Tirreno 2025. È una campagna elettorale di un silenzio assordante (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Queste elezioni sul Tirreno sono strane. In tutti i comuni tanti nomi e uno strano silenzio. Giocate sui social più che nelle piazze. Queste elezioni sui territori stanno delineando un grande partito del cemento e dei grandi affari, che unisce tutta la costa. Da Scalea a Paola, passando per Cetraro. E la voce unanime mormorata dalla gente è un … chi crema …

Il grande partito degli affari: lo si percepisce in quello che vanno prospettando, piani di infrastrutture e colate che sembrano pensati e usciti dagli anni ’90. A Paola e Scalea si parla di porti, accordi trasversali tra fazioni opposte e divisioni nelle mille gemmazioni di Forza Italia che ha fatto cadere tutti i suoi sindaci. Da tempo scriviamo del vento di restaurazione che tira fortissimo in Calabria a tutti i livelli. Dalle nomine nelle procure ai volti della politica che tornano. E le elezioni amministrative che si stanno giocando ne sono la conferma. Volti che hanno depredato casse comunali, sfregiato con il cemento e la spazzatura un territorio, ingoiato fondi pubblici, tornano a sorridere lungo la costa, seguire le processioni in prima fila, tracannare litri di aperitivi facendo un’altra via crucis ma tra tutti i bar dei paesi.

Ma soprattutto il grande partito lo si vede letteralmente nelle foto di rito. Quelle circolate sui social o pubblicate dai partecipanti all’evento di apertura di Mario Russo restituiscono l’immagine del grande partito trasversale. Come sostenitori? Come claque? In processione per il baciamano o in costume da Cheerleader? Ragazze pon pon o semplice curiosità? Chissà in che veste…

Oltre a volti locali prevedibili come ex membri dell’amministrazione Basile, inizialmente sostenuta da Mario Russo e poi sciolta per infiltrazioni ‘ndranghetistiche. Oltre a volti sempiterni della politica scaleota come Eugenio Orrico. Oltre a questi prevedibili ecco che attraverso le panoramiche dei video, delle dirette e delle foto spuntano molti altri volti degni di nota per la rilevanza. Immancabile il sindaco di Santa Maria del Cedro Ugo Vetere. C’è chi segnala tra i presenti anche un ufficiale della Guarda di Finanza, sul territorio, tale Crea. Ecco, ad esempio, anche due volti di Diamante, l’avvocato Liserre, balzato di recente agli onori della cronaca, per il suo scontro con il sindaco e Pino Pascale ex vicesindaco di Diamante e in quota IdM. Tra IdM c’era tra gli astanti anche Annalisa Alfano (anche lei ex vicesindaco) di cui tutti attendono le prossime mosse.

Pezzi di vecchia politica, uomini che hanno guidato l’amministrazione in anni passati e di ancora si raccolgono i cocci. In qualche modo – almeno per alcuni – figli proprio degli anni in cui Mario Russo sul territorio aveva “un peso”, come diceva fiero lui stesso nel 2017 intercettato. Figli di quella politica e di quei mille lacciuoli su tutto il territorio. Dalle patenti agli interessi nelle commissioni invalidi che hanno investito anche Diamante e lambito Magorno (il cavillo delle intercettazioni inutilizzabili ha bloccato il resto). Ed ecco che le “sue creature” sono ancora vive e vegete e ricandidate. Riconosceva come sua creatura Gennaro Licursi, di cui si attribuisce i meriti (carte dell’indagine Re Nudo). Ma tra le sue creazioni – almeno secondo quanto millantava – c’è anche Aieta (“Decido di prendere Aieta e di farlo primo eletto”). Il diretto interessato non ha mai replicato o preso le distanze, anche lui ricandidato a Cetraro. Finanche addirittura a voler cercare nei documenti e nei tomi delle carte – che si pensava poter archiviare – ad una presunta attenzione che ha riguardato Di Natale (all’epoca presidente facente funzioni della Provincia di Cosenza), difensore degli esecutati presso i quali lo stesso Russo era in procinto di recarsi per svolgere la visita medico legale. Sempre secondo Russo, «Di Natale è andato in giro per il Tribunale a vantarsi che lui avrebbe giudicato il suo assistito intrasportabile». Anche Di Natale è ancora il nome dell’alternativa a Paola.

A Scalea come altrove a pochi giorni dalla presentazione delle liste tutto tace. Almeno di quel che è dato sentire. È una campagna elettorale di un silenzio assordante; eppure, non dovrebbe essere così vista la quantità di nomi annunciati. Mario Russo. Ma a parte qualche diretta e uno sporadico evento di apertura poi tutto si è inabissato in un formicolio di chiacchiere. Tutto si inabissa in queste sabbie mobili che sembrano bloccare il tempo e impedire di voltare pagina. Ed è triste vedere che oltre alla solita compagnia si aggiunge anche chi, sempre in quegli anni, combatteva altre battaglie.