Cosenza. La questione morale, i “buchi” di Gratteri e i corsi di “Alta Formazione” come passerelle (con Maduli)

di Saverio Di Giorno

Il pentolone scoperchiato dall’inchiesta Reset prima e poi dalle varie commistioni sul comune di Rende fa emergere una questione. Rende emerge come un postribolo di corruzione nel quale l’unica legge era quella del sindaco Manna mentre a pochi chilometri a Cosenza è tutto rose e fiori. Eppure, alcuni dei personaggi li ritroviamo ad operare in tutto l’hinterland. Nonostante questo Gratteri (perché di certo non ci si può rivolgere alla procura di Cosenza) sembra prendersi i suoi tempi. Perché? Perché mentre Rende e Manna erano ormai sputtanate Cosenza è un simbolo. È l’esempio del nuovo potere e forse qui si reggono equilibri più delicati.

Abbiate un po’ di pazienza: facciamo un ripasso e poi uniamo i punti. Forse è tempo di mettere in ordine un po’ di fatti. Di tempo e di occasioni ce ne sono state troppe e la passerella a Falerna (replicata poi a Vibo Marina e a Corigliano-Rossano) sotto le insegne del gruppo di Maduli è solo l’ultima della serie. Gratteri ormai se n’è andato e detto per inciso non ha fugato nessuno di questi dubbi: e così possiamo fare tutte le domande che vogliamo, visto che gli assenti hanno sempre torto. E Gratteri alla luce dei fatti evidentemente era assente anche… quando era presente.

Gli inizi con Magorno…

Di incontri imbarazzanti (per usare un eufemismo), il procuratore ne ha collezionati tanti in questi anni. Sin da quando ha iniziato a fare incontri sulle terrazze estive di Magorno a Diamante. In quelle terrazze danzano membri della Chiesa, funzionari di governo eccetera. Il risultato è stato che sulla parabola di Magorno ci sono le ombre della ‘ndrangheta e della sanità privata, ma anche delle inchieste sulla depurazione e lui non si è mai sentito in dovere di chiarire né ai cittadini, né tantomeno alla magistratura che non glielo ha mai chiesto. Intanto lui riceve premi e presenta libri. Anche a Diamante.

… tra Fondazione Magna Grecia e Pubbliemme

Ed è proprio la sua attività di divulgazione (sacrosanta) che lo ha portato spesso a presenziare in ambienti che forse avrebbe fatto meglio ad evitare. Come segnale pubblico se non altro. È dell’anno scorso, ad esempio, la presenza al corso di Alta Formazione e così si legge nella presentazione: “… Nino Foti ha presentato così il corso di Alta Formazione della Fondazione Magna Grecia, in collaborazione con il Gruppo Pubbliemme, Diemmecom, LaC Network, ViaCondotti21 e l’Università Luiss”. Di Nino Foti, ex parlamentare di PDL e della Fondazione Iacchite’ ha già scritto, della Pubbliemme lo stesso. Insieme a Gratteri ovviamente anche il professore Nicaso, quello che firma i libri insieme a lui. 

Cosenza e dintorni

Sì, insomma, lo stesso professore con cui Gratteri scrive e fa ricerche. Professore che era stato incaricato su suggerimento di Walter Pellegrini di preparare il progetto per un mensile cartaceo di inchiesta con la testata Calavria. Quel progetto poi abortì e nacque la testata iCalabresi che dopo i brevi fasti iniziali è finita in malora e da poco più di un anno (è scaduto il 19 luglio) ha beneficiato di un ulteriore contributo della Fondazione Giuliani tanto cara a Walter Pellegrini, che probabilmente continuerà – magari riveduto e corretto – anche per un altro anno per la gioia di quei 3-4 giornalisti rimasti “fedeli” a Walter Pellegrini e che lo hanno aiutato a cacciare il precedente direttore non gradito nonostante fossero… parenti. E in questa vicenda c’è anche lo zampino di Mario Occhiuto. Perché dove c’è un fallimento Occhiuto non manca mai. Ma questa è un’altra storia…

Questo solo per rimanere nelle grigie terrazze del Cosentino. Su queste terrazze cenano parlamentari, imprenditori e faccendieri e finanche pezzi di servizi segreti conosciuti ai tempi di Reggio Calabria e dei latitanti.

Sarà per questo che da sempre questa provincia è stata problematica per k’ormai ex procuratore? E veniamo qui al punto: non si tratta solo di presenze. Ma una figura come la sua ha avuto il significato di dare un’imbiancata a realtà dietro le quali si muovono soldi, figuri ambigui, movimenti eccetera. Soprattutto se questi diventano in qualche modo “intoccabili”. Gli amici degli amici di Gratteri si sentono per forza di cose… forti. Gli amici di Magorno sulla Sibaritide sono il gruppo iGreco e su fino a Roma, ad esempio, divenuti a capo di un impero nato nelle ombre e su cui Gratteri ha sempre fatto fatica a pronunciarsi. Mentre le propaggini sulla città di Cosenza dei poteri criminali cetraresi – secondo molte indagini – portano ad Agostino Iacovo. Degli affari della pubblicità e degli spazi pubblicitari acquistati nel comune di Cosenza si è già scritto sulla base delle parole di Brogna. E se nemmeno uno protetto come Occhiuto ha potuto mettersi contro Maduli nel cacciare un cartellone grande quasi quanto la sua testa (https://www.iacchite.blog/cosenza-via-pasquale-occhiu-se-hai-le-palle-demolisci-il-tabellone/ ) unendo tutti i puntini viene solo un dubbio.

Nel 2018 Morrone dialogando con Magnelli rassicurava dicendo che tanto Gratteri una cosa contro Iole non la fa subito (all’epoca vicesindaco di Occhiuto) https://www.iacchite.blog/cosenza-come-si-smontano-le-inchieste-morrone-magorno-e-il-cazzaro-aiello-al-gattopardo-hai-rotto-le-scatole-tu-e-occhiuto/. Forse aveva in mente il meccanismo per bene. Forse aveva capito che Gratteri fretta di approfondire su quella compagine non ne aveva a patto che loro garantissero gli affari di chi – quantomeno – sponsorizza i suoi libri. Do ut des: se chi mi interessa può scorrazzare liberamente allora io non tocco i tuoi. Ma se prima c’era Luberto ad ostacolarlo e tra un po’ non ci sarà nemmeno più Spagnuolo che ha vigilato su Occhiuto (a detta di quelle carte utilizzate dallo stesso Gratteri), non c’è proprio nessuna scusante. Le cose sono andate proprio così…