Chi sono i buoni?
di Gioacchino Criaco
Meglio la coerenza dei criminali puri o l’ipocrisia dei sepolcri imbiancati?
Che delusione, al circo da bambini, quando alla gioia per la fantasmagoria dei numeri si succede la tristezza di una scoperta orripilante: gli animali ci stanno costretti, le belve viaggiano in gabbia che i cattivi veri sono i domatori e non loro.
Poi, all’alba, quando si chiudono gli stand e i tendoni colorati spariscono, le luci si spengono, la carovana leva le ancore per andare in un altro paese, la tristezza è una morsa che stringe le viscere perché l’allegria è stata una menzogna che ora passerà a ingannare il paese vicino.
Questa è l’aria che soffia, un’aria da gioco finito: “a chi toccherà oggi, quale istituzione, quale corpo civile, politico, giudiziario mostrerà le proprie crepe, quale eroe deporrà a terra le ali posticce?”
L’unica verità è che di verità in giro ne circola pochissima, da sempre, la lotta è stata a chi ha raccontato più balle, su tutto.
Il male si annida ovunque: fa meno schifo un delinquente puro rispetto a un sepolcro imbiancato che veste manti di purezza per nascondere il morbo che l’appesta.
Il dubbio alvariano del vivere una vita onesta è il nodo gordiano che stringe il collo, un mantra che appartiene all’umanità, pure se sia scaturito dai meandri di una montagna meridionale.
Si è aperto, si ha la sensazione di essere sopra, un baratro che ogni giorno ingoia un’umanità smarrita e dispersa. Un vortice immenso che spazza via ogni certezza.
Provate a fare il gioco che da bambini si faceva a scuola, andate alla lavagna, tirate una riga bianca in mezzo e mettete i buoni da un lato e i loschi dall’altro. Guardate davanti, osservate con attenzione le facce dei compagni. Chi ci mettete a destra e chi a sinistra?
Ogni giorno ce ne torniamo al banco, col gessetto bianco che ci brucia in mano.
Siamo confusi, depressi, un disastro che può essere amato solo dai peggiori.
Ci sono cuori puri, tanti, questi ci tengono a galla: milioni di persone che ogni mattina si svegliano e non si fanno alibi del marcio vero o presunto che le circonda, svolgono il loro ruolo fino in fondo.
Ci sono i buoni, quelli che col sole e con la luna non hanno in testa di fregare il prossimo.
Anche senza cervello, dovremmo almeno utilizzare l’istinto per evitarci una presa in giro che rischia di diventare eterna.