Cetraro 2025. La connivenza del peggiore Pd

Cetraro 2025. La connivenza del peggiore Pd

Vi abbiamo più volte raccontato di ciò che accade a Cetraro, dove la partita che si sta giocando è tutt’altro che chiara e trasparente, anche perché sugli equilibri politici vorrebbero inserirsi le peggiori figure grigie di quel territorio che agiscono in modo trasversale per accaparrarsi potere e sistemare parenti e amici. La causa di questa metastasi della politica cetrarese risiede nella doppia morale del Partito Democratico che a seconda dei suoi obiettivi si allea con la destra e con la sinistra in un perenne e trasformistico atteggiamento che dovrebbe far arrossire i cetraresi non fosse altro perché dentro il PD è confluito quel partito che fu di quel galantuomo di Giannino Losardo.

In queste ore l’uomo fino a qualche mese fa più rappresentativo del PD – l’ex sindaco Cennamo, spalleggiato da Carmine Quercia, quest’ultimo alla ricerca spasmodica di rientrare in politica – è impegnato in una trattativa con i fratelli Cesareo al fine di costruire una lista in grado di accaparrarsi il potere. Non ci meraviglia perché conosciamo i soggetti già dal 2020 quando si misero insieme per battere Angelo Aita. E non ci meraviglia neanche il silenzio tattico del Pd guidato da Gaetano Bencivinni che fa finta di costruire una lista di sinistra ma sa perfettamente quello che Cennamo e Quercia stanno tentando di realizzare dopo che proprio Don Masino Cesareo li aveva mandati a casa. Il silenzio di Bencivinni di fronte allo scempio politico che stanno consumando i suoi uomini di punta è la conferma dello stato comatoso in cui hanno ridotto il Pd a Cetraro proprio nella città e nel partito che fu di Giovanni Losardo. Ci chiediamo se il segretario regionale Irto sia a conoscenza di quel che capita in una delle città più importanti del Tirreno calabrese e se di questa situazione abbia notiziato la segreteria nazionale.

Ricordiamo agli smemorati ciò che il Pd di Cetraro è stato capace di fare negli ultimi anni.
Il Pd a Cetraro è responsabile unico del dissesto finanziario aggravato da spese folli per consulenze date agli amici degli amici. Prima ancora di compiere questo imperdonabile danno per le tasche dei cetraresi, il segretario del PD di Cetraro, Gaetano Bencivinni, sigla nel 2020 un patto d’acciaio con Tommaso Cesareo, esponente di Forza Italia, che di fatto con i suoi consensi porta alla vittoria il Pd e Cennamo battendo Angelo Aita e, soprattutto, Peppino Aieta, candidato con Aita, all’epoca Consigliere Regionale e Sindaco di Cetraro per anni.

La consiliatura appena avviata a un certo punto si arricchisce di un nuovo colpo di scena di cui regista assoluto è sempre il Pd che nella strategia di sfilare consiglieri comunali alla minoranza e isolare il tandem Aita&Aieta, fa fuori dal Flag Giovanni Rossi, professionista stimato, per delegare Gabriella Luciani, consigliera di minoranza, in cambio del suo appoggio a Cennamo. E così avviene!

Ma prima ancora di fare ciò, il Pd di Cetraro aveva tratto in inganno i cittadini perché la prima giunta varata da Cennamo si presentava con vicesindaco individuato in Barbara Falbo al posto di chi avrebbe avuto diritto per il solo fatto di aver fatto vincere le elezioni con i suoi circa 900 voti. Stiamo parlando di Tommasino Cesareo il quale acconsente a patto che la delega di vicesindaco, passato qualche mese, ritornasse nelle sue mani e cioè di chi aveva dato un colpo mortale ad Aita e Aieta. E così accade, Cennamo fu costretto dopo qualche mese a far dimettere la Falbo da vicesindaco e conferire tale delega a Tommaso Cesareo, il quale diventa da quel momento il vero Sindaco perché l’uomo più forte di quella giunta. Sono anni nei quali il Pd di Cetraro non passava giorno che non esaltasse le gesta del loro condottiero Tommasino Cesareo. Violente contrapposizioni tra Tommasino e Peppino Aieta con il PD sempre a sostegno del primo e continuamente a colpire il secondo con l’intento di seppellirlo definitivamente.

I mesi e gli anni passano e il popolo comincia a farsi sentire per le continue inefficienze che rendono Cetraro un paese peggiore. Tommasino si accorge che non è più gradito tra i cittadini e comincia a scalpitare chiedendo di coinvolgere nel governo cittadino anche le opposizioni con il chiaro intento, furbesco, di neutralizzarle. Ma il PD non ce la fa proprio a riconoscere il fallimento e a chiamare alle armi proprio quelli che con le elezioni avevano definitivamente sconfitto. Ma la perdita quotidiana di consiglieri comunali di maggioranza che affollano i banchi dell’opposizione fa comprendere che forse in qualche modo bisogna agire.

La rottura tra il Pd e Tommaso Cesareo, però, avviene quando sul porto di Cetraro viene proiettato un film su Giannino Losardo nel quale Don Masino rilascia un’intervista davvero pessima, imbarazzante e molto irritante. È per questo motivo che il PD a un certo punto decide di scaricarlo e tenta, nel periodo di conflitti violentissimi tra Cesareo e Aieta, di scaricare Cesareo e far un accordo con Aieta e le minoranze lanciando l’idea del centro sinistra. Una roba diabolica che solo menti diaboliche potevano pensare. Ma quest’idea fallisce grazie all’ex sindaco Angelo Aita e ad Italia Viva. Ed è qui che per salvare la legislatura interviene la peggiore politica regionale con quella vergognosa operazione degli assessori esterni presi dalle strutture regionali di Chiù Chiù Bevacqua e dagli amici di Gallo cedrone. Con tanto di lodi per Cesareo e per FI da parte di Cennamo e Bencivinni. Ma ormai il dado era tratto e così si è arrivati alle dimissioni dei consiglieri comunali di minoranza con l’aggiunta di Tommaso Cesareo che fa pagare ai suoi vecchi amici di cordata il tentativo di fotterlo.

Arriviamo a tempi più recenti e cioè alle trattative politiche per le nuove elezioni. Peppino Aieta lancia l’idea di una larga convergenza e su quest’idea subito si tuffa Forza Italia e Tommasino Cesareo che nel tentativo di riciclarsi sposa il progetto. La sua scelta però incontra i primi ostacoli in quelle forze di minoranza come Italia Viva e IDM. Di fatto l’abbandono di queste due forze ha creato problemi politici in quanto l’idea originaria di una larga intesa si era ormai ridotta ad un centro destra allargato ai socialisti i quali richiamati all’ordine dalla segreteria provinciale, sollecitata questa dal PD provinciale, dichiarano chiuso il tentativo di questa idea “nobile” ma al tempo stesso impraticabile per difficoltà politiche.

Ed è qui che Don Masino e Forza Italia ritornano da Cennamo. Quel Cennamo che pochi mesi fa Don Masino ha mandato a casa. Rispetto a questa spregiudicatezza il PD fa finta di non sapere. Ma la cosa peggiore di tutta la vicenda è che a Cetraro nessuno dice una parola su questo schifo che è diventata la politica locale. Non la dice Bencivinni che è segretario del PD, non la dice il partito socialista che ha sollevato la questione, non la dicono le segreterie provinciali, non la dice Forza Italia provinciale e non la dice Fratelli d’Italia. E non la dicono neanche quegli ex assessori definiti “Quelli del 27“ e, soprattutto, non l- dice Peppino Aieta che al momento è l’unico candidato a sindaco e dovrebbe parlare. E qui si apre un altro scenario perché i beni informati ci dicono che il “furbacchione” vuole far consumare questo atto tra il Pd e i fratelli Cesareo per insinuarsi poi nella rottura con il PD su cui starebbero intervenendo le segreterie provinciali e in qualche caso quelle nazionali.

Non solo questo: Peppino il furbacchione sa anche perfettamente che l’idea di riformare un’alleanza con Tommasino Cesareo da parte di Cennamo non troverebbe il consenso degli ex assessori per cui troverebbe terreno fertile per sfilare qualche pedina importante. Intanto Vincenzo Cesareo pare ormai essere il candidato naturale del cdx a patto che salti l’accordo tra il fratello Don Masino e il PD. Insomma, Cetraro diventerà un caso nazionale. E non solo per la politica.