Malasanità a San Giovanni in Fiore. Salvatore Belcastro: “Era ora che arrivasse l’indignazione del popolo contro questa sindaca”

Ore caldissime a San Giovanni in Fiore dove meno di 24 ore fa è andata in scena una memorabile protesta di popolo contro tutto quel sistema politico di malasanità che ha provocato la morte assurda di Serafino Congi dentro un’ambulanza che lo stava portando a Cosenza dopo 3 ore di attesa. Migliaia e migliaia di cittadini sono scesi in piazza testimoniando la propria avversione verso la malapolitica e in particolare verso la sindaca Rosaria Succurro, duramente contestata perché ha avuto l’incredibile arroganza di voler mettere anche il cappello sulla protesta. E – come diciamo dalle nostre parti- c’ha trovatu u patruni,

Tra i tanti interventi di queste ore ce n’è uno in particolare che ci ha colpito. Si tratta del post su FB di Salvatore Belcastro, chirurgo sangiovannese di grande spessore, 80 anni. Ha alle spalle una lunga carriera universitaria e ospedaliera nella città di Ferrara, docente dell’Università e primario di Chirurgia. Ha lavorato in Italia e anche all’estero, a Londra in particolare. E negli ultimi anni si è affacciato alla letteratura umanistica con un romanzo storico dal titolo Il silenzio dei lupi edito da Iride-Rubbettino (2010); un saggio storico sulla questione agraria della Sila e una strage di contadini nascosta dalla storia, dal titolo Sotto il selciato – Storia di una strage dimenticata edito da Città del Sole Edizioni (2013); un romanzo sull’emigrazione italiana nel ‘900 (cento anni di emigrazione) dal titolo Sogni di polvere, edito da Fondazione Mario Luzi Editore (2019). Nel campo della medicina è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche su giornali specialistici in Italia e all’estero. Ha pubblicato numerosi articoli su vari quotidiani italiani. Insomma, una vera e propria “eccellenza” e un’autentica autorità nel campo medico. 

Ma ecco quanto ha scritto sulla mobilitazione della sua città e sull’assurda morte di Serafino Congi.

dalla pagina FB di Salvatore Belcastro

Oggi non è accettabile che una persona perda la vita per un colpevole ritardo dei soccorsi. L’indignazione della popolazione è più che giusta e, io direi, era ora che arrivasse. Da 4 anni l’amministrazione comunale gioca una partita personale per se stessa e per i suoi interessi politici, quasi infischiandosi degli interessi comuni, anzi, a volte sembra quasi contro la gente.

Il Testo Unico degli enti locali individua il sindaco come massima autorità sanitaria, responsabile della sicurezza della salute dei cittadini. Il drammatico caso di Serafino dimostra che questa sicurezza non c’è. Le carenze di un presidio ospedaliero, anche di primo intervento, che si manifestano nella mancanza degli strumenti essenziali per garantire la sicurezza sono da attribuire alle colpe non del sistema, che pure ci sono, ma a chi è responsabile della sicurezza stessa, cioè al sindaco.

Allora mi chiedo: quali sono stati gli atti della sindaca di San Giovanni in Fiore per fornire le garanzie dell’assistenza sicura? Quali proteste e quando sono state inoltrate alla Regione in nome delle garanzie dell’assistenza primaria? Atti non ce ne sono. Il sindaco, per disposizione legislativa, viene consultato dai dirigenti delle ASL nel momento di redigere gli atti aziendali giusto per garantire che i servizi rispondano alle esigenze primarie. Quando la sindaca ha avanzato le obiezioni su questo tema?

Allora, scrivevo sopra, era ora che la popolazione facesse sentire l’indignazione per la cattiva gestione della sicurezza della salute. La manifestazione di ieri, pacifica e silenziosa, SIAMO TUTTI SERAFINO, oltre che esprimere l’affetto del paese alla famiglia della povera vittima della mala-organizzazione sanitaria, è il segno del risveglio dell’orgoglio della gente di San Giovanni in Fiore, schiacciata per quattro anni dall’arrogante e mala gestione della cosa pubblica. Facciamo sentire la nostra voce tutti insieme.