Caro Direttore,
l’ articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 consente l’attribuzione di incarichi di studio e consulenza a ex dipendenti pubblici in quiescenza qualora sia previsto un compenso di importo così esiguo da assumere natura sostanziale di rimborso spese. Lo spirito della legge è quello, da una parte di ridurre le spese della pubblica amministrazione nei casi in cui non è possibile sostituire il dipendente pubblico che va in quiescenza e dall’altra di continuare ad avvalersi del dipendente cessato dal servizio, in forma gratuita, per trasferire le competenze acquisite su altri dipendenti ancora in servizio.
Ora ad ARSAC succedono fatti strani. Con Delibera n.74/DG del 2 aprile 2025, il Direttore Generale, Fulvia Caligiuri, ed il suo fido assistente Dirigente del Settore Amministrativo, Antonio Leuzzi, hanno conferito incarico di collaborazione e consulenza al signor Giuseppe Beltrano, cessato dal servizio il 1° aprile 2025.
Si chiederà: quindi? Dove è il problema? Il signor Beltrano aveva un contratto privatistico e svolgeva le funzioni di autista e, nell’ultimo periodo, anche quelle di cameriere nelle varie manifestazioni-parate, che la regione Calabria ed Arsac hanno svolto e svolgono, sull’intero globo terracqueo.
E’ palese, quindi, che il signor Beltrano, non essendo dipendente pubblico, non poteva essere oggetto di una previsione legislativa che riguarda i dipendenti pubblici. E poi quale competenze deve trasferire?
Senza considerare che allo stesso verranno liquidati circa 110 giorni di ferie non godute, senza che lo stesso abbia fatto domanda di ferie e nonostante gli fosse stato espressamente disposto di fruirle.
Considerato che, invece, ad altri dipendenti pubblici dell’ARSAC non è stato consentito di rimanere in servizio oltre i 65 anni di età, nonostante potessero farlo fino a 67 anni, adducendo come scusa il raggiungimento del massimo contributivo, non si capisce come mai al signor Beltrano viene consentito di continuare a “lavorare” con contratto di consulenza a 67 anni compiuti ed oltre 43 anni di contributi.
Voci di maligni dicono che la richiesta sia venuta direttamente dal Gallo cedrone. Bisognerebbe capire quale sia il motivo che lo ha spinto a farlo.
Cordiali saluti