Il risultato elettorale del dottor Formisani ha galvanizzato molti dei suoi sostenitori politici.
La performance elettorale del dottore è stata di fatto una positiva sorpresa. Peccato solo che per un pelo non è riuscito ad entrare in consiglio comunale, perché la lista che lo sosteneva, “Cosenza in Comune”, non ha raggiunto il quorum.
Se la lista avesse preso i voti che il dottore ha ricevuto come candidato a sindaco, cioè il doppio, non ci sarebbero stati problemi per il quorum. Ma pare di capire, dall’espressione del voto, che la gente ha apprezzato più la persona perbene Formisani che il “progetto politico”.
Penso di poter dire anche che chi ha votato solo per lui come sindaco, non fosse proprio a conoscenza del progetto politico, altrimenti avrebbero messo la crocetta anche sulla lista. Proprio per dar forza al progetto e portarlo fin dentro al Comune.
Detto questo, che non sminuisce per niente la performance del dottore, si può passare all’analisi politica dell’evento. Ragionamento che sin da subito, i maggiorenti (fatemi passare questo termine) del comitato che ha lanciato e sostenuto politicamente Formisani, hanno “buttato” nell’agone politico cittadino legato alla sinistra. Quella dei collettivi, delle situazioni di lotta, delle associazioni, dei movimenti, e dei cani sciolti.
Sul tavolo della discussione, il risultato elettorale e le prospettive ad esso collegate. A cominciare dalla possibilità di ripartire, come sinistra, proprio da questi numeri. Che non è poco di questi tempi a Cosenza. Da questo dato sono partiti annunciando che “l’operazione politica” non si sarebbe fermata al risultato elettorale e che se l’opposizione non la si può fare anche in consiglio si continuerà a farla per le strade, nelle piazze e nei quartieri, così come è sempre stato. Portando avanti quei punti del programma politico che stanno alla base, non solo della candidatura del dottore, ma anche all’aggregazione politico/sociale che lo ha lanciato.
E’ chiaro che ci si riferisce ai valori fondamentali della sinistra nonché al concetto che sta alla base del pensiero politico di ogni compagno: la Politica intesa come servizio per il cittadino. Con l’aggiunta che il cittadino deve diventare protagonista del proprio destino. E dunque partecipare attivamente alla vita politica della città. Quello che una volta si definiva, “creare le coscienze”. Un lavoraccio. Dove in pochi sono riusciti. Ma non è detto che non ci debba provare. Ma per farlo bisogna rimettersi tutti di nuovo seduti attorno a un tavolo.
Ed è questa l’operazione impossibile, per me, a Cosenza. Bisognerebbe costruire prima di quella degli altri, le nostre di coscienze. Bisognerebbe avere la capacità di mettere da parte rancori, invidie, e ogni sorta di futilità, che finora hanno impedito a molti di ritrovarsi, politicamente parlando.
Ma a Cosenza ognuno ha come sempre le proprie ragioni che sono sempre più ragioni di quelle degli altri. Ecco perché non è facile. Fare autocritica lucida e sincera non è cosa da nostra. Ma nonostante ciò esiste, oggi, un nuovo contenitore politico, che è quello che dicono i fondatori di “Cosenza in Comune”, che può fungere da collettore per tutti colori i quali intendono riaprire una vera e propria discussione a sinistra.
Io non so in quanti raccoglieranno questo “appello” se i presupposti di questo rilancio, annunciati su criteri di militanza e di lotta per rivendicare i bisogni della gente, alla fine si risolveranno, così come mi pare di aver capito, nel promuovere una campagna politica a favore del NO al prossimo referendum.
Se è questo che si intende per militanza politica, e se è con questa pratica che si intende dar voce ai bisogni della gente, allora mi sa che oltre ai promotori, a questo progetto politico, non aderirà nessuno. Ovviamente ogni discussione sul tema ed eventuali rivoluzioni sono rimandate a dopo l’estate che mo’ dobbiamo andare al mare.
GdD