Lettere a Iacchite’: “Casali del Manco, il deposito temporaneo non autorizzato al servizio dei soliti noti”

Egregio direttore, a lei mi rivolgo sapendo che sarà l’unico, se vorrà, a pubblicare la mia lettera.
Le scrivo da Casali del Manco, il paese dove ormai tutto è concesso, dove vige la libertà di azione in totale spregio alle leggi, ai diritti altrui, rispetto del nostro ambiente e, a questo proposito, vengo al dunque e mi chiedo: è mai possibile che il proprietario di una scarpata e di un vallone posti su una via provinciale dove ogni tipo di forze dell’ordine passa quotidianamente, attraversato da scoli di acqua piovana di un intero paese, possa riempire quel terreno, nell’arco di 2 o 3 anni, di qualsiasi tipo di materiale, inerti, scarto da muratura, calcinacci da demolizioni, tegole, ferro, plastica, carta, eccetera? Molte volte lo stesso terreno è al servizio anche del nostro Ente per buttare sfalci e potature di ogni genere, una sorta di “deposito temporaneo non autorizzato”. Mi chiedo cosa facciano, in tutto questo, i Carabinieri Forestali che dovrebbero essere i tutori dell’ambiente e del territorio.
Probabilmente tutto questo è concesso al signor Gianni Peluso perché socio in affari del capotecnico Ferruccio Celestino, per non parlare della classe politica comunale assente, asservita e totalmente consenziente col suo silenzio (probabilmente si tratta di una complicità dovuta per ripagare Peluso per il suo grande impegno in campagna elettorale).
Un assessore all’ambiente che anche lui avrà visto quello scempio, ma evidentemente gli interessa solo ed esclusivamente il ritiro dello stipendio.
Dovrebbero indignarsi tutti i cittadini e ricordare che la natura prima o dopo, riprende tutto quello che gli appartiene.

Lettera firmata