Cosenza. Dietro la nomina del nuovo procuratore c’è il “solito” intreccio tra cemento, cliniche e massoneria deviata

di Saverio Di Giorno

Esiste un silenzioso braccio di ferro che si sta giocando sulla nomina del prossimo procuratore di Cosenza. La Calabria negli ultimi mesi è stata sguarnita di procuratori in molti luoghi nevralgici. E se in posti come Catanzaro, Crotone e Paola l’accordo è stato raggiunto, Cosenza, ancora una volta è un terreno delicatissimo. La sfida è tra Capomolla e Luberto. La nomina del prossimo procuratore è un pezzo di un puzzle più grande nel quale devono comporsi gli interessi del cemento, delle solite cliniche e dei cappucci.

Occorreva bruciare qualcuno. Qualcuno di sacrificabile e le logge deviate del cosentino hanno optato per Manna. Assediato sotto troppi fronti, neanche Spagnuolo ormai a fine carriera ha potuto molto. Era lo scalpo da dare alla folla e alla giustizia perché si smettesse di parlare di istituzioni infiltrate. E così i cappucci e i relativi clan con i vecchi giochi dei pentiti ri-pentiti che dicono e non dicono (leggasi i vari Patitucci e Porcaro) hanno fatto in modo che la tempesta si scaricasse. Una sorta di panacea.

Affinché si aprisse l’ennesima stagione di cemento, palazzi e aste gonfiate. Ospedali unici e cliniche. Poco importa se le ditte che lavoravano a Rende seguissero lo stesso iter a Cosenza. La città e la sua classe dirigente non si tocca. Poco importa se da tempo si ventila l’esistenza di un seguito di dossier che diano una risposta a tutte le inchieste mozze. Ricordate quando Aiello diceva a Spagnuolo: hai rotto le scatole tu e Occhiuto? Ecco, bisogna continuare.

E che c’entra in tutto questo la scelta tra Capomolla e Luberto? Si inserisce in questa scacchiera.

Beh, come è tipico nelle procure calabresi e come lo è stato anche per questa tornata di nomine, il nominato deve dare garanzie (si veda Curcio a Catanzaro). Da una parte Capomolla, gran favorito e con alle spalle una lunga carriera di indagini (qui un ritratto: https://www.iacchite.blog/catanzaro-cosenza-vincenzo-capomolla-migliore-staffettista-giudiziario-degli-ultimi-20-anni/)

Secondo molti è il candidato gradito a Gratteri. E qui arriva la domanda: seguirà la linea dell’ex procuratore che proprio sul territorio cosentino ha avuto i suoi intoccabili? Un po’ per la presenza di Spagnuolo e la difficoltà a trovare filoni nei quali inserirsi, un po’ per evidenti contraddizioni. Bisognerebbe riannodare i fili attorno all’indagine di Piazza Fera letta da Gratteri a senso unico e salvando la destra di allora, fino ad arrivare ai corsi di Formazione con Nicaso, sotto le insegne di Maduli. Maduli, quindi Pubbliemme che a Cosenza si declina anche in clan Muto (https://www.iacchite.blog/cosenza-la-questione-morale-i-buchi-di-gratteri-e-i-corsi-di-alta-formazione/).  L’altro grande problema di Gratteri sono stati gli amici renziani (il gruppo iGreco e Magorno).

Ma ha un peso la preferenza di Gratteri? Gratteri ancora conta in Calabria e i suoi gusti hanno un peso. Perché Gratteri non se n’è mai andato davvero dalla Calabria, in quanto Napoli è la sede del super server unico delle intercettazioni. Uno dei motivi della discordia tra Lupacchini e Gratteri e finito anche al centro di una conversazione mai chiarita e piena di misteri (https://nottecriminaleblog.wordpress.com/2023/09/19/lupacchini-facciolla-e-la-strana-conversazione-sul-super-server-delle-intercettazioni/). Chiaro quindi che server è uguale ad informazioni e informazioni è uguale potere.

Dall’altra parte c’è Luberto. Molto più logoro, già trasferito dopo l’indagine e non di certo favorito (sarebbe davvero troppo). Su Luberto negli anni si è scritta un’enciclopedia. Dalle indagini su Scalea, al suo ruolo a Paola. Alle carte sparite su Aiello e denunciate dallo stesso Gratteri (con due anni di ritardo). Fino ai rapporti con il gruppo iGreco nell’ormai famosa indagine della guardia di Finanza di Crotone del 2018 (indagine che tirava in mezzo tra gli altri Gentile, Oliverio e approdata senza esiti in parlamento). Per lui si sarebbe adoperato il laico del Csm, super renziano, Ernesto Carbone. Avvocato Paolano, vicino ai circoli e alle nomine renziane. Inutile quindi dire che le priorità sono le propaggini calabresi di questi poteri… Come sempre, del resto.