Cetraro, la Giunta va a casa e i cittadini non si stracciano le vesti
Ciò che è accaduto a Cetraro dovrebbe far riflettere perché è la conseguenza logica di una disastrosa esperienza politico amministrativa. Chi ha seguito le vicende della città di Giannino Losardo deve porsi alcune domande. La prima riguarda l’origine dell’alleanza che ha portato Cennamo alla vittoria nel 2020. Un’alleanza ibrida tra Partito Democratico e Forza Italia su cui i vertici del Pd non hanno mai speso una parola e su cui la Schlein ha aperto un dossier.
La vittoria di Cambiamo Cetraro ha un nome e cognome: Tommaso Cesareo che raccoglie una valanga di voti. Ed è proprio il partito azzurro che già a pochi mesi dalle elezioni capisce che il quadro politico che sostiene la maggioranza è debole, fragile. Passa poco tempo e la giunta diventa impopolare tanto da far scattare l’allarme in forze politiche che l’avevano sostenuta e che cominciano a far circolare l’ipotesi di un azzeramento e di una nuova giunta che rilanciasse l’azione amministrativa e recuperasse il contatto con i cittadini. Unità e Rinascita. movimento che affonda le sue radici nella sinistra estrema comincia a suonare il campanello d’allarme. Forza Italia, ma soprattutto Tommaso Cesareo che è vicesindaco, capisce che la perdita di consenso tra i cittadini è simile ad un’emorragia inarrestabile per cui comincia ad affacciarsi l’ipotesi di una larga convergenza. Anche in conseguenza del fatto che a Cetraro le forze politiche cominciano a denunciare troppi fatti tra dinamite, colpi di kalashnikov, omicidi, tentati omicidi e ditte che scappano.
Il sindaco non ci sta a certificare il proprio fallimento e comincia a perdere pezzi perché tutti – tranne la ristretta cerchia rimasta fino all’ultimo solo perché saldamente seduta – capiscono che l’ impopolarità ha raggiunto livelli altissimi anche tra i sostenitori storici di quella alleanza. Il Pd – che ha grandi responsabilità in questo sfacelo – si arrocca su posizioni rigide e fa fallire il primo tentativo di Unità e Rinascita che chiedeva un nuovo esecutivo.
Quando la situazione si aggrava fino a diventare quasi irreversibile, anche il Pd capisce che è giunto il momento di cambiare strategia anche se in fondo modifica il proprio atteggiamento solo per liquidare Forza Italia. Si arriva addirittura a chiedere alle minoranze un governo di salute pubblica con una Giunta di tutti esterni che le minoranze accolgono con favore. Ma qui sorgono i problemi perché gli assessori in carica capiscono che per loro è finita la pacchia. Il sindaco, che non vuole perdere i suoi pezzi si omologa agli indipendenti e salta la Giunta esterna. Unità e Rinascita ritira il suo assessore e Forza Italia offre un appoggio esterno visto il fallimento della propria proposta di una larga convergenza.
Cesareo, verso cui non siamo stati mai teneri, mantiene la promessa che qualora non si fosse raggiunto l’accordo con le minoranze, si sarebbe dimesso. E si dimette! Dunque Forza Italia ritira la propria delegazione in giunta e comunica il sostegno esterno di cinque consiglieri: Tommaso Cesareo, Gabriella Luciani, Maurizio Iozzi, Cristina Forestiero, Giovanna Esposito. Il sindaco nomina la nuova giunta e che fa? Spacca Forza Italia, sbeffeggia Cesareo e la Luciani, e nomina assessori Cristina Forestiero e Maurizio Iozzi mandando in frantumi il rapporto politico con quella forza e con l’ex vicesindaco Cesareo che lo aveva portato alla vittoria.
Di fronte a questo atto di guerra Forza Italia dichiara chiuso il rapporto con il sindaco e si colloca all’opposizione. Qui, il sindaco e il Pd con sfacciataggine aprono ad una nuova alleanza e si rivolgono alle minoranze addirittura per ricostruire il centrosinistra. Il sindaco ringrazia le opposizioni per la correttezza dell’atteggiamento tenuto nei mesi di sua assenza e spara contro Forza Italia definendo i propri consiglieri “insensibili”. A distanza di pochi giorni si passa dagli appelli all’unità con Forza Italia, a quelli che richiamano l’unità del centrosinistra. Cose che solo a Cetraro succedono.
Ma qui, nonostante il PSI e Cetraro in Azione fossero disponibili ad una trattativa, irrompono nel dibattito Italia Viva, Cetraro Attiva e Progetto Sviluppo che mettono in minoranza i maggiori partiti dell’opposizione consiliare. Fallito quest’altro tentativo, il sindaco si rivolge di nuovo a Forza Italia facendo addirittura intervenire i vertici regionali. Insomma roba da Freud.
In sostanza, così come fanno in consiglio regionale, Pd e Forza Italia raggiungono l’accordo siglato da Gianluca Gallo e Domenico Bevacqua, di cui Cennamo è stretto collaboratore. Ma devono fare i conti con i cittadini che non ne vogliono sapere degli accordi di potere alle loro spalle. E siccome Cesareo fesso non è, capisce che dopo tutto quello che è successo sarebbe stato un suicidio ritornare in Giunta. Sì, perché pur di salvare la baracca, a Forza Italia era stato promesso di tutto. E così dopo un tira e molla anche drammatico, Forza Italia che pure aveva registrato posizioni possibiliste della Luciani messa in un angolo da Gallo Cedrone, decide di chiudere ad ogni proposta del sindaco per non rischiare di far implodere il partito contrario nella sua globalità a confondersi ancora con un residuo di assessori che la gente non vuole più. Forza Italia annuncia la chiusura di ogni rapporto e il sindaco si dimette.
Ma qui si apre un giallo che riguarda le motivazioni delle dimissioni. Perché nelle dimissioni ufficiali arrivate ad ogni consigliere comunale pare, ma aspettiamo conferma, che il sindaco utilizzi toni concilianti ringraziando tutti i consiglieri comunali per la collaborazione offerta e per l’alto senso di responsabilità. Sui social invece una lunga dichiarazione che sembra fatta più per apparire vittima che per spiegare motivazioni politiche. Ci chiediamo qual è la versione ufficiale perché quella apparsa sui social è il tentativo mal riuscito (poche adesioni, i cetraresi non apprezzano) di avere consenso sulle proprie dimissioni la cui responsabilità si tenta di scaricare verso una massa indistinta di soggetti senza mai fare autocritica. Perché se in questa vicenda ci sono responsabilità queste deve assumersele per primo il partito del sindaco e il sindaco stesso che hanno portato al dissesto finanziario, sociale e culturale la città di Giannino Losardo.









