Cosenza Calcio. Il colpevole è uno solo e continua a scappare

Chi le scrive è uno dei tanti “Lupi del Nord”, che ha spesso e volentieri sfruttato le trasferte del centro Nord per assistere alle gesta del Cosenza in questi anni di Serie B. Provo a sfruttare gli ormai pochi weekend liberi dai tanti eventi ciclistici che seguo per poter tornare qualche giorno a casa dai miei e, come oggi, andare a “riempire” – mai come oggi con tante virgolette – gli spalti del Marulla.
Ritengo quello di oggi il punto più basso (almeno finora). Non me la sento, come invece leggo sui Social o sui vari siti di riferimento, di dare colpe ai Delvecchio, Alvini (o Belmonte), Martino del caso. Mi ci incazzo sul momento ma poi riflettendo sul contenuto di queste righe – e ne ho avuto tempo osservando attonito il secondo tempo o meglio l’allenamento dei giocatori del Pisa – mi rendo conto che è inutile prendersela con i singoli.
Il colpevole è uno solo ed è scappato anche oggi. Scappa da tutti. Dai microfoni dei giornalisti, dai fornitori che non paga, dalla piazza, persino dai social (bloccati da 3 mesi). Scappa dal sindaco e scappa dalle offerte che riceve.

 

Ci tiene proprio a vederci fallire, neanche fosse la versione lametina lowcost di Jep Gambardella. Sia chiaro, retrocedere è legittimo e nello sport sono cose che possono accadere, ma non così. Questa non è una retrocessione ma un suicidio assistito. Ed è stata tardiva la reazione di gran parte della stampa e del sindaco. Perché non ci siamo resi conto quanto per Cosenza la Serie B voglia dire tantissimo. Una città povera alla quale viene tolto anche l’indotto economico delle 4000 o 5000 persone che si possono realisticamente ospitare a cadenza bisettimanale.

E adesso auguri a trovare qualcuno disposto a risollevare questa società dal baratro che se andrà bene sarà Serie C, se andrà male fallirà per la quarta volta in 20 anni.
Eppure questa gestione societaria ci aveva illuso e sembrava aver capito l’antifona, ovvero i vantaggi anche economici che una squadra che lotta per i playoff come l’anno scorso poteva dare. I ragazzini che giravano per la città con le magliette di Tutino torneranno a comprare le magliette di Yldiz o di Leao (anche perché lo store è stato chiuso da un momento all’altro senza preavviso). Vedere di nuovo i giovani non sentire più loro la squadra della loro città sarà una perdita incommensurabile cosi come è stato indicibile il trattamento riservato alle squadre giovanili e alla femminile, smantellate o costrette a vagare senza una meta.
Godiamoci (si fa per dire) questo ultimo scampo di B, categoria alla quale abbiamo partecipato abusivamente per anni, senza una società che a questa categoria ci tenesse davvero. Bastava poco. Guardare il Frosinone che con dei rinforzi mirati ha risollevato la stagione passando dalla zona retrocessione quasi alla zona playoff.
Speriamo solo, anche noi Lupi del Nord, che abbiamo sempre riempito i settori ospiti dalla Toscana in su, di non aspettare altri 15 anni per tornarci.