di pena di 23 anni di reclusione per Isabella Internò per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, la procura di Castrovillari ha esaminato il ruolo dell’imputata nell’omicidio, dopo aver delineato – nella prima – com’è stato ucciso il calciatore del Cosenza. Il cuore del processo è rappresentato, come ha sostenuto il pm Luca Primicerio, dalle testimonianze-chiave di Tiziana Rota, amica dell’imputata e moglie del compagno di squadra di Denis, Maurizio Lucchetti.

OMICIDIO BERGAMINI, IL CUORE DEL PROCESSO (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-il-cuore-del-processo-interno-a-tiziana-rota-e-un-uomo-morto-se-non-torna-con-me-lo-faccio-ammazzare/)

Che cosa significa quello che ha detto Isabella Internò a Tiziana Rota davanti a un bar-pasticceria di Rende 12 giorni prima della morte di Denis? Lo si può riassumere in tre parole: onore, ritorno e morte. Internò ha interesse alla morte di Bergamini e alla fine si è realizzato il suo progetto annunciato appena qualche giorno prima all’amica: “Lo faccio ammazzare”. Il racconto a Tiziana Rota, dunque, era stato preparato e con la morte del calciatore si concretizza il desiderio di Isabella Internò, si chiude l’equazione.

Quell’incontro tra Tiziana Rota e Isabella Internò ci dice chiaramente che era successo qualcosa perché dà il via ad una sorta di “escalation” dell’ossessione della donna. Il 12 novembre il Cosenza gioca a Monza, quindi Denis torna al Nord ma declina una richiesta di incontro dell’amica Roberta Sacchi, alla quale tuttavia trova il modo di dire: “Sai che avevi ragione su quelli del Sud che usano la lupara per questioni sentimentali? Le cose in Calabria non sono cambiate…”. Dunque, Bergamini era stato messo ancora di più sotto pressione. E il giorno dopo la partita di Monza, quando è a casa dei suoi genitori a Boccaleone di Argenta, Denis riceve una telefonata che gli fa cambiare umore e lo destabilizza ancora di più tanto che alla sorella Donata che gli chiede cosa sia accaduto, risponde istintivamente: “Gli piacerebbe saperlo a papà” con una chiara allusione al pensiero del padre Domizio di qualche anno prima, che gli aveva consigliato di sposare Isabella prima di farla abortire per evitare problemi con la sua famiglia.

Il 16 novembre, soltanto due giorni prima della sua morte, Denis chiama Roberta Alleati, la sua nuova fidanzata, e le dice che c’è qualcuno che gli vuole male e che l’unico torto che può avere fatto è quello di avere lasciato Isabella. “Ricordati che siamo al Sud, e sai qui come sono fatti… Quando ci siamo messi insieme, Isabella aveva 16 anni ed era un problema… Lei voleva che io la sposassi e invece io l’ho lasciata e per qualcuno dev’essere stato un brutto affronto…”.

Il pm Primicerio torna a ripetere, a questo punto, che siamo arrivati al cuore del processo perché finalmente si chiarisce il movente: Isabella parla attraverso Tiziana Rota, Denis attraverso Roberta Alleati e ci si ritrova quasi come davanti a uno specchio.

Il racconto del pm riprende poi con un’altra considerazione. A Roseto Capo Spulico, sulla scena del delitto, è appurato che ci fossero altre persone. Ce lo dice il testimone Bernardino Rinaldi, che vede Denis cercare di fermare le auto per chiedere aiuto e vede una macchina scura ferma nella piazzola e ce lo dice anche il testimone Francesco Forte, che vedrà non solo ma stessa macchina scura ma anche due persone che sono con la Internò. Chi sono queste persone? Non c’è dubbio che siano familiari di Isabella Internò ovvero gli esecutori materiali del progetto della donna. Il pm Primicerio, al termine della requisitoria con la quale la procura di Castrovillari ha chiesto 23 anni di reclusione per Internò, ha anche chiesto che vengano trasmessi gli atti in procura con l’ipotesi di reato – per il momento – di falsa testimonianza nei confronti di Assunta Trezzi (la zia di Torino), Concetta Tenuta (la madre di Isabella Internò), Dino Pippo Internò e Roberto Internò (i cugini di Isabella), Michelina Mazzuca (moglie di Roberto Internò), Luigi D’Ambrosio (altro parente acquisito della famiglia avendo sposato una sorella di Dino Pippo) e Raffaele Pisano, il camionista che ha cambiato più volte versione e continua a mentire esattamente come Isabella Internò.