Buongiorno,
sono Natoli Mattia, scrivo da Vibo Valentia, vi contatto per conto di mio padre, Natoli Mariano, per cercare di raccontare a tutti la vicenda giudiziaria alquanto vergognosa in cui è stato inserito mio padre.
Il nostro incubo è iniziato il 31 gennaio del 2020, quando a mio padre gli è stato notificato un avviso di conclusione indagini oltre che un avviso di garanzia per un processo denominato “Rimpiazzo” della Dda di Catanzaro. Premetto che mio padre fino a novembre 2019 era un militare della Guardia di Finanza, in servizio presso Vibo Marina, poi è stato riformato e quindi in attesa di transito all’Agenzia delle Entrate, che doveva concludersi in pochi mesi.
Da quel maledetto 31 gennaio 2020, la nostra vita è cambiata radicalmente, siamo stati trattati come i peggiori delinquenti, con forze di polizia che venivano svariate volte a casa per notificare gli avvisi e con molte battutine alquanto incresciose,e questo come potete ben capire ha influito molto sulla psiche di mio padre, che si è trovato a soffrire dal nulla di forte ansia, ma anche su quella di tutta la famiglia.
Inizia il processo, mio padre viene rinviato a giudizio e senza aver mai sentito parlare di lui ad una udienza, arrivano le richieste della Procura per il primo grado: assoluzione che poi è stata anche confermata dal Tribunale di Vibo Valentia.
Ma quando sembrava essere tutto finito arriva il ricorso in appello.
Decido personalmente e sopratutto a testa alta perché ero sicuro della verità di mio padre, di accompagnarlo a tutte le udienze che si sono tenute presso il Tribunale di Catanzaro e a fine di ogni udienza mi chiedevo cosa ci facessimo noi li, nessuno apriva discorsi su mio padre….fin quando, in una delle ultime udienze, si alza il Pubblico Ministero e chiede la rinuncia all’appello per mio padre! Che ovviamente poi è stata confermata dal Giudice.
Quindi praticamente, un processo fondato sul nulla, su delle accuse infondate e non veritiere… cinque anni che hanno influito sulla nostra psiche rovinandoci, ed oltre che psicologicamente anche economicamente, in quanto da quando mio padre ha ricevuto l’avviso di garanzia, la Guardia di Finanza ha deciso di dimezzargli lo stipendio, ed è quasi inutile dire che con uno stipendio dimezzato è impossibile mandare avanti una famiglia e quindi di conseguenza tutti i problemi che ne susseguono.
Ad oggi, con la sentenza passata in giudicato a settembre del 2024, la Guardia di Finanza non si decide a completargli il passaggio all’Agenzia delle Entrate e quindi ancora con lo stipendio dimezzato, senza darci delle valide risposte, figuratevi che io ho dovuto abbandonare l’università proprio per questo, continuando a rovinarci la nostra vita, ed io tale colpa l’attribuisco allo “Stato” o a chi ne fa le veci, che permette ancora oggi queste cose assurde.
Mi scuso per lo sfogo, ma ho deciso di scrivervi per cercare di farvi capire cosa passa realmente la gente dietro a tutti questi “SuperProcessi”, e spero che prima o poi qualcuno ci dia la giusta voce per farci raccontare il nostro incubo che sembra non avere mai una fine.
Cordiali Saluti.