Diaframma, la new wave è ancora viva

Diaframma, la new wave è ancora viva

Ieri al Mood si respirava un’aria nostalgica, ma viva. Pungente come il freddo di Siberia. Diaframma, Litfiba, Neon, Pankow, Moda suoni e riverberi che pesano come macigni. “Il post-punk e la new wave avevano rappresentato un’occasione per poter ripartire da zero. Ma se il punk in fondo riprendeva e proponeva, seppur snaturandoli, elementi della tradizione, con il post-punk e la wave si suonava qualcosa di nuovo e diverso rispetto a tutto quello che era stato fatto fino ad allora. E lo si faceva con una volontà e un’arroganza che solo i giovani sanno avere” dice Federico Fiumani.

Rende si rianima di tinte scure, note aspre e profonde che sanno entrare dentro e riaprire solchi rimasti chiusi da troppo tempo. Sono passati 40 anni dall’uscita del primo album dei Diaframma, una pietra miliare che si mostra con quella stessa luce fioca che ti fa sgranare gli occhi per poter sentire meglio. Quello che ne deriva da tali sinestesie è pura sublimazione. Si aprono le danze senza ghirigori e preliminari, parte Neo Grigio un dark mantra che ci prende per i capelli e ci rimescola a fondo. I Diaframma seguiranno l’ordine dell’album con puntualità e precisione.

Amsterdam, Impronte, De Lorenzo. Ci guardiamo tra noi per vedere chi è sopravvissuto, siamo come in “Specchi D’Acqua”, un pubblico maturo e cosciente, riconoscente. Un gruppetto di adolescenti recita a memoria la prosa di Fiumani destando sorrisi e alimentando le speranze di un futuro musicale affamato, grezzo come un diamante. Un’escalation pericolosa tra Labbra Blu, Verde, Tre volte lacrime, è un cortocircuito. La formazione del gruppo è però cambiata, c’è un batterista nuovo, chiaramente estraneo all’educazione Siberiana, che viene spesso ripreso perché sembra non rispettare alcune percussioni. Con la disciplina che lo contraddistingue l’ormai 64enne stuntman, algido, mai stanco e mai spento ci fa viaggiare con la stessa tempra, con quella stessa voce.
“Il senso delle cose
È una coperta stesa
Su un passato ancora vivo
Ma te lo ricordi tu?” e ci regala pezzi di se, senza deluderci, senza risparmiarsi.