Le avventure di don Masino e dell’onorevole Peppino
Qualcuno potrà pensare al film tratto dal romanzo di Guareschi ma tutto ciò si sta verificando a Cetraro.
Dopo aver fatto cadere il sindaco Cennamo stimolato dall’ onorevole Peppino Aieta, don Masino, al secolo Tommaso Cesareo, fra una cotica (i puarcu) e una poesia ha pensato bene di iniziare l’opera di recupero della verginità perduta addossando al Partito Democratico le colpe del fallimento dell’Amministrazione Cennamo, dove lui era l’uomo di punta nonché il vicesindaco quindi artefice come gli altri del disastro economico e finanziario del Comune.
Don Masino forse ha dimenticato tutti i soldi che a speso per le sue minchiate che nessun utile hanno portato. Ha dimenticato che una volta finito “u latti” duvi si fa a zuppa ha pensato di sfiduciare il suo sindaco la mattina per poi ritornare sulla decisione giustificando che è stato il Gallo cedrone d’accordo con Chiù Chiù a fargli fare un passo indietro quando u sannu puru i petri ca su stati iddriu e a signora Flag a ci fa fari u documento aru Gaddru…
Ora vorrebbe che la gente dimenticasse tutto ma non ha capito che a Cetraro la gente non ne vuole sapere di lui (nemmeno i sciampagni suji u votanu!) e che anche i fedelissimi dell’onorevole Peppino Aieta gli hanno fatto pervenire il messaggio che se c’è lui in lista non lo votano. Caro don Masino, se pensi di riabilitarti faciinnu comunella cu Peppino ti consiglio i ji a coglie riganu ara scusa i Paola…
Lettera firmata