L’occasione della morte del mafioso Bernardo Provenzano, in galera dal 2006, dopo 43 anni di latitanza, è l’occasione giusta per parlare dell’aberrazione del regime carcerario denominato 41 bis.
Noi di Iacchite’ siamo contro ogni forma di prevaricazione dell’uomo sull’uomo, sia essa mafia, camorra, ‘ndrangheta o 41 bis. Perché questo regime carcerario oltre ad essere incostituzionale è anche una evidente strumento di tortura per indurre il detenuto a collaborare.
“La norma sul 41 bis è prevista per alcuni detenuti che si trovano in carcere per fatti di criminalità organizzata, mafia, terrorismo, eversione ed altre tipologie di reato. A stabilire questo regime particolare è il ministro della Giustizia. La durata del 41 bis può essere estesa fino a quattro anni con eventuali proroghe ogni due anni.
Il regime del carcere duro esclude a priori qualsiasi tipo di beneficio che è invece appannaggio dei carcerati ‘classici’, vedi possibilità di accedere agli arresti domiciliari, semilibertà, permessi, possibilità di lavorare all’esterno del carcere ecc… in aggiunta a queste, altre misure che caratterizzano il 41 bis sono:
Massimo isolamento: i contatti con altri detenuti sono ridotti al minimo. Il detenuto è stipato in una cella singola e non ha accesso a spazi comuni del carcere come palestra, biblioteca, ecc… l’ora d’aria è limitata rispetto agli altri detenuti e anche qui avviene in isolamento.
Stretta sorveglianza: un carcerato colpito dal regime 41 bis ha una sorveglianza speciale e apposita. Si tratta di questurini appartenenti ad un corpo speciale di polizia penitenziaria i quali, a loro volta, non entrano in contatto con le altre guardie carcerarie.
Colloqui limitati: anche i colloqui con familiari e avvocato difensore sono limitati. Al massimo due al mese e di una durata inferiore rispetto a quanto durano i colloqui per i carcerati ordinari. I colloqui per i 41 bis avvengono senza possibilità di contatto fisico per impedire passaggio di oggetti e, qualora il magistrato lo disponga, possono anche essere registrati. Per colloqui con figli minori di 12 anni può essere tolto l’obbligo del vetro divisorio.
Contatti con l’esterno: è ammessa solo una telefonata al mese esclusivamente ai familiari più stretti i quali, per essere contattati, devono recarsi di persona presso il carcere della propria città a ricevere la telefonata. Anche la posta del detenuto in 41 bis è strettamente limitata e sorvegliata: tutti i pacchi e le buste a lui destinati vengono aperti e controllati a fondo tranne per casi di corrispondenza proveniente da autorità con competenza in materia di giustizia o da parlamentari. Anche eventuali lettere che il carcerato voglia inviare all’esterno devono essere consegnate all’autorità giudiziaria per essere prima controllate e poi eventualmente spedite.
Alimenti e oggetti personali: il detenuto al 41 bis ha una limitata quantità di alimenti che può richiedere. All’interno della cella non è inoltre consentito cucinare. Anche gli oggetti personali sono limitati, comprese somme di denaro. Vietati apparecchi fotografici, bottiglie, libri con copertina rigida, nastri per registrare ecc… consentiti libri, quaderni, giornali e penne”.
A queste assurde regole va aggiunto che spesso e volentieri ogni struttura carceraria preposta a questo odioso regime carcerario può “interpretare” come gli pare queste regole. I detenuti a 41 bis sono in balia degli umori del direttore piuttosto che del secondino.
La cella del 41 bis diventa un pezzetto d’Italia dove la Costituzione, il Diritto, e la Giustizia, sono sospese. Non diciamo che bisogna mandarli in un albergo a 5 stelle, ma la dignità della persona, in uno stato di Diritto, è sacra ed inviolabile. La pena deve tendere alla rieducazione e la dignità del detenuto non può essere offesa. Lo dice la Costituzione. Che vale per tutti, anche per Totò Riina, Maurizio Rango, Ettore Lanzino.
Stare in carcere non significa, come molti pensano, perdere i diritti che hanno tutti i cittadini. Anche quando sei in carcere resti un cittadino italiano. Ecco perché questo strumento di tortura non si può accettare costituzionalmente. E chi vorrebbe sostenere questo, in termini di Diritto, corre il rischio in questa nazione corrotta e bigotta di passare come amico dei mafiosi.
Ecco perché nessun politico di buona fede lo dice. Noi di Iacchite’ lo diciamo: siamo contro l’ergastolo e il 41 bis, e contro tutti quei magistrati che di questi “strumenti” ne fanno abuso. La scusa per mantenere questo regime carcerario è quella di tagliare completamente ogni possibilità ai boss di comunicare all’esterno. Cosa che si potrebbe evitare ugualmente senza passare dalle barbarie.
Cosa c’entra negare momenti di la socialità rieducativa ai detenuti al 41 bis, o con con gli altri detenuti, cucinarsi in cella, farsi un caffè, guardare un film, leggere un libro, dare una carezza al proprio figlio con la nostra sicurezza o col comunicare all’esterno? Niente. Gli si può impedire di comunicare all’esterno anche con umanità. Del resto quando ad un individuo lo privi della Libertà, che è il bene supremo dell’uomo, di più, cosa gli vuoi fare?
GdD