“Cosenza, sanità venduta. Il curioso caso della Covisian, che gestisce un Cup pubblico e uno… privato!”

Egregio Direttore,

La ringrazio per la disponibilità e lo spazio dedicato alle svariate pagine di ordinario sfruttamento. Mi riallaccio ai precedenti articoli pubblicati dalla Sua testata per dirLe che quello che sta avvenendo in Covisian per la commessa Cup dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha dell’inverosimile.

Confermando in prima persona quanto emerso sui lavoratori (interinali rimasti a casa dopo mesi di sacrifici) e sulle “spedizioni“ nei diversi e svariati sportelli della provincia (a volte anche un’ora e mezza per raggiungere il posto di lavoro) e l’assenza di stabilità lavorativa, la cosa più grave è che sussiste un conflitto d’interessi enorme che nessuno sembra voler vedere. In concomitanza dello svolgimento del servizio CUP Asp Cosenza, Covisian Spa ha inaugurato sul mercato un servizio denominato “il Centralino Sanitario”. Un vero e proprio CUP gestito da Covisian per accedere a visite esclusivamente private con tanto di sconti e incentivi per i pacchetti di più prenotazioni.

Come si fa ad incentivare il ricorso alla sanità privata mentre si svolge un servizio per conto di un ente della sanità pubblica? Certo, in generale nella sanità di pubblico c’è ormai ben poco, eppure nonostante questo pesante conflitto di interessi nonché la delibera dello scorso anno che sanciva il termine dell’affidamento del servizio a Covisian, entro il 31.12.2024, l’Asp di Cosenza vuole continuare con questi criteri di erogazione e affidamento, facendo finta di non vedere e non sapere le condizioni di noi lavoratori, usati e lasciati in mezzo ad una strada. Un motto dice ”impara l’arte e mettila da parte”, e Covisian ha capitalizzato bene ciò che ha appreso dalla commessa CUP. Soprattutto, da mesi viene minacciato il mancato rinnovo del CCNL di categoria “telecomunicazioni” da parte della associazioni datoriali di settore, nelle quali è aderente, appunto, il colosso Covisian. Cosa farà l’Asp di Cosenza se in forza ad un Suo appalto, dovesse ritrovarsi delle risorse con un contratto farlocco e inadeguato? Magari un Multiservizi, eccellente per l’abbattimento del costo del lavoro.

In un territorio dove, purtroppo e per fortuna, l’ambito delle telecomunicazioni ha rappresentato per tanto tempo quasi un contrasto al lavoro povero, (e ce ne vuole), lo spirito predatorio delle grandi società appaltatrici non risparmia nessuno. La musica non cambia e il mistero si infittisce, ma quel che è certo è che a pagare sono sempre i lavoratori! Grazie per la diffusione

Lettera Firmata