“Vibo, il curioso caso del cantiere di piazza S. Maria tra annunci, smentite e parentele pericolose”

dalla pagina FB di Rocco Tripodi 

Leggo sul Quotidiano del Sud una comunicazione dell’assessore Talarico con la quale ci informa dell’avvenuta consegna da parte della ditta che ha in appalto i lavori di p.zza S. Maria, di nuovi progetti e varianti riguardanti le INCONGRUITA’ denunciate in corso d’ opera sul cantiere. Quindi ci rassicura sulla certa ripresa dei lavori, in quanto l’invio delle carte inoltrate alla Sovrintendenza(sentite sentite) “dovrebbe essere un proforma”. Cioè! Vuole farci capire che il doveroso intervento di un Organismo di controllo è di tutela dello Stato -la Sovrintendenza-ha la valenza di semplice FORMALITÀ, non vincolante? È una modalità a dir poco sfrontata propria dell’uomo politico in questione…

QUOD NON FECERUNT BARBARI, FECERUNT BARBERINI. Questa nota locuzione latina, mutuata con riferimento ai cantieri di Vibo, potrebbe essere tradotta: QUELLO CHE NON FECERO TERREMOTI ED INVASORI, LO FECERO GLI AMMINISTRATORI. Quali? direte voi. I vecchi, che i cantieri hanno aperto o i nuovi, che i cantieri hanno avuto in consegna? Cantieri che sono un manifesto all’ignavia, superficialità, incuria, incapacità, pavidita’; o misera lazzaroneria? No. Più probabile ipotizzare una perniciosa combinazione di CONFLITTI DI INCOMPETENZE, dalla quale anziché tentare di venirne fuori, con coraggio ed umiltà, ognuno dei due schieramenti copre l’altro per tutelare sé stesso da eventuali ritorsioni (politiche, s’intende).

È curioso poi come pur diventando lo stato dei cantieri il principale argomento di discussione dei nostri concittadini, ottimi osservatori e critici sereni e non di parte, non si sia levata una sola voce tra le migliaia di politici vecchi e nuovi, con e senza incarichi, eletti o semplicemente candidati, funzionari, militanti, personaggi organici o semplici associati o benefattori di movimenti e di partiti, che esprimesse un qualunque giudizio di merito. Così com’è, oserei dire, omertoso il silenzio assoluto degli oltre 850 tra geometri, ingegneri e architetti iscritti nelle rispettive associazioni di categoria della provincia di Vibo.

La situazione più irritante e irreale è quella di piazza S. Maria. Qui, brevemente, l’amministrazione dopo essersi sentita in obbligo di verificare e prendere (parzialmente) atto della cattiva (progettazione) esecuzione dei lavori, ha proceduto al blocco degli stessi, chiamando alle sue responsabilità la ditta alla quale erano stati assegnati. Ma la ditta non risponde e per un paio di mesi non si riesce (?) a contattare il titolare. Ci riescono infine, e concordano un sopralluogo che non sembra creare imbarazzi né tantomeno importanti divergenze progettuali con l’assessore ai Lavori Pubblici presente nel cantiere; tant’è che l’architetto impresario promette una tempestiva variante riparatrice e l’architetto assessore amabilmente ringrazia e dichiara pubblicamente che il primo progetto, in verità, a lui piaceva e che comunque non spetta(?) a lui giudicare il progetto degli altri.

Passa altro tempo e la settimana scorsa, le locandine dei quotidiani locali annunciano trionfalmente al popolo che la Variante è al fine pervenuta e l’assessore Talarico tranquillizza sui tempi di ripresa perché le carte sono già state inviate alla Sovrintendenza, per un SEMPLICE PROFORMA (sic), e che (se il Sovrintendente non lo denuncia -dico io-) i lavori presto riprenderanno.

Passano i giorni -colpo di scena- e le stesse locandine ci comunicano che l’impresa non intende riprendere i lavori se non le viene prima riconosciuta una nuova e più ricca parcella, nonostante i minacciosissimi ripetuti ultimatum del sindaco. Ora permettetemi; questi scazzi (di questo si tratta) hanno giusta collocazione nel condominio di via Mariuccia 100, tra il rag. Picozzo e l’appuntato in pensione Magliaruolo, ma non tra una Amministrazione comunale e una accreditata impresa appaltatrice.

Se il Soggetto Amministrazione Comunale è convinto che la ditta non ottempera ad obblighi concordati, non si limiti ad andare alle spalle dell’ imprenditore senza far rumore, urlargli “BUUUH” e scappare, perché non basta per spaventarlo e costringerlo alle sue responsabilità.

La sola strada utile, risolutiva è quella di prendere le carte, tutte, a partire dal progetto e dalla gara d’appalto e consegnarle alla Procura della Repubblica (non PROFORMA). E già che siete là, denunciate (sempre che non lo abbiate già fatto) la scomparsa nei diversi cantieri dei circa 800 metri di preziose basole in granito di incalcolabile valore, tagliate e sagomate a mano dai virtuosi scalpellini serresi.

Un’ultima considerazione. Certo che se in piazza S.Maria, a prendere le quote ad inizio lavori, invece che un giovane pilota di droni ci fosse stato un anziano mastro con coppola, livella, spago, lapis in un orecchio e Nazionale senza filtro nell’altro, probabilmente avremmo avuto più certezze sulla qualità dei lavori.

PS. Mentre scrivo, mi giungono voci che vorrebbero il pilota dei droni CONGIUNTO di un passato amministratore… Ma faccio fatica a crederci perché, se così fosse, la notizia certamente sarebbe già emersa… o no?
CantIeri, CantOggi, CantDonani

Rocco Tripodi, 12 ottobre 2024