Bubbone sanità: chi è la talpa dentro la DDA?

L’indiscrezione di stampa lanciata ieri secondo la quale un deputato del Pd cosentino scorrazzava in lungo e in largo per il Tirreno cosentino, con l’auto di un facoltoso imprenditore privato della sanità, a sbrigare mmasciate a Franco Muto ha confermato il “filone” che noi avevamo già paventato: il PD negli intrallazzi con le cosche c’è dentro fino al collo.

L’indiscrezione riferisce che l’auto del facoltoso imprenditore che aveva “prestato” al deputato, era imbottita di microspie perché lo stesso da tempo era attenzionato dalla DDA di Catanzaro. Cosa che il parlamentare non sapeva e così all’interno della vettura si lascia andare ad oscene discussioni in cui si mette completamente a disposizione del boss Franco Muto.

Parla di affari da gestire, di territorio da controllare, di favori e coperture. Si comporta, insomma, come un vero e proprio sodale del gruppo criminale. Il boss ordina e il parlamentare esegue. Roba di non poco conto.

Il boss Franco Muto
Il boss Franco Muto

Una indiscrezione, questa, che arriva direttamente dai faldoni dell’inchiesta, in quanto registrazioni captate all’interno dell’autovettura dell’imprenditore alla cui guida si trovava il parlamentare. Dunque non si tratta di chiacchiere o polpette avvelenate. Il fatto è realmente accaduto. Altrimenti una indiscrezione di questa portata non la si pubblica se non si è sicuri di quello che si scrive.

Perché l’ombra del sospetto, come è giusto che sia, si allunga su persone che potrebbero essere del tutto estranee al fatto, nonché vittime di un complotto tipo servizi segreti deviati, con grave danno all’immagine di chi entra nel cerchio dei sospettati. Perché l’indiscrezione circoscrive la rosa dei possibili “colpevoli”.

Si parla di un parlamentare calabrese che conosce molto bene le strade e la provincia di Cosenza, che (stando sempre all’indiscrezione) percorre in lungo e in largo con padronanza del territorio. E’ verosimile pensare, anzi è sicuro che si tratta di un parlamentare cosentino. E chi sono i parlamentari cosentini? Magorno, Madame Fifì, Covello, Aiello. Da questo non si scappa. E presto sapremo.

In tutto questo è chiaro che non è casuale l’arrivo dell’indiscrezione alla stampa. Come è chiaro che c’è una regia politica dietro questo. Il “documento” che è arrivato alla stampa, è roba che arriva o dalla DDA diretta oggi da Gratteri, o dai servizi segreti deviati (sempre “gentilmente” donato dalla DDA di Catanzaro) di cui qualche pezzotto politico si serve per far fuori rivali e nemici politici, anche dello stesso schieramento. Non v’è dubbio su questo.

C’è da capire come il “mandante” dell’indiscrezione sia venuto in possesso di questo “documento”. E chi materialmente lo ha recapitato alla stampa. Insomma, lo avevamo scritto un po’ di giorni addietro che qualcosa di strano stava succedendo negli uffici della DDA di Catanzaro.

dia_catanzaroPer noi, qualcuno sta tentando di fermare l’inchiesta su Cosenza per proteggere qualcuno del PD, oltre a qualche magistrato e poliziotto, il cui nome è spuntato nell’inchiesta. E gli altri, chi per dovere, chi perché ha interesse a far uscire anche le cose del PD, non ci stanno.

La presenza nell’inchiesta del parlamentare del PD, da noi sempre denunciata, conferma che siamo sulla pista giusta. Chi trama per boicottare l’inchiesta di Cosenza non può che essere un magistrato della DDA di Catanzaro, non fosse altro per la possibilità che ha di avere accesso a documenti che scottano. Il quale deve essere rimasto stupito dal diffondersi di questa indiscrezione.

Segno che qualcuno, o forse l’intero ufficio, non si fidano più di lui. Occasione presa al volo da di chi dietro le quinte sta dirigendo l’orchestra. C’è da chiedersi: all’insaputa o con la complicità di qualche altro magistrato della DDA? Sputtanando il PD, hanno posto fine ad ogni tentativo di pressione o altro.

Risultato ottenuto sia da chi lavora in buona fede su questa inchiesta, e vuole essere lasciato in pace, sia da chi sta strumentalizzando il tutto per porre in atto una epurazione politica nel PD cosentino.

Bandiere-Pd-685x320Ora, si sa per certo che anche il PD a Cosenza è invischiato in storie di malavita, e nessuno può più negarlo. Ma si è anche capito che l’inchiesta su Cosenza non solo non si ferma, ma sta andando avanti portando alla luce tutto senza guardare in faccia a nessuno.  

E c’è chi dice che il motivo principale per cui il magistrato abbia tentato di fermare l’inchiesta è che è molto probabile che il parlamentare intercettato sull’auto dell’imprenditore oltre che a mettersi a disposizione con Muto, abbia anche fatto, quando parla delle coperture, il nome di questo magistrato.

Per l’identificazione del parlamentare stiamo seguendo un indizio che è quello della macchina, siamo risaliti al tipo e al colore della vettura. Vedremo cosa dicono i riscontri.

bruni gratteriIn conclusione una riflessione mi sovviene: tutto questo maneggio di carte, di veleni, di fughe di notizie, sta avvenendo sotto il naso del dottor Gratteri. Forse che non si è accorto di tutto questo? O forse è proprio lui che lo sta agitando? O forse, anche se non ne sa nulla, gli fa comodo?

GdD