Cetraro. La faccia tosta del peggiore Pd
Occuparsi della situazione politica del Tirreno è diventato un esercizio esoterico perché quello che sta succedendo riempirà i libri di storia della peggiore politica calabrese. Vi abbiamo più volte raccontato di ciò che accade a Cetraro, dove la partita che si sta giocando è tutt’altro che chiara e trasparente, anche perché sugli equilibri politici vorrebbero inserirsi le peggiori figure grigie di quel territorio che agiscono in modo trasversale per accaparrarsi potere e sistemare parenti e amici. La causa di questo logoramento della politica cetrarese risiede nella doppia morale del Partito Democratico che a seconda dei suoi fini si allea con la destra e con la sinistra in un perenne e camaleontico atteggiamento che dovrebbe far arrossire i cetraresi non fosse altro perché dentro il PD è confluito quel partito che fu di quel galantuomo di Giannino Losardo.
Leggere che il Pd di Cetraro oggi vede come unica alternativa il Campo Largo, cioè il centrosinistra, se da una parte fa ridere a crepapelle i polli dall’altra fa incazzare anche i più pacati cetraresi. Vorrebbero, i “pidioti”, che tutta Cetraro dimenticasse le acrobazie degli ultimi anni. E siccome noi siamo qui per ricordare i danni e non ripeterli, ecco un elenco.
Il Pd di Cetraro è responsabile unico del dissesto finanziario aggravato da spese folli per consulenze date agli amici degli amici. Prima ancora di compiere questo imperdonabile danno per le tasche dei cetraresi, il segretario del Pd di Cetraro, Gaetano Bencivinni, sigla nel 2020 un patto d’acciaio con Tommaso Cesareo, esponente di Forza Italia, che di fatto con i suoi consensi porta alla vittoria il Pd e Cennamo battendo Angelo Aita e, soprattutto, Peppino Aieta, candidato con Aita, all’epoca consigliere regionale e sindaco di Cetraro per anni.
La consiliatura appena avviata a un certo punto si arricchisce di un nuovo colpo di scena di cui regista assoluto è sempre il Pd, che nella strategia di sfilare consiglieri comunali alla minoranza e isolare il tandem Aita&Aieta, fa fuori dal Flag Giovanni Rossi, professionista stimato, per delegare Gabriella Luciani, consigliera di minoranza, in cambio del suo appoggio a Cennamo. E così avviene!
Ma prima ancora di fare ciò, il Pd di Cetraro aveva tratto in inganno i cittadini perché la prima giunta varata da Cennamo si presentava con vicesindaco individuato in una tal Barbara Falbo al posto di chi avrebbe avuto diritto per il solo fatto di aver fatto vincere le elezioni con i suoi circa 900 voti. Stiamo parlando di Tommasino Cesareo il quale acconsente a patto che la delega di vicesindaco, passato qualche mese, ritornasse nelle sue mani e cioè di chi aveva dato un colpo mortale ad Aita e Aieta. Le ragioni di questa messa in scena dovrebbe spiegarle il Pd altrimenti lo faremo noi alla prossima puntata…
E così accade: Cennamo fu costretto dopo qualche mese a far dimettere la Falbo da vicesindaco e conferire tale delega a Tommaso Cesareo, il quale diventa da quel momento il vero sindaco perché l’uomo più forte di quella giunta. Sono anni nei quali il Pd di Cetraro non passava giorno che non esaltasse le gesta del loro condottiero Tommasino Cesareo. Violente contrapposizioni tra Tommasino e Peppino Aieta con il Pd sempre a sostegno del primo e continuamente a colpire il secondo con l’intento di seppellirlo definitivamente.
I mesi e gli anni passano e il popolo comincia a farsi sentire per le continue inefficienze che rendono Cetraro un paese peggiore. Tommasino si accorge che non è più gradito tra i cittadini e comincia a scalpitare chiedendo di coinvolgere nel governo cittadino anche le opposizioni con il chiaro intento, furbesco, di neutralizzarle. Ma il Pd non ce la fa proprio a riconoscere il fallimento e a chiamare alle armi proprio quelli che con le elezioni avevano definitivamente sconfitto. Ma la perdita quotidiana di consiglieri comunali di maggioranza che affollano i banchi dell’opposizione fa comprendere che forse in qualche modo bisogna agire.
La rottura tra il Pd e Tommaso Cesareo, però, avviene quando sul porto di Cetraro viene proiettato un film su Giannino Losardo nel quale Don Masino rilascia un’intervista davvero pessima, imbarazzante e molto controproducente.
È per questo motivo che il Pd a un certo punto decide di scaricarlo e tenta, nel periodo di conflitti violentissimi tra Cesareo e Aieta, di scaricare Cesareo e fare un accordo con Aieta e le minoranze lanciando l’idea del centrosinistra. Una roba diabolica che solo menti diaboliche potevano pensare. Ma quest’idea fallisce grazie all’ex sindaco Angelo Aita e ad Italia Viva che, paradossalmente, oggi si presenta alla corte del Pd col cappello in mano.
Ed è qui che per salvare la legislatura interviene la peggiore politica regionale con quella vergognosa operazione degli assessori esterni presi dalle strutture regionali di Chiù Chiù Bevacqua e dagli amici del Gallo cedrone. Con tanto di lodi per Cesareo e per Forza Italia da parte di Cennamo e Bencivinni. Ma ormai il dado era tratto e così si è arrivati alle dimissioni dei consiglieri comunali di minoranza con l’aggiunta di Tommaso Cesareo che fa pagare ai suoi vecchi amici di cordata il tentativo di fotterlo.
Ma in tutto questo lasso di tempo sapete chi ha retto da vicesindaco il Comune di Cetraro a causa delle condizioni di salute del sindaco? Barbara Falbo, che a un certo punto si scopre essere un’iscritta di Forza Italia. E il Pd di Cetraro viene svergognato per l’ennesima volta da Ciccio Cannizzaro che elencando gli amministratori di Forza Italia in Calabria a reti unificate annoverava tra questi proprio la Falbo addirittura spacciandola per… sindaco di Cetraro. Insomma, il Pd di Cetraro chiede di fare il campo largo dopo aver vinto le elezioni grazie a Tommaso Cesareo e alla sua famiglia, dopo aver affidato le redini di Cetraro ad un vicesindaco di Forza Italia, dopo aver consentito al Gallo cedrone di nominare un suo assessore, dopo aver implorato forza Italia e Tommasino Cesareo a continuare nella meravigliosa esperienza di governo. Roba da prenderli a pedate per la faccia tosta che più tosta non si può.