Calabria, a Occhiuto 1 miliardo e i superpoteri sugli ospedali
Di Marco Palombi
Fonte: Il Fatto Quotidiano
L’articolo 2 si intitola “Deroghe” e dura 5 pagine: in deroga alle leggi sui lavori negli alvei dei fiumi e all’obbligo di gara, ai pareri del Consiglio di Stato e alle autorizzazioni del Comitato forestale, aggirando il ruolo dei ministeri e i controlli sui fornitori, le norme sulla valutazione d’impatto ambientale e il concerto delle Soprintendenze e degli enti parco, in deroga al codice degli appalti e alle leggi sul lavoro, alle regole sugli espropri (un paragrafo pazzesco) giù giù fino al testo unico dell’edilizia.
Si deroga “ogni disposizione vigente”, espressione cui segue un elenco di centinaia di articoli di norme primarie che nel prossimo anno non si applicheranno in Calabria per gestire oltre 1 miliardo di euro destinato all’edilizia sanitaria: il presidente Roberto Occhiuto, pezzo grosso di Forza Italia, ha ottenuto i superpoteri con un’ordinanza di Protezione civile, come ai bei tempi di Guido Bertolaso, in un’operazione benedetta dal potente direttore generale dell’Inail Marcello Fiori, un passato da dirigente sia nella Protezione civile che in Forza Italia.
Ricominciamo da capo. La Calabria è messa male, ma non peggio di altre regioni (ad esempio la Sardegna). Per motivi misteriosi, però, il Consiglio dei ministri del 7 marzo ha accolto la richiesta di Occhiuto e stabilito che c’è una speciale emergenza nella rete ospedaliera calabrese, la quale merita un commissario ad hoc e cioè lo stesso presidente forzista, che peraltro è già da anni commissario della sanità calabrese nel suo complesso, evidentemente senza averne risolto i problemi.
I poteri di questa bizzarra figura, che rende emergenziale la costruzione di ben nove strutture sanitarie, li ha decisi la settimana scorsa la Protezione civile di Fabio Ciciliano: un ritorno appunto ai tempi del Bertolaso trionfante, poi ridimensionato da una legge di Giulio Tremonti che evidentemente Giorgia Meloni non ricorda. Curiosamente, al Fatto risulta che l’ordinanza che regala a Occhiuto i superpoteri non sia stata vista da nessun ministero prima della pubblicazione: nel testo si legge solo che è stato “sentito l’Inail” e cioè il dg Fiori (non il Cda, pare). Tradotto: molta gente non l’ha presa bene.
Il commissario che si autocommissaria per i suoi stessi ritardi, come detto, dovrebbe velocizzare la costruzione di nove ospedali nella Regione, alcuni dei quali previsti fin dal 2007: solo in due casi i lavori sono già iniziati. Le somme a disposizione superano il miliardo di euro – oltre 600 milioni sono un finanziamento dell’Inail, il resto sono fondi statali – e sulla loro destinazione il Re Sole Occhiuto potrà decidere come meglio crede, senza obblighi di trasparenza. Questo profluvio di trattative private e lavori in deroga, sia detto en passant, arriva nell’anno che condurrà i calabresi alle Regionali del 2026, nelle quali ovviamente il berlusconiano correrà per un secondo mandato.
L’ordinanza di Protezione civile coi superpoteri per il presidente-commissario-ricommissario è persino più bizzarra nella parte che riguarda l’Inail: prevede infatti che l’ente pubblico possa anticipare anche i costi di progettazione, una novità assoluta perché l’istituto assicurativo investe le sue riserve e può finanziare solo operazioni che abbiano un rendimento del 4% (la progettazione, com’è noto, non garantisce l’effettiva costruzione, necessaria per dare in affitto le strutture ad Asl e Regione…). Di più: l’ordinanza “ristruttura” pure l’organizzazione interna dell’Inail e gli consente di creare due strutture dedicate – una per gli investimenti e una per il centro protesico di Lamezia Terme – con tanto di assunzioni (una cinquantina), mettendo il tutto in carico al “bilancio dell’Istituto”, cioè ricorrendo a un tipo di copertura dei costi vietata alle Pubbliche amministrazioni.
Il direttore generale Fiori, come detto, ha benedetto l’operazione ed è, se non altro biograficamente, il vero trait d’union tra la Protezione civile e la Forza Italia dei due fratelli Occhiuto (uno governatore, l’altro senatore) regnante a Reggio Calabria: e negli ultimi tempi, dicono, s’è visto spesso nella regione. In carica dal giugno 2024, dovrebbe raggiungere l’età del collocamento a riposo a gennaio del 2027, tra meno di due anni: magari a quel punto potrebbe tornare a fare vita di partito, in Calabria sicuramente si ricorderanno di lui…