Giustizia nel caos. Appello a Nordio: abolisca la magistratura e risolviamo il problema alla radice

Diciamolo a viso aperto: la battaglia del ministro della Giustizia Nordio contro lo strapotere dei giudici è una battaglia giusta. E non c’è nessun potere politico corrotto dietro le quinte che fomenti il bravo ministro Nordio a muovere guerra contro la casta dei giudici, come va dicendo la solita sinistra amica delle toghe rosse. Nessuno ha influenzato l’ottimo ministro Nordio nelle sue scelte. La riforma della Giustizia è farina del suo sacco.

Nel sano ed equilibrato pensiero dello straordinario ministro Nordio non c’è alcuna intenzione, come qualche comunista va insinuando, di mettere bavagli ai giudici o di frenare la loro azione nei confronti dei tanti intrallazzatori seriali che siedono sugli scranni del Parlamento. Non c’entra nulla l’impunità dei politici che ogni giorno commettono reati di ogni tipo e che, secondo i soliti sovversivi travestiti da deputati e senatori dell’opposizione, troverebbero protezione dietro la riforma della Giustizia fortemente voluta dall’eccellente Nordio. Del resto, i politici corrotti erano impuniti prima, lo sono oggi e lo saranno anche domani. Questo lo sanno tutti gli italiani. Quindi, non è questo il punto. La verità è che l’illustre ministro Nordio ha centrato il problema con la sua riforma: riportare l’azione della casta dei magistrati entro i confini della Costituzione, che da tempo hanno travalicato.

La genuinità dell’azione riformatrice del reverendissimo ministro Nordio è confermata dalla sua carriera professionale. Il ministro è stato un magistrato e di magistratura se ne intende. Se dice che i magistrati spesso e volentieri strumentalizzano la Giustizia per fini politici e di casta, bisogna credergli: è del mestiere. Se, prima di diventare ministro, fosse stato un macellaio o un tranviere prestato alla politica, qualche dubbio sulla genuinità della sua azione sarebbe legittimo. Ma l’egregio ministro Nordio era un magistrato e sa bene come funziona la casta. Sa che essa usa i suoi poteri per colpire i governi che non le piacciono. Conosce bene l’uso spregiudicato e strumentale di certe inchieste su questo o quel politico sgradito alla casta. Quella del ministro Nordio è una battaglia di civiltà giuridica, e su questo dovrebbe trovare l’appoggio anche dei bolscevichi all’opposizione, perché la casta dei magistrati non guarda in faccia a nessuno e tutti i politici sono a “piede libero”.

Bene fa il mitico ministro Nordio a non mollare e ad andare dritto per la sua strada. Gli italiani hanno capito da che parte sta la ragione, che solo in questo caso non è dei fessi, e sono stanchi degli abusi dei magistrati e dei loro privilegi. È giusto rimetterli in riga, e prima del coraggioso ministro Nordio nessuno aveva mai osato neanche solo provarci.

Ed è per questo che incitiamo l’audace ministro Nordio ad andare fino in fondo, anzi, a osare ancora di più rispetto a quanto già fatto. Contro la casta dei magistrati non bastano la separazione delle carriere, la responsabilità penale e civile per gli errori, l’estrazione a sorte dei componenti del Csm per metterli in riga. Non basta depotenziare le loro funzioni per fargli capire chi comanda: niente intercettazioni, obbligo di avvisare l’indagato cinque giorni prima di un eventuale arresto, niente ordinanze distribuite a cani e porci, abolizione di tanti reati connessi all’attività dei colletti bianchi e persino la sottrazione del controllo sull’attività della polizia giudiziaria.

Tutte misure giuste, ma non sufficienti per eliminare definitivamente la casta, che continua a difendersi con l’utilizzo della solita retorica sulla Costituzione, con lo scopo di far credere alla gente che, sotto attacco, non siano le loro spregiudicate azioni — che con la Giustizia hanno ben poco a che fare —, ma la libertà del popolo, sperando in una sollevazione popolare a loro difesa. Purtroppo per loro, e per fortuna nostra, nessuno ci casca più. Il popolo è dalla parte del probo ministro Nordio, perciò questo è il momento giusto per assestare il colpo definitivo alla casta.

Se tutto ciò non basta, l’unica soluzione per risolvere il problema una volta per tutte è abolire definitivamente la magistratura, magari affidando direttamente il potere giudiziario ai politici stessi, così da eliminare ogni inutile intermediario e risolvere il problema alla radice: nominare direttamente i politici giudici di sé stessi. In questo modo, finalmente, la Giustizia smetterebbe di essere un problema e diventerebbe, una volta per tutte, una mera formalità. Che, dopo averne combinate tante, è il giusto ruolo che gli spetta.