Catanzaro. Curcio e Gratteri: se non è zuppa, è pan bagnato

A voler misurare ciò che li accomuna e ciò che li distingue, dopo una breve analisi ci sentiamo di dire che, tra le differenze e le somiglianze, prevalgono nettamente le somiglianze tra i due. Non si tratta certo di somiglianze riferite all’aspetto fisico, anche se, da questo punto di vista, qualche affinità c’è. Gratteri e Curcio si somigliano in molte cose. Ma iniziamo con le differenze. Gratteri predilige i riflettori, Curcio no. Gratteri è uno scrittore che pubblica libri al ritmo di uno al mese, Curcio no. Gratteri apprezza le maxi operazioni con centinaia di arresti, Curcio no. Gratteri è incline alla prosopopea, Curcio no. Gratteri ha velleità politiche, Curcio no. Gratteri è un tuttologo, Curcio no. Curcio è stato indagato, Gratteri no. Curcio è stato perquisito, Gratteri no. Curcio è riservato, Gratteri no. Curcio bazzica le correnti, Gratteri no. Curcio ama gli equilibrismi, Gratteri no.

Ora le somiglianze. Gratteri e Curcio sono entrambi calabresi di origine e hanno dedicato la maggior parte della loro carriera professionale alla regione. Entrambi hanno una lunga esperienza nella lotta alla ‘ndrangheta. Gratteri e Curcio hanno approfondito, più di altri, il fenomeno del narcotraffico internazionale. E tutti e due sono conosciuti anche all’estero. Curcio e Gratteri sono due paciocconi che non praticano sport. Hanno più o meno seguito la stessa carriera e condividono una passione per la buona cucina. Durante i mondiali tifano Italia, perché entrambi sono patrioti. Tutti e due non sopportano le fiction su mafia, ‘ndrangheta e camorra.

Nelle loro numerose inchieste nessuno dei due, e qui si somigliano molto, ha mai sfiorato il cosiddetto “primo livello”, spacciando spesso pesci piccoli per grandi boss. In riferimento a colletti bianchi, politici corrotti, e professionisti collusi. E per questo entrambi possono fregiarsi del titolo, sempre nello specifico della lotta contro la massomafia, tutto “chiacchiere e distintivo”. Curcio e Gratteri, ognuno con le sue peculiarità, sono la stessa faccia della stessa medaglia, e condividono un approccio, verso certi poteri, che, senza nulla togliere all’onestà, a volte sembra più simbolico che incisivo. Incarnano alla perfezione l’archetipo del giudice calabrese, impegnato senza sosta nella lotta al crimine, ma spesso intrappolato nei limiti di un sistema che poco lascia alla vera rivoluzione, restando un atto solo enunciato. Ed è proprio qui che la loro consapevolezza di non poter superare certi limiti, che nascondono dietro l’enunciazione, si trasforma nella più grande somiglianza tra i due, permettendo alle somiglianze di vincere sulle differenze.

Ma anche nelle somiglianze si possono trovare differenze. Se è vero che, con la vittoria delle somiglianze, si può dire che il detto “se non è zuppa è pan bagnato”, affibbiato al duo Gratteri-Curcio, è più che azzeccato, va specificato, però, che Gratteri è la zuppa e Curcio è il pan bagnato.