Cosenza, flop città unica. “Grazie Mario, senza di te non ce l’avremmo mai fatta!!!”

In tutta questa incredibile storia del referendum per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero vinto dal No e non dal Sì come sembrava addirittura scontato, c’è un “prima” e un “dopo”. Ovvero, un “prima” dell’intervento diretto di Mario Occhiuto e un “dopo” la sua serie continua di scivoloni, che ha indubbiamente facilitato il compito dei Comitati del No ma anche di Sandro Principe e Orlandino Greco, che su Rende e Castrolibero hanno macinato consensi annichilendo gli Occhiuto e i loro compari.

Mario il cazzaro ha iniziato con una serie pressoché infinita di materiale di propaganda contrassegnato dal Sì alla fusione e da slogan e citazioni degne di miglior causa. Un atteggiamento di arroganza e di prosopopea assurdo che ha irritato tutti, dai più grandi per finire ai minorenni. E se prima sulla propaganda campeggiava solo il Sì, progressivamente è apparso anche il suo faccione gonfio e il suo inconfondibile muss’i vecchia, che hanno fatto passare i cittadini dallo stadio dell’irritazione a quello della rabbia.

Ma Mario non si è fermato qui. Nel suo delirio di onnipotenza ha iniziato a dirci che se non avessimo votato sì avremmo perso… lo status di capoluogo a favore di Corigliano-Rossano e a quel punto non solo i cosentini, i rendesi e i castroliberesi ma anche i co-rossanesi hanno iniziato a dargliele di santa ragione e in particolare il sindaco Stasi l’ha sbertucciato come meglio non poteva assestandogli fendenti che a chiunque avrebbero consigliato di abbassare i toni. Ma lui niente… più cocciuto e testardo di prima.

Ha iniziato così a riesumare i vecchi big della politica, compreso Giacomo Mancini che nel corso della sua vita non solo non l’ha mai cagato di striscio ma lo prendeva per il culo deridendolo per la sua presunzione e la sua rozzezza insieme al fratello che si crede più “furbo”. Ce ne sarebbe stato abbastanza per consigliare al nipote che porta lo stesso nome di mandarlo a quel paese ma la “politica” è politica e così Giacometto non è andato oltre un blando richiamo a non servirsi della storia solo a convenienza. E questo atteggiamento di accondiscendenza, probabilmente, ha indotto Mario il cazzaro a spararle ancora più grosse. Fino all’ultimo giorno appelli ai giovani, al futuro de… stacippa e alla peste che gli ‘mbacchia come si dice a Cusenza. Per arrivare ai tragicomici messaggi mandati a tavoletta a tutti i suoi servi e lecchini che l’hanno smerdato non andando a votare e ignorando i suoi sempre più disperati appelli quando è sembrato chiaro a tutti che con l’enorme astensione dei cosentini, il referendum sarebbe andato a puttane esattamente come le sue.. aziende. Bene, oggi che tutto è compiuto possiamo finalmente esplodere in un liberatorio ringraziamento: “Grazie Mario, senza di te non ce l’avremmo mai fatta!!!”.