Catanzaro. Il (mega) server unico per le intercettazioni, le “amicizie” di Gratteri e la sicurezza dei dati

Oggi che Nicola Gratteri ha coronato il suo sogno di diventare procuratore di Napoli è inevitabile ripercorrere il tortuoso iter attraverso il quale si è arrivati alla sua nomina. Ed è inevitabile partire dalla “battaglia” che ha visto protagonisti per anni Gratteri da una parte e i suoi colleghi Facciolla e Lupacchini dall’altra. Una delle questioni dirimenti era proprio la gestione del cosiddetto mega server unico per le intercettazioni che Gratteri voleva “spostare” da Napoli a Catanzaro. Beh, oggi a Napoli ci sarà proprio lui in carne e ossa e, a distanza di qualche anno, l’obiettivo è stato pienamente centrato. Ma entriamo nei dettagli.

Eugenio Facciolla si è difeso a spada tratta dalle accuse che gli arrivano dal braccio destro di Gratteri, il maggiore dei carabinieri Gerardo Lardieri (oggi spedito a fare il capo dei vigili urbani a… Forlì magari in attesa che si liberi lo stesso posto a Catanzaro), personaggio tutt’altro che limpido. E dopo aver dimostrato, con carte alla mano, il suo tentativo di inquinamento delle prove con tanto di “sparizione” delle intercettazioni che lo riguardavano insieme al colonnello dei Carabinieri Forestali Gaetano Gorpia e di “sconfinamenti” negli atti riservati della procura di Salerno, ha continuato a contestare con veemenza tutto il suo tragicomico impianto accusatorio. 

In estrema sintesi, ci sono tre vicende alla base della clamorosa guerra tra magistrati consumatasi nel Palazzo di giustizia di Catanzaro. La prima è la madre di tutte le battaglie: la grande inchiesta sul Pd renziano (ma allargato anche a quello di Zingaretti, muto, complice e connivente) che coinvolgeva il Ministero dello Sviluppo Economico e quindi l’ex ministro Calenda, l’ex ministro e viceministro Bellanova ma anche il resto del cerchio magico renziano a partire dal “solito” Luca Lotti per continuare con Maria Elena Boschi, don Magorno e Ferdinando Aiello, con i colletti bianchi al loro servizio. Ma anche gli interessi della sanità privata, rappresentati dal gruppo paramafioso de iGreco e pezzi importanti di stato deviato con il grave coinvolgimento di magistratiUno per tutti l’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto, il braccio destro di Gratteri per tre lunghi anni, dal 2016 e fino al 2019.

La seconda è quella tutta interna tra Gratteri e Lupacchini, che non è stato possibile ricomporre in nessun modo e coinvolge lo stesso sistema di gestione delle indagini. La terza è quella legata all’omicidio del calciatore del Cosenza Denis Bergamini, il mistero più assurdo della città dei Bruzi, territorio intoccabile per la potenza della massomafia legata ai pezzi deviati dello stato.

Oggi i tempi sono maturi per trattare della seconda vicenda. Ed è appena il caso di “anticipare” che la gestione del delicatissimo sistema delle intercettazioni influenza pesantemente anche la stessa prima vicenda.

IL SERVER UNICO DELLE INTERCETTAZIONI E IL DIKTAT DI GRATTERI

Ma lasciamo che a parlare sia lo stesso Facciolla, per come ha fatto difendendosi sia a Salerno sia davanti al Csm. “… Quando leggo le intercettazioni che avvenivano e leggo che a marzo 2018 il maggiore che oggi dirige la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Catanzaro (Lardieri, che oggi non ricopre più quel ruolo, ndr) scrive quelle cose sul mio conto, io non mi capacito di come allora il procuratore di Catanzaro avesse fiducia a tal punto nei miei confronti dal relazionarsi con me per quelle che erano le indagini sulla famiglia Greco di Cariati, perché erano coinvolti in qualche modo in attività attraverso quel tale Ferdinando Aiello e con il collega Luberto. Tutte cose che ho riferito il 5 dicembre 2018 e lo evidenzio adesso questo, non adesso, dopo che a novembre è notorio che la Procura ha eseguito perquisizioni e altre attività nei confronti del collega magistrato. E allora perché se uno ha fiducia a tal punto di parlare con me di queste cose che riguardano il suo aggiunto, addirittura poi in parallelo io trovo che si fa un’indagine di cinque mesi nei miei confronti in questi termini… ma prima o poi lo si chiarirà…

Dai documenti che vengono utilizzati allegati all’informativa del Noe di Catanzaro non solo si rileva che non c’è una ipotesi di reato – non ce n’è una! – ma soprattutto si fa riferimento alla conversazione del 5 aprile 2018. Allora, la telefonata in questione è quella che poi viene riassunta nella trasmissione degli atti da Catanzaro a Salerno in cui si dice circa i rapporti… Allora, i carabinieri nel corso delle indagini hanno captato conversazioni relative ad aspetti afferenti il settore delle intercettazioni da parte del Ministero della Giustizia rispetto alle quali io mi interfacciavo direttamente con il Tignanelli (poliziotto della Stradale che controlla anche una società di intercettazioni, ndr)…

La sala delle intercettazioni della Procura di Castrovillari l’ho creata io qualche mese dopo il mio insediamento… Io ho trovato una situazione nella quale c’era il monopolio di una ditta.. La stragrande maggioranza delle intercettazioni erano svolte dalla Esital, con un contratto durato otto anni… otto anni, Giudice… La Esital notoriamente è specializzata nelle intercettazioni telefoniche e non in quelle ambientali e allora succedeva che, tra le Forze dell’Ordine, ognuno portava una sua ditta di riferimento, quindi si creava una situazione in cui erano più ditte a intervenire nei fascicoli, non c’era un controllo di spesa perché ognuno praticava il suo prezzo, avevano sostanzialmente una sorta di libertà assoluta di fatturazione, di documentazione di quello che avveniva e soprattutto non c’era il centro per le intercettazioni e la segreteria connessa, che era quella che controllava l’affidamento alla ditta e poi la liquidazione successiva…

Il centro intercettazioni l’ho creato io, l’ho regolamentato con precise organizzazioni, ho fornito i provvedimenti che ho adottato, le persone che erano responsabili, la Polizia Giudiziaria e il personale amministrativo. Il personale amministrativo, che viene sentito la prima volta dal Gico della Guardia di Finanza e la seconda volta dallo SCO nel 2019, e mi riferisco al direttore Amelio, alla dottoressa Ferro e alla dottoressa Mazzei, riferiscono quali sono i criteri e le modalità di funzionamento di questo servizio. La rotazione è stata una delle prime cose che ho imposto al mio ufficio. E allora, Giudice, davanti a questa situazione, la disponibilità della sala ascolto era di cinque server che potevano essere allocati da parte delle ditte, perché è un piccolo ufficio… Io ho dato la possibilità di una partecipazione allargata alle ditte che mi avevano segnalato i colleghi della Procura, con cui io non avevo rapporti perché venivo dalla Procura Generale. In Procura Generale non si fanno intercettazioni se non per la cattura dei latitanti, queste le facevo, ma non con la STM. Per dire, quindi, che io arrivo a Castrovillari e trovo questa situazione… Ho imposto alle ditte il listino unico, non determinato da me, ma dal Ministero… Ogni anno il Ministero mandava l’adeguamento dei prezzi e io comunicavo alle ditte il nuovo listino che avrei applicato…

Il 2019, a marzo, c’è stata l’ispezione ministeriale, quella ordinaria, con quattro anni presi in esame. L’ispezione ha confermato il rispetto di tutti i criteri di sicurezza e di tutti gli altri criteri prescritti dal Dgsia e dal Ministero, compresi quelli del contenimento dei costi e la cifra integrale di quattro anni per intercettazioni, soltanto per intercettazioni, dicono gli ispettori, è pari a due milioni di euro, complessivamente andati a tutte le ditte. Ebbene, se lei paragona il dato che emerge dalla relazione ispettiva con quella che è la prima acquisizione che fa la Guardia di Finanza e la seconda acquisizione che utilizza Lardieri, se mette tutto insieme, si renderà conto agevolmente come non è possibile che solo la STM ha incassato 700 mila euro in due anni rispetto ad un monte complessivo di due milioni di euro, non è possibile. E allora, perché è importante comprendere questi passaggi? Perché oltretutto, Giudice, io non ho autonomia, non avevo autonomia contabile, perché è un piccolo ufficio, non abbiamo la figura del dirigente amministrativo, che è presente solo nelle Procure e negli uffici dei Tribunali che hanno competenza provinciale. Castrovillari non è così. Quindi tutti gli atti che pervenivano, liquidazioni di qualsiasi tipo, io dovevo materialmente trasmetterli a Catanzaro per l’ulteriore verifica che faceva la Procura Generale, competente alla liquidazione.

Giudice, ma quando mai è stato fatto un rilievo dalla Procura Generale poiché si affidava troppo alla STM rispetto alle altre ditte? Quando mai è stato scritto dalla Procura Generale, dal Dgsia o dal Ministero che c’era “sbilancio” nell’attribuzione degli incarichi alle ditte? Oltretutto non si prende proprio in considerazione tutto ciò che prescrive proprio la Dgsia. La Dgsia prescrive che siccome non è stata ancora fatta la gara unica nazionale in materia di intercettazioni, ogni ufficio è libero di determinarsi nel rispetto dei criteri che sono quelli imposti dal Ministero, quindi prezziario, clausole di sicurezza, riservatezza eccetera, dopodiché dice “scegliete voi come organizzarvi in base al rapporto di fiducia”…”.

IL SERVER UNICO PER LE INTERCETTAZIONI 

A questo punto, per una migliore comprensione di quanto sta per dichiarare Facciolla, va ricordato il fatto fondamentale ovvero il contrasto sul server unico per le intercettazioni. Uno dei tre motivi per i quali Lupacchini e Facciolla hanno pagato a caro prezzo e alla velocità della… luce le loro inchieste sulla massomafia e in particolar modo sulla famiglia Greco e sulla componente renziana del famigerato giglio tragico. 

A marzo del 2018 il procuratore generale Lupacchini convoca una riunione con i Procuratori del distretto sulle ricadute della riforma Orlando (allora ministro della Giustizia) in materia di intercettazioni; nel corso della stessa il procuratore Gratteri dichiara che, forte dei suoi rapporti sia con il Pd sia soprattutto con Renzi, che in passato lo avrebbe voluto ministro della Giustizia, avrebbe ottenuto di far collocare dal Ministero il server unico delle intercettazioni alla procura di Catanzaro. Siamo nel periodo in cui Lotti inciucia alla grande con Palamara per le vicende del Csm e delle nomine dei procuratori e la gestione del sistema delle intercettazioni è un punto molto importante, con l’aria che tirava e che ancora tira…

Si trattava di indirizzare tutte le intercettazioni che si svolgevano negli uffici di procura del Sud Italia in un server unico che avrebbe dovuto trovare ospitalità nella procura di Gratteri. Chiaramente si poneva il problema della riservatezza dei dati per cui oggi, con l’attuale normativa, è il Capo dell’Ufficio che procede ad essere responsabile delle sue intercettazioni. Si tratta, tanto per intenderci, della ragione per la quale il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, faceva notare al collega la difficoltà di mantenere la responsabilità di qualcosa che usciva dal proprio ufficio per andare ad allocarsi nel server a Catanzaro e che, pertanto, sarebbe stato necessario dire al ministro Orlando di modificare la norma del codice procedurale stabilendo che la responsabilità fosse di chi deteneva i flussi di intercettazioni.

L’obiettivo di Gratteri era (ed è) quello di controllare i flussi intercettivi senza assumersi la responsabilità della sicurezza e l’intervento di Facciolla ne aveva scatenato una vibrata reazione. Si stabilì allora di predisporre una nota che il procuratore generale Lupacchini avrebbe sottoposto all’attenzione dei colleghi procuratori generali in occasione delle riunioni di coordinamento, onde coinvolgere il ministro della problematica rilevata.

A questo punto, però, accade qualcosa che spariglia completamente le carte e di fatto apre la guerra tra procure. La richiesta telefonica di Facciolla a un appartenente alla Polizia di Stato (Tignanelli appunto), esperto di intercettazioni, di avere chiarimenti in ordine al funzionamento del server unico, viene intercettata da Gratteri che, già da tempo, stava intercettando il poliziotto stesso e un collega dei carabinieri forestali impegnato in una indagine della procura di Castrovillari. Prendendo spunto da tale emergenza, Gratteri invia gli atti a Salerno nei confronti di Facciolla, dando così inizio all’indagine che ha portato al suo trasferimento.

LA CONVERSAZIONE DEL 5 APRILE

Torniamo allora alle dichiarazioni spontanee di Facciolla, che riferisce di quella conversazione con Tignanelli intercettata dal braccio destro di Gratteri.

“… La conversazione del 5 aprile (2018) va contestualizzata in maniera differente, perché la sala intercettazioni (a Castrovillari) c’era già, non è che me la doveva fare Tignanelli. Io chiamo Tignanelli per avere informazioni su come deve funzionare questo server unico, ma non è che glielo chiedo perché è la STM, tanto è vero che in quella trascrizione… che viene fatta dal Noe ad un certo punto Tignanelli mi fa l’esempio della Innova, cioè non parla della STM, parla sempre della Innova e cioè delle problematiche che possono avere le ditte e perché… Perché il server è unico e significa gestire tutti i dati delle intercettazioni, nonostante passino dal server delle ditte private. Il problema è lì…

Faccio riferimento anche ad una riunione… e per questo avevo chiesto di sentire anche i magistrati presenti in quella sede, tra cui il Procuratore Generale di Catanzaro che aveva indetto quella riunione perché, Giudice, si pone un problema di un collega (Gratteri, ndr) che chiede, o meglio, vanta le sue amicizie con il ministro Orlando, i suoi rapporti eccetera, per dire che il server, anziché metterlo a Napoli, lo metterà a Catanzaro. Bene, benissimo, non è un problema nostro, ma il problema si pone proprio per la sicurezza dei dati, perché c’è quella norma, che qualcuno probabilmente dimentica, che prevede che le intercettazioni devono essere svolte presso la sala ascolto della Procura competente eccetera… e la responsabilità è del capo dell’ufficio.

Così come oggi io sono qui a rispondere delle intercettazioni, ogni Procuratore è responsabile del settore intercettazioni, e non è un passaggio da poco conto, perché quando si pone questa questione è nato un contrasto con il collega Procuratore di Catanzaro (Gratteri, ndr) perché abbiamo semplicemente chiesto, io con il Procuratore di Crotone (Capoccia, ndr) e il Procuratore di Cosenza (Spagnuolo, ndr): ma se è così, bisogna modificare anche la norma, perché sennò siamo responsabili noi, però i dati vengono gestiti a Catanzaro, ma potevano essere gestiti anche a Napoli, da qualsiasi altra parte. Quindi si è posto un problema normalissimo ma non di una contesa o di un contrasto, Giudice, è stato semplicemente un disquisire in una riunione di coordinamento alla luce delle nuove riforme che si stavano facendo in quel momento, punto.

Da questo, quella conversazione diventa significativa e rilevante da far partire il procedimento a Salerno e iscrivere tutto il resto…”.

E’ chiaro che il controllo delle intercettazioni di tutti gli uffici giudiziari significa potere, significa controllare una parte del Paese, e anche potere eventualmente tenere in soggezione qualcuno o addirittura far “sparire” qialche intercettazione “scomoda” o non gradita: basta una semplice ricerca sul server inserendo il nominativo per verificare se è intercettato e da chi e per quale reato, e il gioco è fatto.

Quanto al resto, poi, una volta “eliminato” Facciolla, Gratteri, da vero e proprio campione in fatto di comunicazione, ha avuto fin troppa vita facile ad offrire assist ai media amici per screditare anche Lupacchini. Un tiro al bersaglio nel quale eccelleva il Corriere della Calabria ma non solo.

C’è poi una figura-chiave nell’intera vicenda, che è quella del maggiore Gerardo Lardieri, oggi capo dei vigili urbani a… Forlì ma in passato allontanato dal Ros dei carabinieri di Catanzaro proprio da Facciolla e utilizzato da Gratteri per fare le indagini proprio sul procuratore di Castrovillari. Lardieri è stato scelto e voluto da Gratteri alla guida della sua Sezione di polizia giudiziaria pur essendo sottoposto a un processo penale a Reggio Calabria per favoreggiamento e falsa testimonianza aggravata dalla mafiosità. Lardieri che, scoperto da Lupacchini, è stato oggetto di un veemente carteggio tra il procuratore generale, il Comando Generale dei Carabinieri e lo stesso Gratteri che, nonostante tutto, preferisce tuttora mantenere al suo fianco un soggetto entrato in collisione con Facciolla perché frequentava il collettore delle tangenti che gli imprenditori impegnati nei lavori di ammodernamento dell’Autostrada del Mediterraneo dovevano versare alla criminalità organizzata. E questa è storia.