La deliberazione n. 2073 del 30 settembre 2024, con la quale il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza ha autorizzato il trasferimento della sede ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) da San Giovanni in Fiore a Cosenza, ha sollevato significative perplessità. Questa decisione rischia di sottrarre ulteriori risorse sanitarie a una città che già soffre di carenze nell’assistenza sanitaria. Il trasferimento comporta una riduzione di servizi essenziali per i cittadini di San Giovanni in Fiore, un problema che suscita inevitabili domande sulle motivazioni e sugli eventuali beneficiari della decisione.
Non è passato inosservato il fatto che, subito dopo il trasferimento della sede ANMIC del mitico “Carminuzzu” Potestio, uomo forte degli Occhiuto, la clinica privata San Lorenzo abbia avviato la selezione di personale qualificato per offrire servizi di fisioterapia, riabilitazione e neuro-motricità per l’età evolutiva, attività che prima erano garantite dall’ANMIC.
In particolare, desta interesse la presenza, tra i proprietari della clinica, di membri della famiglia di Daniela Astorino, ex vicesindaco della giunta Succurro e figura di spicco del partito di Fratelli d’Italia. Dopo aver lasciato l’amministrazione per “impegni professionali” legati al proprio studio legale, Astorino ha assunto un ruolo retribuito nella Fondazione Film Commission regionale, con un incarico da 30.000€ annui.
Questi sviluppi alimentano dubbi sul ruolo delle connessioni politiche e amministrative locali, evidenziando come spesso le decisioni di governance possano avere implicazioni che vanno ben oltre le motivazioni ufficiali, con possibili vantaggi per soggetti privati con legami di potere locali. Si passa con estrema disinvoltura da un privato all’altro nel settore della sanità e senza alcun pudore nell’esercitare i metodi di persuasione dei posti di lavoro facendo leva sui soldi pubblici. E’ la solita storia e sono i soliti accordi, ma quando vengono a galla, salgono anche la rabbia e l’indignazione. Consentiteci almeno questo.