L’assessore comunale di Cosenza Francesco De Cicco è stato assolto nel processo “Reset” scaturito dal blitz del 1° settembre 2022. De Cicco era stato sospeso dalla carica all’indomani del suo arresto ma poi era tornato in carica quando era stato scarcerato in attesa del giudizio. La sua posizione nel processo non dipendeva dalla sua attività politica ma da quella di imprenditore del settore “Gaming”. Il giudice, dunque, ha valutato che il suoi coinvolgimento nell’inchiesta non fosse dettato dal fatto che partecipava all’associazione ma piuttosto dal fatto che era finito nella “morsa” di soggetti come il poliziotto infedele Silvio Orlando e del boss Mario “Renato” Piromallo (ma anche di altri) per questioni relative ai suoi debiti personali. Tuttavia, già all’epoca dei fatti, leggendo l’ordinanza, appariva abbastanza chiaro che De Cicco fosse “vittima” di quel sistema.
Dall’ordinanza della procura di Catanzaro.
L’attività economica relativa alle sale giochi ed alle scommesse è in mano alla criminalità cosentina e viene definita in gergo “Gaming”. In principio era Emiddio Lanzino, figlio del boss Ettore Lanzino, a godere di un sostanziale monopolio di tali attività nel territorio cosentino. Oggi, il Gaming è affare condiviso da sei gruppi attivi, sovrapponibili o collegati alla confederazione. Si tratta dei gruppi: Chiaradia-Orlando; Manna-Gaudio; Drago; Reda; Carelli e altri. Sono state le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia a garantire alle forze dell’ordine gli elementi necessari a ricostruire la presunta rete tessuta da alcuni degli indagati.
E’ il collaboratore di giustizia Silvio Gioia a cristallizzare nomi e legami nell’affare del Gaming. Daniele Chiaradia e Mario Piromallo detto Renato avevano un rapporto diretto, Chiaradia e Mario Gervasi gestivano una società di Gaming (Gechi Games) anche a Malta, e l’avvio era stato possibile grazie ai finanziamenti elargiti proprio da Piromallo. Quest’ultimo li affiancava nella gestione servendosi dello schermo societario per riciclare il denaro di provenienza illecita.
Il pentito chiama in causa Francesco De Cicco (finito all’epoca ai domiciliari, ndr), attuale assessore alla Manutenzione e ai quartieri del Comune di Cosenza e già assessore (con il sindaco Occhiuto, ndr) e consigliere comunale (la prima volta è stato eletto con Morrone, ndr). De Cicco era legato sia a Chiaradia e Gervasi, i quali gli riconoscevano il 45% degli utili. Aveva contratto debiti pari a 200 mila euro con entrambi e indirettamente con Piromallo perché aveva il vizio del gioco. De Cicco, per ridare le somme dovute, ha venduto un’auto e trasferito la proprietà di un immobile. Ma non solo.
Anche un altro collaboratore di giustizia, Roberto Violetta Calabrese, tira in ballo l’assessore cosentino. “De Cicco faceva capo ad una società gestita da Chiaradia e da tale “Silvio” (Orlando), un poliziotto, specificando che quest’ultimo non figurava formalmente come socio in ragione della professione che svolgeva”.
Dell’ associazione per delinquere capeggiata dal duo Chiaradia-Orlando e costituita al fine di gestire in modo illecito l’attività di gaming farebbe parte proprio Francesco De Cicco, in qualità di collaboratore (ipotesi alla fine esclusa dal giudice che ieri lo ha assolto, ndr)…
Quanto alla figura controversa del poliziotto Silvio Orlando (in pensione da 2 anni ma per molto tempo ispettore di Polizia giudiziaria alla procura di Cosenza), va osservato che è emerso come lo stesso operasse nel settore Gaming con la società Orchi Srl formalmente intestata alla moglie Fabiola Sacco e di cui Francesco Sorrentino risulta socio e rappresentante legale, mediante la quale gestiva diversi punti Eurobet. E’ anche emerso come la Orchi veniva gestita da Orlando e Chiaradia (socio occulto), segnalando peraltro che il nome contiene i riferimenti alle iniziali dei cognomi di entrami. Or come Orlando, Chi come Chiaradia…
Sono state captate diverse conversazioni dalle quali risulta che Sorrentino fosse solo un prestanome e che la gestione della società facesse capo a Silvio Orlando. Risulta infatti non solo che questi dava disposizioni gestorie relative all’attività, ma anche che veniva interpellato per risolvere qualsiasi tipo di questione che riguardava la società, soprattutto le attività di ispezione e controllo svolte dalle forze dell’ordine, in occasione delle quali non mancava di intervenire in prima persona. Del gruppo fanno parte anche Simone Greco, Francesco e Antonio Carelli, Antonio Covelli detto Nino Lino e Andrea Bruni…
La centralità del duo Chiaradia-Orlando in seno al gruppo è chiara conseguenza non solo delle peculiarità possedute da ciascuno ma anche dei collegamenti con la criminalità organizzata. In particolare, i contatti del Chiaradia con Piromallo e Drago e la qualifica di poliziotto di Orlando rappresentavano delle potenti attrattive per gli atri partecipi, che sapevano di agire con soggetti potenti anche se per ragioni diverse. Orlando è visto come una sorta di garanzia di protezione “istituzionale”. Emblematici sono gli interventi di Orlando in occasione di controlli delle forze dell’ordine…
A De Cicco veniva contestato, in concorso con il Piromallo, il reato di intestazione fittizia riferita al “Circolo ricreativo Popily Street” a lui formalmente intestato ma di fatto gestito anche dal Piromallo (l’ipotesi di reato è stata esclusa dal giudice, ndr).
– Impieri Luciano: Piromallo disse che era socio di De Cicco il quale, peraltro, era sotto usura oltre che da lui da Salvatore Ariello e da Roberto Porcaro;
- Calabrese Violetta Roberto: Francesco DE CICCO però è solo un anello del sistema, tanto che lo stesso fa capo ad una società gestita da tale Silvio (Orlando), poliziotto presso la G. del Tribunale di Cosenza, il cui figlio gestisce un analogo centro scommesse ad Andreotta di Castrolibero e da tale Daniele CHIARADIA. [. ..] la società di cui ho accennato sopra è denominata ”POPILY STREET SRL’ si occupa di videogiochi e scommesse e il DE CICCO Francesco è di fatto socio con il suddetto Silvio e con CHIARA.DIA Daniele nella gestione della stessa. [. ..] Parlai con De Cicco, il quale mi confermò queste circostanze e mi disse che era tra due fuochi: da un lato era debitore del Chiaradia per una società che aveva costituito con lui e con Silvio, dall’altro lato c’erano i Lanzjno, che gli avevano piazzato le macchinette nel bar ”Popify Street”;
- Foggetti Adolfo: Ci fu riferito però da Roberto PORCARO e da Renato PIROMALLO di non ”toccare” il DE CICCO in quanto i due avevano investito somme di danaro nell’attività gestita dal DE CICCO…