Rifiuti a Reggio, il nuovo piano non convince

La campagna informativa e la distribuzione del materiale sta procedendo speditamente. Anche se il cronoprogramma è slittato, (ancora una volta), ormai l’avvio del nuovo sistema di raccolta è ai nastri di partenza. Ecologia oggi sta provvedendo quartiere per quartiere a dotare di nuovi mastelli le utenze. Così come i condomini con più di otto unità abitative stanno ricevendo i nuovi cassonetti carrellati per le cinque frazioni di raccolta. E poi si stanno installando i contenitori stradali che rappresentano la novità vera di questo nuovo sistema che mappa il territorio in tre fasce, in ciascuna si adotterà un diverso sistema di raccolta. La zona A dove si proseguirà con il porta a porta, la zona B con il sistema misto e quella C, in cui i conferimenti avverranno tramite cassonetto stradale, area che abbraccia diversi quartieri: Eremo Vito, Condera, Spirito Santo, San Sperato, Salice, Rosalì, villa San Giuseppe, Sambatello, Archi, Ortì, Podargoni, Terreti, Cannavò, Mosorrofa, Cataforio, Ravagnese, Gallina e Pellaro.

LA PETIZIONE

proprio dalla periferia sud si solleva più di una perplessità rispetto alla scelta del nuovo sistema. Tanto che è partita una vera e propria petizione. I nodi da sciogliere? Sono di carattere tanto sociale che igienico sanitario spiegano i promotori dell’iniziativa che è subito stata abbracciata dal tessuto associazionistico del territorio.

“Questa scelta penalizza i soggetti più fragili che sono gli anziani che passeranno dalla raccolta porta a porta ai conferimenti nei cassonetti. Cassonetti che secondo la normativa in vigore potranno essere installati in un perimetro di 500 metri. Quindi invece di esporre i mastelli fuori dalla propria abitazione come succede da anni ormai, dovranno andare a cercare questi cassonetti magari con il bastone da una parte e il sacchetto dell’immondizia dall’altra. E poi – argomentano ancora i residenti della periferia – vorremmo capire dove saranno installati questi cassonetti. Perché non è difficile immaginare che nessuno vorrà sotto casa propria una discarica. In questo si trasformeranno i grandi contenitori. Invece che abbandonare i rifiuti nei greti del torrente o nelle aree meno frequentate, chi oggi non vuole fare la differenziata porterà l’immondizia ai cassonetti ma senza conferirli all’interno. Si creeranno aree pericolose in chiave igienico-sanitaria. Se si lascia la spazzatura, come succederà purtroppo, arriveranno insetti, topi e animali randagi che qua non mancano”. Quindi le ragioni per cui si contesta il nuovo modello sono di carattere sociale e sanitario.

“E a fronte di questi svantaggi non sono previste delle riduzioni nei pagamenti della Tari, quindi i residenti delle aree collinari verranno trattati da cittadini di serie B in quanto al servizio, ma non rispetto ai salassi della tassa di smaltimento dei rifiuti. Una disparità inaccettabile. Gli unici vantaggi sono quelli in termini di costi ma non per i cittadini. Per noi ci saranno solo problemi in più” rivendicano i promotori della petizione che le associazioni stanno già proponendo all’adesione.

“Presto avvieremo un vero e proprio banchetto affinché tutti i cittadini possano trovarci facilmente, stiamo procedendo alle procedure necessarie per farlo. Non escludiamo che questa nostra voce possa diventare un vero0 e proprio coro che coinvolge tutti i quartieri che sono compresi nella zona C. Il nostro territorio è stato quello da cui è partita oltre dieci anni addietro la sperimentazione della raccolta differenziata. Non capiamo l perché di questa scelta, se non quella del taglio delle voci di spesa…”. Fonte: Gazzetta del Sud