Ponte sullo Stretto, class action col fiato sospeso: attesa per la sentenza del tribunale di Roma

di Isabella Marchiolo

Fonte: Reggio Today (https://www.reggiotoday.it/politica/ponte-stretto-class-action-riserva-decisione-giudice-roma.html)

Resta in sospeso la battaglia giudiziaria condotta da cittadini e associazioni attorno al Ponte sullo Stretto. Nell’udienza tenuta ieri presso il tribunale di Roma sezione imprese il giudice si è riservato la decisione lasciando le parti nell’attesa del provvedimento finale.

L’iniziativa collettiva di 104 privati e associazioni contro la Stretto di Messina consiste in un’azione inibitoria per bloccare l’avvio della grande opera, ritenuta priva di interesse strategico e tecnicamente non fattibile, e indagare sulla società e le attività che ha posto in essere per portare avanti il progetto. Alla class action si è però opposto un altro fronte composto da 140 cittadini, che invece vogliono ottenere una decisione di inammissibilità del ricorso no ponte (con un elemento in meno, una persona che si è ritirata dall’azione dopo che gli avvocati avevano eccepito una sua mancanza di interesse ad agire).

Il dibattimento si era aperto a fine settembre con un rinvio della prima udienza, dovuto a un difetto procedurale dei ricorrenti che avevano omesso la notifica al pubblico ministero. A prima vista un errore, letto da molti come una strategia per rimpolpare le argomentazioni del ricorso: dal 27 settembre ad oggi sono state infatti depositate altre osservazioni nel fascicolo della procedura Via/Vas che presumibilmente si concluderà il 12 novembre con la valutazione del Mase.

Ieri in udienza i difensori della SdM hanno insistito su inammissibilità e infondatezza del ricorso, rimarcando che la procedura di Via/Vas è ancora in corso e l’opera non è stata ancora dichiarata di pubblica utilità. Hanno inoltre fatto leva sull’incompetenza giurisdizionale del tribunale ordinario in una materia amministrativa perché coinvolge una società a partecipazione statale.

Da parte loro i ricorrenti rappresentati dagli avvocati Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli, Maria Grazia Fedele e Antonino De Luca, hanno sottolineato i profili di incostituzionalità del Decreto Ponte. Inoltre hanno confermato la competenza del giudice ordinario sulla base di una natura privatistica di molti atti della Stretto di Messina nell’ambito del progetto (ad esempio l’attribuzione di consulenze), rilevando nuovamente da parte della SdM la violazione di numerose norme statali e internazionali e dei principi di correttezza e buona fede nel perseguire un’opera che non ha reale interesse strategico.

In caso di accoglimento del ricorso, la decisione del tribunale avrà un effetto dirompente sulle prossime tappe verso la concreta partenza del Ponte sullo Stretto. Sullo sfondo c’è infatti la fibrillazione per l’esito della procedura Via/Vas, su cui la settimana prossima si pronuncerà la commissione insediata al ministero dell’ambiente e la sicurezza energetica. L’organismo potrà respingere il progetto ritenendo che la documentazione integrata dalla SdM richieda ulteriori appronfondimenti, oppure esprimersi positivamente lasciando tutto com’è o richiedendo altre prescrizioni da inserire in un progetto esecutivo che comunque avrebbe incassato le due importanti autorizzazioni ambientali. Un traguardo che condurrebbe direttamente all’esame del Cipess per il riconoscimento statale del carattere di opera di pubblica utilità.

Ma questa accelerazione che la società di Ciucci considera ormai inarrestabile verso un avvio delle prime attività entro fine anno potrebbe subire un brusco stop se la class action avesse ragione. In palio non ci sono soltanto i sigilli all’attuale progetto e il rischio di scioglimento della Stretto di Messina, ma un importante precedente con una sentenza che per la prima volta definirebbe non strategica la grande opera di collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Intanto un orientamento di questo tipo trova conferma in un recente stanziamento europeo a favore del progetto, segnalato dal movimento Invece del Ponte come irrisorio rispetto ad altri investimenti. “Attraverso una propria agenzia – afferma il gruppo – la Commissione Europea ha destinato poco meno di 25 milioni di euro alla Stretto di Messina per la progettazione della parte ferroviaria del ponte sullo Stretto. La stessa agenzia ha finanziato, con lo stesso provvedimento, altre 135 iniziative. In totale ha messo sul piatto più di 7 miliardi di euro, di cui per il Ponte solo lo 0,35% della disponibilità totale. Per qualcuno sarebbe la conferma del ruolo strategico dell’opera, a noi sembra la mancetta che non si nega a nessuno”.